20 "Tu sapevi tutto"

1.2K 41 7
                                    

Alice pov's

Quando la mattina si sveglio, andò verso la cucina, trovò Alessandro intento a fare dei pancakes hai fornelli.
Lo guardò stranita, non credendo a cosa stava vedendo.
Da quando era così gentile con lei.

«Tu intanto mettiti seduta, due minuti e sono pronti»

Gli disse, mentre li girava nella padella.
Cosa stava cercando di fare, riconquistarla forse?

---

Entro nell'IPM, cercando di sbrigarsi ad entrare nell'aula dove i ragazzi la stavano aspettando.
Appena entro e cominciò a fare lezione, tutti si accorsero che era testa, in specifico uno di loro.
Ciro.
Che guardandola capi che qualcosa non andasse.

Quando la lezione fini, e i ragazzi uscirò, Ciro approfittò l'occasione per fermarsi a parlare con lei.
La prese per la guancia, facendo toccare le loro labbra.
Per un momento Alice si scordo di tutto.
Si suo padre, di Alessandro e di tutti i problemi che le aveva causato.
L'unica persona che voleva era Ciro.
Ne era più che sicura.
Ma come faceva a fare capire al suo ex che se ne doveva andare perché il suo cuore era già stato rubato da un'altro?

«Me si mancat ciùciù»

«Anche tu»

Rimasero così per molto tempo.
Gli piaceva quel silenzio, a loro bastava stare insieme per sentirsi bene.

«Che tien?»

Gli chiese sperando che risponda sinceramente.

«Niente»

Maschero la tristezza che si portava appresso, con un finto sorriso.
Ma ancora doveva capire, che poteva prendere in giro chiunque volesse, ma non lui, non Ciro.

«Sicur?»

Quando Alice  annui, il Ricci decise di non forzarla.
Non voleva farla sentire troppo in soggezione e cosi quando annui, decise di lasciar stare.
Si baciarono per la millesima volta, e ognuna fece battere il cuore ad entrambi.
Erano così belle le labbra dell'altro che non volevano staccarsi.

La afferrò per il fianco e la poggio sopra alla cattedra con chissà quale pensiero.
Le iniziò a baciare tutto il collo, lasciando i segni violacei su di esso.
Quando Alice senti le mani di Ciro sui suoi seni lo spinse leggermente facendolo spostare solo di qualche passo.
Il ragazzo la guardò interrogativo, domandandosi cosa aveva fatto di sbagliato.

«Scusa ma non posso»

Gli venne in mente il volto di Alessandro, che se solo avrebbe scoperto una cosa del genere, gli avrebbe messo sicuramente le mani addosso, sia a lei che a lui.
Sapeva che Ciro era più che capace di difendersi da solo, ma non voleva che sulla sua pelle ci fosse un solo graffio fatto dall'uomo che le aveva inflitto tutto quel dolore.

Uscì dalla stanza correndo, pronta per andarsene da quel posto.
Non perché lo odiasse, ma semplicemente perché non sapeva cosa dire a Ciro, che per tutto questo tempo sia tava facendo domande su domande.

---

«Mimmi apri. Sono io»

Bussò alla sua porta Teresa, con forza e frettolosità.
Alice si guardò in torno, controllando che Alessandro non ci fosse, e poi apri alla sua unica amica.

«Eii Tere, che sorpresa! Che ci fai qui?»

Disse cercando di nascondere il più possibile il suo malessere.

«Non so come comportarmi con Edo»

A quelle parole, la ragazza sospiro, capendo che era solo un problema di cuore.

«Perché cosa è successo?»

«Mi, Edoardo è sposato, e ha un figlio. Io veramente non so cosa fare con lui»

Inizio a parlare per un ora quasi, facendo dare consigli da parte della sua amica.
La ascolto per almeno un ora, sentendola deprimersi e piangere per lui.

«Tu lo sapevi?»

Non poteva mentire alla sua migliore amica, ma non poteva nemmeno dire cosa Edoardo le aveva confessato.
Rimase in silenzio, preferendo non parlare, ma peggiorò solo la situazione.

«Lo sapevi e non mi hai detto niente?»

Urlò arrabbiata con le lacrime agli occhi. Si alzò dal letto e sbraitò contro Alice.

«Lo sai che non posso dire niente quando faccio colloqui professionali, o te lo avrei detto»

Dice sulla difensiva.
Con lei non riusciva a rimanere calma.
Perdeva le staffe quando qualcuno l'ha accusava, su qualsiasi argomento.

«Tu stai mettendo il lavoro prima la mia amicizia Mi, io mi sento messa da parte ultimamente. Non mi racconti un bel niente della tua vita, non mi hai nemmeno detto che ti stai sentendo con Ciro, ti comporti in modo strano ultimamente, e soprattutto non mi fai entrare nemmeno dentro casa tua, ad eccezione di oggi, che sono entrata con la forza. Ti rendi conto?»

Non sapeva che rispondere.
Aveva ragione su tutto.
Non le stava dicendo niente della sua vita, non le aveva nemmeno detto che Alessandro si è ripresentato alla sua porta, posizionandosi dentro casa sua.
Ma non poteva farlo.
Non poteva dirglielo di certo, o sarebbe impazzita ne era sicura.
Rimase in silenzio, con la speranza che un briciolo di coraggio le arrivasse, ma l'unica cosa che riusci a dire quando Teresa si alzò e se ne andò fu una.

«Mi spiace»

L'amica di fermo sulla soglia della porta.

«Anche a me»

Sbatté forte la porta prima di uscire da lì.
Alice cadde a terra, mettendosi le mani nei capelli.
Non le piaceva tutta quella situazione.
Sentiva di aver tradito la sua amica in tutti i modi possibili.
Senti il suo cuore esplodere, il dolore si faceva sempre più sentire.
Stava prendendo in giro tutti.
Teresa, Ciro, i suoi compagni di lavori, i ragazzi dell'IPM, sua madre, suo padre, i suoi amici.
Tutti, nessuno escluso.
Compresa lei.
Si stava prendendo in giro da sola.
Come poteva permettere di lasciare che Alessandro stia li con lei, dopo tutto il male che le aveva fatto.
Senti le lacrime scendere dai suoi occhi.
Non c'è l'ha faceva, sentiva di star iniziando quel periodo della sua vita.
E l'artefice di tutto ciò era sempre lui.
Alessandro.
Sapeva di doverlo eliminare dalla sua vita, ma non aveva il coraggio di fare tutto ciò da sola, aveva bisogno di qualcuno, ma si vergognava di chiedere aiuto per una cosa del genere.
Si vergognava a chiedere aiuto perché era ripiombato il suo ex, che la picchiava.
E la cosa che la faceva sentire uno schifo è che lei ci era ricascata, ricadendo in una delle sue promesse che faceva sempre.
"Sono cambiato"
Ripeteva sempre, ogni volta che si vedevano ripeteva questa frase.
Si come no pensava, ma dava ragione al cuore che continuava a perdonare tutti.
Ma non al livello amoroso, era più affettivo.
Sono cresciuti insieme, non poteva lasciarlo senza casa, non ci riusciva.
Quando senti il rumore di alcune chiavi girare, si alzò di colpo andando verso il bagno e chiudendosi a chiave.
Era tornato, un'altra volta.

Diversi ma Uguali | Ciro RicciWhere stories live. Discover now