Capitolo 23

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«Papà?»

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«Papà?»

«Mamma?»

«Fallon amore, vieni, corri ad abbracciarci.» dissero i miei genitori ed io, in quel momento iniziai a correre verso di loro, ma ad ogni passo che facevo, le gambe affondavano nel pavimento.

Era come se i loro corpi fossero fatti d'acqua, erano deformi talmente tanto che mi salirono i brividi sulle braccia, ma io continuai, continuai a correre per raggiungerli.

Quando però arrivai davanti a loro, allungai le braccia verso i loro corpi e nell'esatto momento in cui riuscii a toccare per una piccola frazione di secondo la loro pelle, scomparvero nel nulla, in una fitta nebbia scura.

Mi alzai di scatto, sentendo gli occhi bruciare e il fiatone.

Non mi capitava mai di sognare i miei genitori, soprattutto di sognarli in quella maniera strana.

Mi alzai dal letto e con i piedi nudi raggiunsi la camera di Asher.

Mi mossi nel buio, fino ad arrivare al suo letto, dove mi accoccolai vicino il suo corpo.

«Fallon?» domandò Asher con voce roca e impastata dal sonno.

«Cosa ci fai qui?»

«Ash, ho, ho sognato la mamma e il papà.» dissi sentendo le lacrime scendere dagli occhi.

«Mi chiamavano Asher e io correvo, ma c'era una forza superiore che mi impediva di raggiungerli e poi, poi quando sono riuscita a raggiungerli, neanche il tempo di toccarli che sono spariti in una nebbia scura.» affermai accoccolandomi sul suo petto, mentre le sue mani erano intente ad accarezzarmi i capelli.

«Ei Fall, non piangere, ci sono io.» sussurrò baciando la mia fronte.

«Molte volte i sogni reincarnano i nostri desideri, ma la nostra mente delle volte è cattiva e decide di cambiare tutto, di rendere un sogno, un vero e proprio incubo.»

«Mi mancano tanto.» affermai piangendo.

«Lo so Fall, mancano tanto anche a me.»

Quelle furono le ultime parole che riuscii a sentire, perché le mie palpebre si chiusero e io mi lasciai abbandonare tra le braccia di mio fratello, le braccia più sicure che ci fossero al mondo.

***

Mi svegliai sentendo gli occhi bruciare e quando ci passai una mano sopra, notai che erano costellati da alcune crosticine e a quel punto ricordai, mi ero addormentata piangendo, a causa del sogno che avevo fatto sulla mamma e sul papà.

Mi mossi nel letto decorato da un paio di lenzuola nere, vedendo che al posto di Asher, che durante la notte mi aveva riscaldata, ora c'era una zona fredda.

Mi alzai dal letto e dormiente avanzai verso la cucina, dove mio fratello era intento preparare una sorta di torre di pancake.

«Oh, Ash che bella.» affermai sedendomi sullo sgabello.

Opposites with Similar heartsWhere stories live. Discover now