17 "Grazie"

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Ciro pov's

Si sentiva troppo in colpa ad approfittare di lei in quel modo.
Vederla così gli faceva male il cuore.

«Cumme stai?»

Gli chiese mentre gli accarezzava il capelli.

«Un po' così, penso che sbornia stia passando»

Ciro continuava ad accarezzargli quel capelli così morbidi, che erano cascati dallo chignon.
Lei si poggio sul suo petto stanca, mentre lui la circondo con le sue braccia.

«Papà sta male, e io non posso fare niente per lui, mi sento così inutile»

Ciro la strinse ancora di più, cercando di fargli capire che lei non era sola.
Si sentiva una nullità, come se il mondo le stesse andando contro.
Suo padre stava male e lei non poteva nemmeno andare a trovarlo.
Cosa avrebbe pensato di lei quando sarebbe stato meglio, che la sua unica figlia non si era presentata da lui nemmeno quando stava male.
Il cuore gli si ristringeva ogni volta che respirava, come se solo l'idea di vederlo o sapere che stava male sentisse la tristezza invadergli tutto il corpo.

«Avvolte la vita ci porta davanti delle cose, e noi non possiamo fare niente per aiutarle»

Le lacrime iniziarono a farmi sentire sulle guance di Alice, che si strinse ancora di più al corpo del ragazzo.

«Grazie»

«Di cosa?»

«Per non essere andato via»

Gli sussurrò, prima che il ragazzo gli diede un bacio sulla fronte.

Doveva tutto a Ciro, tutto.
Le era stato accanto nel momento del bisogno, non lasciandola sola quando aveva bisogno anche solo della presenza di qualcuno.
Lo ama, ne era sicura, lo ama più di se stessa, voleva vederlo felice, vedere raggiungere i suoi sogni, qualsiasi essi siano, voleva lui.

Rimasero così per molto tempo, prima che tutti e due si alzarono andando in salotto, mano nella mano.

«Mo te la cucino la cena»

«Ma ho già mangiato»

«Eh bhe? Tieni bisogno di magia un poco di più Ali»

Alice rise alla affermazione del ragazzo davanti a lei e si sedette sulle sedie del tavolo vicino alla cucina.

«Accomodati allora chef»

Gli fece un segno con la mano di procedere, e lui lo fece, mettendosi hai fondelli e iniziando a cucinare un dolce.
Lo guardo per tutto il tempo, confinando a ripetersi quanto fosse fortunata ad averlo al suo fianco.

«Aspetta ti aiuto»

Si avvicinò a lui, vedendolo mettere qualcosa nel frullatore, ma quando accese con il pulsantino si scordò di metterci il tappo, così quando Alice andò da lui, il liquido gli andò tutto sulla faccia, sia a Ciro che a lei.
Risero guardandosi entrambi, erano conciati davvero male.
Ciro si avvicinò al suo viso con un dito, toccando l'impasto sulla sua guancia e porgandoselo sulla sua bocca per assaggiarlo.

«Mhm, buono però»

Risero entrambi, e Alice riusci a vedere finalmente il vero sorriso di Ciro, quel sorriso sincero che non rivolgeva a nessuno.
Si incanto a guardarlo, sdrmdendpsi conto solo dopo di averlo fatto.

«Che re, te si incantat? O sacc ca so bello però così mi sciupi»

Alice gli diede un leggero schiaffo sulla spalla, mentre rideva imbarazzata.

«Scemo... Ora rifacciamo tutto da capo, però stando attenti»

«Hai suoi ordini»

Risero per la millesima volta, per poi ricominciare a fare l'impasto, da capo.
Non gli capitava di stare così bene in vita sua da mesi, se non anni.
Con lui stava bene, la mentre si fermava e parlava solo il cuore.

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«Quindi, cumme è venut?»

Chiese Ciro mentre Alice assaggiava il pezzettino di torta.

«Mhm, è buonissima»

Rispose per poi ricominciare a masticare.

«Vedi, son o nun un ottimo chef»

Risero insieme.

«Scemo, guarda che l'abbiamo fatta insieme»

Ciro si mise dietro di lei, mentre gli lascio un caldo bacio sull'incavo del suo collo.
Gli prese il pezzettino di torta dalle mani e se la magio lui.

«Allo teng ragion, è venut popo bon»

Risero insieme prima che Alice poso la sua mano su quella di Ciro.

«Non voglio che finisce più questo momento Ci»

Si girò, incrociando il loro sguardo.

«Nemmen io ciùciù»

Fecero incrociare le loro labbra, unendole in un bacio.
Erano come fatte l'uno per l'altro, uguali ma diverse.

La afferrò per i fianchi facendola girare e posandola sul tavolo.

«Nun so se riesc a trattenemme ciùciù»

Gli sussurrò continuando a baciarsi senza fermarsi.

«E allora non farlo»

Diversi ma Uguali | Ciro RicciWhere stories live. Discover now