15 "In colpa"

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Alice pov's

«Edua, l'unico consiglio che ti posso dare è quello di capire prima cosa provi tu»

Gli prese la mano, tringendola per fargli capire tutto il sostegno che lei gli avrebbe dato.

«Ma in o sacc cosa provo Ali. Amo Carmela, lei è la donna della mia vita, nel senso che è la donna che vedo sempre al mio fianco, con una famiglia, sai la vedo proprio la ragazza giusta capito? La vedo una fedele che ti rispetta, che ti aiuta, cioè è la vita mi, io la amo. E Teresa... Teresa, pure lei la amo e quindi io per stare bene voglio tutte e due, ma so che se dico a Teresa di Carmela, lei mi lascerà»

Alice segui passo dopo passo le sue parole, come per analizzare il tutto.
Non poteva nascondere il fatto che, quando Edoardo gli aveva confessato di avere una moglie e un figlio, ci era rimasta male, soprattutto sapendo di lui e la sua migliore amica.

«Edoa, devi capire che se Teresa lo viene a scoprire, sarà peggio, non ti vorrà mai più vedere, così la farai solo soffrire, quindi dirglielo tu, è meglio saperlo direttamente da te che da qualcun'altro»

Edoardo la guardò dritta negli occhi.
Aveva ragione.
Queste erano le parole che pensava guardandola.
Tutto quello che aveva detto gli era rimasto.

«Non glielo dirai di certo tu Ali, vero?»

Disse iniziando a preoccuparsi.

«Edua, ti sto parlando da amica, e lo sai che non andrei mai a dire una cosa del genere, anche se Teresa è la mia migliore amica, non è giusto che glielo dica io, devi farlo tu, prima che sia troppo tardi»

Edoardo annui, leggermente più sereno, mentre iniziò a pensare guardando un punto fisso del tavolo d'acciaio.
Alice rise appena guardandolo.

«Che tien da ridere Ali?»

La guardò alzando un sopracciglio.

«Niente... È solo che sto pensando a come tutti voi all'inizio, quando sono entrata qui all'IPM, ditevate che parlare con me non serve a niente, era solo una perdita di tempo. E ora guardatevi, siete i primi a venire qui e raccontarmi qualcosa che nemmeno il vostro amico più stretto sa»

Edoardo la osservò, seguendo ogni sua parola come fosse sacra.

«Teng ragione Ali, ma senza di te chi semo noi ca dintro?»

Disse osservandola come le sue guance si tinsero di rosso.

«Lo sacc che si proprio bell»

Alice pensò che la dentro erano tutti fissati con quella frase.

«Eduà, che sono questi complimenti improvvisi?»

Rise appena, facendo sorridere a sua volta il ragazzo.

«ij l'ho sempre penzàto Ali, si stupenda, cumme una Dea. Se nun fossi di Ciro chissà che te facev»

A quelle parole nella ragazza scattò qualcosa.
Di Ciro?

«Io non sono di nessuno, ne tanto meno di Ciro»

Incrociò le braccia al petto, mentre lo guardava fisso.

«Ca te stai sbaglian, Chillu scem esce pazz' pe te, farebbe qualsiasi cosa»

La ragazza stesse in silenzio, riflettendo su quelle parole.
Ciro provava qualcosa per lei?
Ed era vero?
O almeno Edoardo lo credeva, ma ha lei nessuno gliela aveva mai dimostrato.

«Va Eduà, ci vediamo dopo»

Il ragazzo si alzò facendogli l'occhiolino.
Poco dopo la ragazza si alzò andando dritta verso il cortile, ma una mano la blocco per il polso, facendola fermare in mezzo al corridoio deserto.

«Cche cazz c'è facevi con Edoardo eh?! Stavat chiavan eh?!»

Urlò lui in preda alla rabbia.
Si avvicinò a lei mentre gli ringhiava contro.
Sembrava impazzito.

«Ma che stai dicendo Ciro?!»

Come poteva pensare una cosa del genere.

«Allor pecche siete andati in un posto appartato eh?!»

«Allor pecche siete andati in un posto appartato eh?!»

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«Mi doveva dire delle cose»

«E che cosa te doveva di eh. Com è cap 'e cazz che va cu a donna mij»

Ora stava esagerando.
La prese per il collo, circondandolo.

«Lo sai che non te lo posso dire»

Stava cercando in tutti i modi di mantenere la calma, ma la accusava di una cosa che lei non aveva fatto.

«Eh pecché non me la puoi dire? Avete parlat di cumme chiava ben eh Strunz»

Non c'è l'ha faceva più.
Aveva paura, ma non voleva sentirsi un'altra volta come aveva fatto con Alessandro.

«Tu sei lo stronzo Ciro! È venuto da me per chiedermi un consiglio con Teresa e Carmela, non abbiamo fatto nulla di quello che pensi tu»

Si bloccò di colpo, guardandola, mentre faceva un sospiro di sollievo.
Lascio la presa sul suo collo.
E quando alzò lo sguardo e incrocio quelli di Alice pieni di lacrime.
Cerco di avvicinarsi a lei per abbracciarla, ma lei si sposto di scatto.
Aveva paura, lo doveva ammettere.
Gli ricordava tanto quando il suo ex, Alessandro, si arrabbiava con lei mettendogli le mani addosso, solo che la differenza era una, la più importante, è che Ciro non gli avrebbe mai messo le mani addosso.

«Ali, mi dispiace. Sono passato a conclusioni affrettate senza prima sentire la vera motivazione»

La ragazza annui, mentre le lacrime non smettevano di scorrere.
Cerco di avvicinarsi ma la ragazza si sposto un altro po'.

«Non sai quanto mi dispiace, veramente»

Alice alzò lo sguardo negli occhi di Ciro, e li guardò.
Erano così dispiaciuti che quasi gli fece tenerezza.
Si avvicinò a lui, facendogli circondare le braccia sul suo corpo, in un caloroso abbraccio.

«Ti prego Ciro, non lo fare mai più»

Il ragazzo annui, mentre gli lascio un bacio sulla guancia.

«Te lo prometto, non lo farò mai più»

La strinse di più accanto al suo corpo, non volendola lasciare mai più.
Restarono così per cinque minuti che sembrarono eterni.
Alice ci stava così bene lì dentro che non voleva più staccarsi.
Lui era diverso da Alessandro, se fosse stato al posto suo, già gli avrebbe tirato uno schiaffo solo perché si era permessa di alzare la voce con lui, mentre Ciro no.
Anche se aveva avuto una paura incredibile quando aveva alzato la voce, non l'aveva toccata, e di questo deve a esserne grata.

Si staccò, ma rimanendo sempre vicini.
Ciro la guardò, ancora sentendosi in colpa per avergli fatto bagnare gli occhi.

«Scusa, non so come farmi perdonare veramente. Io non volevo farti mettere paura, non era mia intenzione»

Alice lo baciò, attaccandosi a lui un'altra volta.

«Ti ho perdonato scemo»

Risero entrambi, mentre rimasero attaccati per un altro po'.
Ma per quanto Alice gli dicesse di averlo perdonato, e che non fosse successo niente, Ciro non smetteva di fare soffrire il suo cuore.
Si sentiva così in colpa che quella sera nemmeno riusci a mangiare, doveva trovare un modo per farsi perdonare.

Diversi ma Uguali | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora