Capitolo 32

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Callum, quel ragazzo era indecifrabile, lo era talmente tanto che avere a che fare con lui era paragonabile a cercare di risolvere un rompicapo, uno di quelli super difficili e che mandavano in tilt l'intero sistema nervoso

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Callum, quel ragazzo era indecifrabile, lo era talmente tanto che avere a che fare con lui era paragonabile a cercare di risolvere un rompicapo, uno di quelli super difficili e che mandavano in tilt l'intero sistema nervoso.

Non riuscivo a capire, era incoerente e strano.

Un giorno era dolce, protettivo, l'altro invece era completamente l'opposto e mi chiesi nella sua testa cosa diamine passava?

Aveva picchiato Jacob, lo aveva fatto dopo avermi rifiutata per giunta e a me dispiaceva enormemente per il mio migliore amico, che ora si trovava in macchina con un naso sanguinante.

«Ei Jac, tutto bene?» domandai massaggiando la sua spalla.

«Si Fall, credo che il sangue si sia fermato.» disse sorridendomi flebilmente.

«Dove stiamo andando?» chiesi curiosa, vedendo che Asher aveva preso una strada che non portava al covo.

«Fall non lo sai?»

«Cosa devo sapere?»

«Stasera c'è il NeonParty.» disse Oliver mentre era intento a fumare una sigaretta, ciccando dal finestrino.

«E cosa sarebbe?»

«Un nuovo tipo di festa che organizzano una volta l'anno sulle sponde del fiume, sarà tutto a tema neon e diamine, un amico che è già lì dice che ci divertiremo da matti.» continuò lui.

«Oh, ma io sono ancora vestita da angelo.» affermai guardando le mie ali punzecchiare il soffitto dell'auto.

«Non fa nulla, sarai l'angioletto della serata.» affermò Jacob gettando il fazzoletto sporco di sangue.

Angioletto.
Sentire quella parola uscire dalle labbra di qualcuno che non era Callum era come ricevere una coltellata in pieno petto, perché solo la sua voce disarmante era capace di far crollare le mie barriere e rendermi volubile.

Perché Callum era un demone ed io volevo ardere tra le fiamme dell'inferno con lui, volevo macchiare la mia pelle di peccati, di peccati che portavano il suo nome.

Quando Asher parcheggiò l'auto nello stallo, io non persi tempo e scesi, mentre Oliver e Jacob si mettevano al mio fianco come se fossero i miei bodyguard.

«Avete paura che possa volare via?» domandai ironica.

«Cerco solo un modo per non iniziare un'altra rissa.» disse Jacob guardando in cagnesco tutto i ragazzi che erano intenti guardarmi.

Ero l'unica vestita in quel modo e dovevo ammettere che mi sentivo in estrema suggestione, perché tutti gli sguardi, sia dei ragazzi e sia delle ragazze, erano posto sul mio corpo.

Io e i miei amici, compreso mio fratello, arrivammo nel fulcro della serata e dovetti ammettere che Oliver aveva proprio ragione.

La festa era stata organizzata nei minimi dettagli.

Opposites with Similar heartsTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon