Capitolo 13

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Strinsi le mani formando due pugni ferrei, mi leccai le labbra e gettai fuori il fumo, appestando la stanza rendendola un ambiente tossico nel giro di pochi secondi

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Strinsi le mani formando due pugni ferrei, mi leccai le labbra e gettai fuori il fumo, appestando la stanza rendendola un ambiente tossico nel giro di pochi secondi.

Vedevo quel fumo scuro insinuarsi in ogni piccolo spazio e pensai che come quel fumo si stava espandendo nell'ambiente, nella stessa maniera, nello stesso modo, la sete di vendetta si stava insinuando nel mio corpo in maniera veloce.

Pensare che quella merda bastarda di Elia aveva sottoposto me e Fallon a quel gioco malato mi rendeva irrequieto, una bestia pronta a uccidere ed ero pronto, ero pronto a porre fine alla sua inutile vita del cazzo.

Gettai il mozzicone fumante nel posacenere che avevo sul comodino, girai lo sguardo verso destra, vedendo che il posto di fianco al mio era occupato da una ragazza formosa, che dormiva beata avvolta nelle mie lenzuola grigio topo.

Somigliava vagamente a Fallon, quelle ciocche nere ricordavano molto quelle che possedeva la mia nemica e pensai che nell'ultimo periodo andavo a letto solo con ragazze formose, dai lunghi capelli neri e gli occhi scuri, ma nessuna di loro li possedeva neri, come quelli che possedeva lei.

La odiavo, odiavo così tanto quella ragazzina insolente che il desiderio di ucciderla si insinuava dentro di me e faceva vibrare la mia anima provocando un tremore enorme, come una sorta di scossa magnitudo cinque.

Mi sforzavo, cazzo se mi sforzavo a non pensarla, ma lei, lei si teneva salda nella mia mente e non voleva mai uscire, rimaneva lì, seduta tra i miei pensieri e mi drogava, mi drogava con la sua essenza.

Guardai per l'ultima volta la ragazza che dormiva nel mio letto, poi, con calma, mi alzai e posizionai i piedi sul pavimento.

Avanzai verso la porta e mi fermai per qualche secondo a pensare, dopo aver raccolto il profilattico che avevo usato solo un'ora prima.

Pensieroso avanzai verso il soggiorno, poi, entrai completamente in cucina e vidi che Bonnie stava cantando mentre impastava con le mani in una ciotola.

«Esci?» domandò facendo ondulare i fianchi a ritmo di canzone.

«Si, devo risolvere un problema, nulla di preoccupante.»

«Bene.» disse e in quel momento, inzuppai l'indice nella ciotola e leccai la pelle sporca di una sostanza melmosa dannatamente dolce.

Come il profumo di Fallon.

«Cosa prepari?» domandai guardando mia sorella all'opera.

«Una chiffon cake, è la preferita di Harry.»

«Pensavo stessi preparando qualcosa per il tuo amato fratellone.» affermai ridendo.

«Da quando ami i dolci?»

«Scherzavo Bon, odio i dolci.»

«Ma non eri entrato con quella ragazza? Dove è finita?» domandò aggrottando le sopracciglia, mentre faceva colare l'impasto per la chiffon cake in una teglia a forma di cuore.

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