CAPITOLO 13

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Tornai indietro quando iniziò a piovere.

Pensai che quello fosse semplicemente un segno del destino, per cui mi affrettai a correre di nuovo dentro quella casa meravigliosa.

Avevo bisogno di quel tocco, non potevo più farne a meno.

Aver scoperto di poter essere toccata e di poter toccare a mia volta, aveva frantumato ogni piccola parte di me che avevo costruito negli anni.

Soffrivo ancora per quello che avevo passato, ma sapere di avere anche io una speranza, mi portava a chiedermi se fosse giusto andare via da lui, se fosse giusto pensare a tutto il resto e non a me stessa.

Bussai con tutta la forza che avevo.

Mi aprì dopo qualche minuto, aveva i capelli umidi.

Il pensiero di lui sotto la doccia mi fece deglutire prima di entrare.

<<Scusami, piove>>.

Fu l'unica cosa che riuscii a dire mentre entravo, perché lui aveva capito la vera motivazione per la quale mi trovavo ancora lì dentro.

Si avvicinò a passo veloce.

Mi spinse contro l'isola della cucina, il primo mobile che trovò.

Non ci pensò stavolta, lo fece e basta.

Mi baciò.

Sapevo che non sarei stata capace di farlo, per cui decisi di smetterla di pensare e di seguirlo.

La sua lingua incontrò la mia.

Le mie mani caddero sul suo petto d'istinto, le sue cominciarono a tirare i capelli mentre il bacio si faceva più intenso.

Cominciò a togliermi la giacca che portavo senza mai staccare la sua bocca dalla mia.

Accarezzò il mio collo con un dito mentre io cominciavo a viaggiare nel paradiso.

Era davvero come lo descrivevano nei libri, o come lo interpretavano nei film.

Ogni parte di me avrebbe voluto che lui continuasse per sempre, ma sentivo che lui stava andando oltre ed io non ero pronta a quel passo.

Mio malgrado lo fermai.

<<Professor Moore>>.

Non ci riuscii la prima volta.

<<Axel>>.

Si fermò solo dopo aver sentito dalla mia bocca il suo nome.

<<Ah Cooper non farlo, non fermarmi, non sono sicuro che riavrò la forza di farlo>>.

Sorrisi. Poi poggiai la mia testa sulla sua fronte mentre lui posava le sue mani sui miei fianchi.

<<Volevo davvero tanto tutto questo>>.

Lo avevo detto con tutta la mia ingenuità.

<<Non possiamo andare oltre, vuoi dirmi questo?>>.

Il suo tono non sembrava pieno di rabbia, sembrava capirmi.

Annuii.

<<Perché?>>.

Sussurrò quella parola sul mio collo, ed ogni parte di me avrebbe voluto che lui non mi ascoltasse.

Ma in quel caso avrei dovuto dirgli che in 26 anni, nessun uomo mi aveva mai sfiorata, in nessun senso, neanche per un bacio.

<<Perché ti conosco da poco, fino a pochi minuti fa ci stavamo urlando addosso e andare oltre per me significherebbe non poter più tornare indietro>>.

NeverthlessWhere stories live. Discover now