CAPITOLO 4

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Vidi Harry sfrecciare con la macchina davanti casa mia proprio mentre cercavo disperatamente le chiavi sotto il vaso vicino la porta.

Mia madre doveva essersi scordata di rimetterle fuori, di solito lo faceva prima di andare a letto.

Sbuffai e mi girai verso il mio amico, che scese in fretta correndo verso di me.

<<Emma, ma cosa cazzo è successo?>>.

Sorrisi. Non avevo più forze.

<<Niente, un cretino ubriaco cercava le mie attenzioni e me ne sono andata>>.

Harry scosse la testa, facendomi capire che fosse successo altro.

<<Sono corso qui perché è scoppiata una lite furibonda al pub tra due ragazzi. Uno dei due stava dicendo che una 'troietta'>>. Imitò le virgolette con i due indici. <<lo aveva portato fuori con la scusa di fare qualcosa e poi lo aveva lasciato in mezzo alla strada. Stava dicendo che questa ragazza gli aveva infilato la lingua in bocca e credo di non dover continuare>>.

Lo guardai dubbiosa.

<<Perché me lo stai dicendo?>>.

Alzò le braccia in segno di rassegnazione.

<<Perché sei l'unica che mancava all'appello>>.

Mi girai per cercare ancora una volta sotto il vaso, volevo eludere il pensiero che lui stesse davvero credendo a quelle parole. Avevo capito che a quel ragazzo non era bastato il pugno del mio 'salvatore'.

<<Emma, non sto pensando che avesse ragione, ti conosco. Sono corso qui perché ho pensato che ti fosse successo qualcosa, che lui ti avesse fatto qualcosa>>.

Le chiavi non c'erano e quindi mi feci posto nel patio, il freddo delle mattonelle mi rilassò.

<<Bè si, mi ha seguita fino a fuori, ha cercato di mettersi sopra di me in mezzo alla strada mentre io cercavo disperatamente di correre qui. Un ragazzo però lo ha fermato, e mi ha anche salvato da una macchina che correva all'impazzata afferrandomi in fretta>>.

Si mise vicino a me mentre sorrideva.

<<Che c'è? Ti diverte?>>

Lo vidi tornare serio mentre scuoteva la testa.

<<No ma credo che lo stesso ragazzo che ti ha salvata, lo abbia anche mandato in ospedale stasera>>.

Mi girai di scatto verso di lui, pregandolo di continuare.

<<Io ti stavo cercando in sala, Rachel nel bagno e i ragazzi erano al tavolo. Tutti hanno cominciato a parlare a bassa voce quando un ragazzo con un occhio visibilmente gonfio, è entrato nel locale. Sono tornato dagli altri e tutti abbiamo sentito quello che diceva urlando a qualche suo amico>>.

Prese fiato.

<<Poi un ragazzo che non avevo mai visto, e che stava bevendo un sorso di vino, si è alzato di scatto dalla sedia e gli ha rotto il bicchiere in testa>>.

D'impulso misi le mie mani sulla bocca sbalordita.

<<E mentre lo colpiva tra calci e pugni, diceva che quel fottuto bastardo stava cercando di fare del male ad una ragazza e che stava raccontando una marea di cazzate. A quel punto, nessuno ha osato fermarlo, probabilmente ha già fatto queste cose in passato>>.

Annuii, preoccupata.

<<Deve essere stata la stessa persona che ha salvato te>>.

Ripensai a quel ragazzo, il mio stato di trance però non mi aveva permesso di ricordare il suo volto.

<<Era buio ed io non sono riuscita neanche a guardarlo, o meglio, non saprei riconoscerlo>>.

Harry aveva gli occhi lucidi.

<<Mi dispiace davvero tanto Emma, non volevo che accadesse questo. Di solito il pub è tranquillo, pieno di ragazzi>>.

Scossi la testa. In quel momento avrei voluto tanto rassicurarlo tenendogli la mano, ma non potevo farlo, non dopo quella serata e i mille ricordi che quei tocchi mi avevano fatto rivivere.

<<Non è colpa tua>>.

Harry si alzò, aveva capito che non potevo entrare e che svegliare mia madre sarebbe stata una cattiva idea.

<<Vieni da me, dormi sul divano della mia stanza e stai tranquilla. Domani mattina penseremo a tutto. Devi andare a denunciare quel ragazzo>>.

Sbuffai mentre, con le poche forze che avevo, mi alzai da terra accettando l'invito.

<<Non so neanche chi sia. Dovrei andare alla polizia a denunciare un ragazzo mai visto, dichiarando che un altro ragazzo, sconosciuto anche lui, mi ha salvato e che è l'unico che potrebbe testimoniare a mio favore in caso prendessero l'altro>>.

Harry aprì la porta di casa sua.

Rimanemmo in silenzio fin quando non chiuse la porta della sua stanza. Abbastanza lontana dalle altre camere.

<<Dio Emma, che ti importa? Come lo ha fatto a te potrebbe farlo a chiunque, sarebbe giusto lasciar correre?>>.

Aveva ragione, ma non riuscivo a pensare a tutto in quel momento.

<<Domani mi accompagni, ok? Lo farò, se ti fa stare più tranquillo. Ora però cerca di dormire, è tardi>>.

Harry si cambiò i vestiti mentre io mi girai verso il muro aspettando che finisse, poi, sotto le coperte, misi una tuta di sua proprietà.

<<Mi dispiace davvero tanto di averti lasciata da sola>>. Disse mentre si metteva sotto le coperte.

<<Non puoi badare sempre a me Harry, devi cominciare a pensare a te stesso ed io volevo solo che ti divertissi con Rachel. È davvero una bella ragazza>>.

Non ci fu risposta e pensai che stesse già dormendo.

<<Sei la persona a cui tengo di più, non chiedermi di non pensare a te per favore, perché continuerei a farlo>>.

Sorrisi sotto le lenzuola nel buio della sua camera.

Pensai a quante volte non mi fossi fidata di lui in passato, pensai a quanto, dopo tutti quegli anni, io gli volessi bene.

NeverthlessWhere stories live. Discover now