CAPITOLO 2

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<<Emma, EMMMA!!>>

Harry urlava dal cortiletto di casa sua, lo sentii solo quando la sua voce fu talmente alta da far volare via gli uccelli del parchetto del quartiere.

<<Harry, scusami, ascoltavo un po' di musica>>.

Fece spallucce sorridendomi.

<<Bentornata! Cosa mi racconti?>>.

Scossi la testa.

In effetti non c'era molto da dire sulla mia vacanza. Mio padre aveva solo provato a farmi stare bene, almeno per quel mese.

<<Come sta tuo padre?>>.

A quella domanda sorrisi, pensando a lui e ai bei momenti che mi riportavano la mente a quella casa che avevo dietro le spalle.

<<Sta bene, più che bene. Mi manca già>>.

Harry annuì, sapeva perfettamente che cosa provassi per quell'uomo.

<<E tu? Come stai tu?>>.

Ecco, quella domanda non era tra le mie preferite. Non perché io stessi male, ma perché in realtà avrei sempre voluto rispondere in modo positivo, eppure ogni volta che qualcuno mi poneva davanti quelle parole, la mia mente si svuotava e in me rimaneva solo la sensazione del 'nulla'.

<<Tu Harry? Cosa hai fatto in questo mese senza di me?>>.

Gli feci un sorrisino beffardo pensando all'ultima volta che avevamo parlato. Aveva conosciuto una bella ragazza all'università, sembrava che si piacessero molto, ed io li avevo lasciati al loro terzo appuntamento.

<<Rachel sta bene, usciamo ogni tanto, ma ancora non è scattato nulla. Almeno credo>>.

Girai la testa di lato.

<<Harry, ti conosco da...>>Feci un conto mentale prima di continuare. <<18 anni, si, sono tanti anni. Eppure non ti ho mai visto con nessuna, se non con questa Rachel. Tu ora mi vuoi far credere che davvero non è scattato nulla?>>.

Rise. I suoi denti erano davvero perfetti e a dir la verità, il mio migliore amico era davvero un bel figo!

<<Smettila. Non tutte sono degne di me!>>.

Stavolta a ridere fui io.

Tornò serio e prese un respiro, prima di dirmi la novità.

<<Il professor Turner è morto>>.

Rimasi sconvolta a quella notizia, non sapevo neanche stesse male, in realtà sembrava piuttosto giovane rispetto ai suoi colleghi.

<<Ha avuto un infarto poche settimane fa>>.

Annuii. La notizia sconvolse anche i miei piani, lui era uno di quei tre professori con i quali avrei dovuto affrontare i miei ultimi esami, e Turner non mi spaventava, anzi, tra noi c'era sintonia, lo vedevo durante le lezioni e durante le nostre interazioni.

<<Sai chi lo sostituirà?>>.

Harry si mise seduto sull'erba di casa mia noncurante del giardino che sicuramente mia madre aveva fatto sistemare pochi giorni prima del mio rientro.

<<Si dice che Turner sapesse di essere malato, o comunque di avere qualche problema al cuore. E si dice che abbia raccomandato al rettore un giovane professore>>.

Magari il fatto che fosse giovane avrebbe giovato alla mia laurea.

<<Speriamo allora che sia cordiale e che ci faccia passare gli esami senza troppi sforzi>>.

Harry scosse la testa.

<<Si dice che non sia proprio 'buono' come lo vorresti tu>>.

Sbuffai strappando dall'erba un piccolo fiorellino.

<<Mi manca così poco Harry>>.

Vidi la sua espressione cambiare. Sapeva cosa avrei tanto voluto fare una volta finita l'università, e lui aveva piani diversi dai miei. Sapeva quindi che ci saremmo divisi e il momento stava per arrivare.

<<Non voglio che tu te ne vada>>.

Sorrisi senza guardarlo. Non avevo il coraggio.

<<Lo so, però devo poter cominciare a vivere la mia vita. Quella donna è pesante e io ho bisogno dei miei spazi, se rimanessi qui non combinerei mai nulla>>

Harry sapeva che dovevo farlo, ma ogni volta che affrontavamo, anche di sfuggita, l'argomento, il suo umore cambiava.

<<Stasera Bryan festeggia i suoi 30 anni, al Pub dove andiamo sempre, ci saranno anche Rachel e tutti i compagni della squadra di football. Perché non vieni?>>.

Non me la sentivo, il viaggio mi aveva destabilizzata molto e ancora non riuscivo a riprendermi. Eppure il viso di Harry mi fece capire che aveva bisogno che io andassi con lui.

<<Tuo fratello doveva per forza fare casino per il suo compleanno? Gli avrei offerto una super torta a casa tua se avesse scelto di festeggiare in modo intimo>>.

Harry mi buttò addosso un po' di erbacce.

<<Emma, le persone normali festeggiano i propri compleanni, dovresti venire e divertirti, smetterla di pensare troppo e come dici tu, cominciare a vivere>>.

Aveva ragione. Solo che i pub non erano proprio il mio ambiente.

<<Harry, sai che odio essere toccata. Se venissi in quel pub stasera, di venerdì sera, probabilmente ci sarà tanta di quella gente che uscirò pazza, mi butterei a terra piangendo e urlando e tu saresti costretto a riportarmi a casa>>.

Si alzò da terra sgrullandosi, poi mi guardò dall'alto.

<<Senti, io ti passo a prendere alle 8. Non mangiare molto, ferma la fame ma ci sarà tanto ottimo cibo. Sono sicuro che troverai un modo per affrontare tutte quelle persone. Non puoi tenerti chiusa per sempre, esci dalla tua comfort zone ogni tanto>>.

Mi aveva quasi convinta e quella sera sarei andata lì solo per lui.

NeverthlessWhere stories live. Discover now