Capitolo 35

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Nella penombra della mia stanza vedevo solo un piccolo riflesso illuminarsi e muoversi nella lastra di vetro che avevo davanti allo sguardo

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Nella penombra della mia stanza vedevo solo un piccolo riflesso illuminarsi e muoversi nella lastra di vetro che avevo davanti allo sguardo.

Il mio corpo si trovava in quello specchio, vedevo la mia immagina distorta e poi posizionai lo sguardo sul tatuaggio che mi decorava il costato.

Una foglia di alloro scura, che avevo tatuato tempo addietro e che mi ricordava la solitudine che avevo vissuto per quasi tutta la mia esistenza.

Ero cresciuto a Worcester, in quel piccolo paesino del cazzo dove mio padre lavorava.

La mia era una delle famiglia piu benestanti e più in voga del paese, i Murphy erano una generazione di magistrati altolocati e richiesti, tutti dipingevano la mia famiglia come la famiglia perfetta e amorevole, ma nessuno sapeva la verità che si celava dietro quelle foto regali presenti all'interno dei corridoi di villa Murphy.

Nessuno sapeva che io avevo vissuto nell'indifferenza di due genitori troppi occupati a pensare al lavoro.
Nessuno sapeva che il me bambino aveva sofferto quasi ogni notte perché nessuno gli rimboccava le coperte prima di addormentarsi o che nessuno lo svegliava amorevolmente la mattina prima di andare a scuola.

Non conoscevo il significato della parola famiglia, d'altronde quella che avevo avuto era solo una famiglia di facciata, serviva solo a non far cadere il cognome nella vergogna.

Ero privo di sentimenti, come se avessi un blocco che non riusciva a far accendere dentro di me qualche misera emozione, provavo solo solitudine, rabbia e dolore.

Mia madre, lei aveva rovinato la mia vita, con il suo modo odioso di porsi e con le sue parole del cazzo.

Soffrivo del disturbo post traumatico da anni, ne soffrivo a causa sua, di quella donna dai lunghi capelli biondi che ogni notte macchiava di scuro i miei sogni.

Ero solo un bambino, solo un bambino indifeso e in cerca di amore e lei, lei era un diavolo che aveva tentato di porre fine alla mia vita.

Ricordai con un nodo stretto in gola che un giorno uggioso, tornai da scuola e come ogni giorno non trovai nessuno a sorridermi sul porticato di casa mentre camminavo con un pesante zaino poggiato sulle spalle.

Quel giorno entrai in casa e iniziai a camminare tra i vasti corridoio dal pavimento a scacchi grigio e nero di casa mia, fino a sentire una melodia risuonare tra le mura di casa, fino a trovarmi ad un passo dalla morte.

Ricordai che avanzai verso lo studio di mio padre, volevo fargli una sorpresa e posare sulla sua scrivania uno dei tanti compiti di matematica alla quale avevo preso il massimo dei voti, ma quando entrai dentro quella stanza infernale, trovai il caos e nelle orecchie risuonava la melodia della mia canzone preferita.

Mia madre, si trovava in uno stato di trance mentre metteva in subbuglio l'intero studio di mio padre e, quando girò lo sguardo verso di me, iniziò a piangere a a urlarmi contro.

Opposites with Similar heartsWhere stories live. Discover now