21 - Lovers never ask you why, In my heart the fire is burning

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"Voglio che tu sia la mia follia, e non voglio rinsavire."

Ayane-Sensei

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«Amon...», sbiascicai, la voce una lieve velatura di un'emozione che tentai di nascondere. La debolezza. Ero debole e lo odiavo. Ero alla mercé di Amon. Odiavo essere in trappola. Odiavo sentirmi così... priva di libertà. Fallii, presumibilmente, nel nascondere la mia debolezza, perché quest'uomo era abile a scovare le menzogne quanto a propinarle. Amon alzò il capo, scrutandomi e attendendo che proseguissi e arrivassi al dunque. Quello sguardo turbinoso e tetro mi fece quasi scordare quello che stavo per chiedergli.

«Ti prego... devo andare in bagno. Per favore», pregai. Ero ridotta a questo... a pregare per usufruire del gabinetto. Mi feci ribrezzo da sola. Completamente nauseata da me stessa.

Amon mi analizzò, con meticolosità e mi sentii estremamente a disagio. Tanto a disagio. Desiderai di seppellire il volto nella sabbia come uno struzzo, se questo mi avrebbe consentito di sfuggire a quello sguardo minuzioso. Mi sorrise sbieco.

«Liberami, Amon... per favore», tentai di nuovo. Lui si alzò dal letto, si avvicinò alle cavigliere e iniziò a slacciarne una, alternando il suo sguardo cupo da me al mio piede.

«Il tempo di andare al bagno, intesi? Poi ritornerai qui, da brava ragazza, e ti rifarai legare senza fare storie», disse, austero. Io annuii, snervata.

«Okay, però sbrigati, non riesco più a trattenermi...», mormorai, in imbarazzo. Amon accennò un lieve sorrisetto sfacciato e i suoi occhi si puntarono nei miei mentre afferrava l'altro piede per liberarlo.
Arrossii per via del suo sguardo insistente e lui sembrò quasi apprezzarlo.

«Sei imbarazzata, Venere?», chiese, il tono lievemente divertito.
Lo trucidai con lo sguardo.

«Tu non ti sentiresti in imbarazzo nel supplicare qualcuno per poter usufruire del bagno?», domandai, irritata.

Dopo aver slegato anche la seconda caviglia intorpidita, si allontanò dai piedi del letto, e si avvicinò lesto verso la testiera del letto dov'ero appoggiata io con la testa e dov'erano legati i lembi delle corde che si collegavano a un gancio. Afferrò un polso, e slegò il medesimo.
«Non sentirti in imbarazzo con me, petite flamme... non dopo quella piccola esperienza... che mi piacerebbe ripetere», mormorò al mio orecchio, facendomi avvampare, e imbarazzare maggiormente quando capii a cosa si stesse riferendo.

The Serpent of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora