27 - I lost the game, I can't get lower, Cause your pain it's takin' over

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"Instabilità e fuoco

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"Instabilità e fuoco.
Lei era questo...
Una fiamma instabile che si innalzava e ti bruciava l'anima con quegli occhi roventi, ma che poi si abbassava, spedendotela al freddo, con uno sguardo spento e privo di qualsiasi emozione."

Amon Le Savage

Amon Le Savage

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Attesa.

Odiavo attendere, pazientare, fissare le lancette dell'orologio appeso alla parete, che si muovevano con una lentezza estenuante, specialmente quando la durata di questo interminabile lasso di tempo, di trenta dannati minuti, mi separava da avere tra le mie mani il soggetto di ogni mia fantasia più sporca e il desiderio più folle e intenso che avessi mai provato per qualcuno.

Desiderio.

Il desiderio e l'attesa erano facce della stessa medaglia, e io non sopportavo nessuna delle due. L'attesa era una tortura per le persone impazienti come me, ma al tempo stesso era così stimolante da diventare una dipendenza, specialmente se la persona in questione amava privarsi di un desiderio e prolungare l'attesa il più possibile, solo per godersi di più quel brivido che accarezzava ogni anfratto del corpo, anziché il desiderio stesso, perché prima si soddisfava un bisogno, meno desiderio ci sarebbe stato per esso, perché si tendeva a darlo per scontato.

Il desiderio era una sensazione contorta.
Far attendere troppo senza buttare nulla nel fuoco rovente, equivaleva a spegnere la fiamma. Far attendere poco, equivaleva a non avere una fiamma impetuosa. E far attendere mediamente... giocando con il desiderio e l'attesa, in un gioco estenuante e irritante quanto elettrizzante ed eccitante, era quello che faceva impazzire. Ne troppo ne troppo poco, era quello che ti spingeva a volerne ancora, perché non ti saziava, ma ti dava un preludio di quello che volevi a ogni costo gustare.

Quella ragazzina giocava sporco senza neppure rendersene conto. Mi concedeva un misero assaggio di lei, e poi mi insultava, mi allontanava e mi diceva di odiarmi a morte, per poi riconcedermi qualcosa di lei, soltanto per ripetere il processo.

Lei era incoerente, come me, anzi di più, perché io almeno lo ammettevo di volerla. Lei era caotica e gettava tutto in pasto alle fauci del caos e dell'incoerenza, non sembrava farlo di proposito, quel tira e molla di emozioni... sembrava come se la situazione le sfuggisse di mano anche a lei, e che non volesse nulla di ciò che succedeva tra noi, ma sembrava come se non riuscisse a farne a meno.

The Serpent of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora