Capitolo 37

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Perché era così tanto brutto e distruttivo pensare a se stessi come un qualcosa di aberrante e disgustoso?

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Perché era così tanto brutto e distruttivo pensare a se stessi come un qualcosa di aberrante e disgustoso?

Mi sentivo quotidianamente e costantemente un errore di fabbrica, un eterno sbaglio che non poteva essere aggiustato con nessun gesto, con nessuna parola.

Niente, niente poteva rimediare ai miei sbagli, alle mie azioni e alle mie parole.

Ero un distruttore, un distruttore di cose belle e forse, lo sarei stato per sempre perché ero sicuro che quella era ormai la mia natura.

Con la mente intrisa di nero mi gettai a peso morto sulla bambagia del mio materasso, coperto da un copriletto color fuliggine che mi fece pensare ai capelli di Fallon, a quei capelli che forse non sarei mai più riuscito a stringere tra le dita.

Mentre ero intento a girarmi e rigirarmi nel letto senza trovare pace, sentii dei passi veloci e pesanti giungere sul pavimento della mia camera e quando alzai il petto e misi a fuoco l'ambiente che mi circondava, vidi Bonnie sventolare una foto davanti al mio viso.

Sbiancai, guardando quel pezzo di carta che raffigurava me e Fallon, stretti l'uno nelle braccia dell'altro in un campo di fiori viola.

Pensare a quel momento fece sobbalzare il cuore e, pensare che qualcuno avesse scattato quella foto in un momento così intimo fece stringere le viscere del mio stomaco e le mie mani in due pugni ferrei e duri.

«Spero sia un fotomontaggio, perché se così non fosse non so di cosa sarei capace, Callum.» disse mia sorella Bonnie rossa in viso.

Io rimasi in silenzio, senza dire una parola mi limitai solo a guardarla negli occhi.

«Questo silenzio vuol dire solo una cosa.»

«Che l'hai scopata, l'hai scopata sul serio.» concluse rabbiosa.

«Quindi? Scopo tante ragazze in una sola settimana, non vedo perché sei così rabbiosa con me.» affermai noncurante di quella situazione.

«Lei non è una ragazza qualunque, lei è Fallon Rogers o il sesso con lei ti ha fatto dimenticare che è una tua nemica?» domandò strappando in mille pezzettini quella fotografia che era capace di far sguazzare il cuore nel mio petto.

«Non sono tenuto a darti spiegazioni, se mi va di scopare la nemica, lo faccio, senza alcun tipo di rimorso o pensiero.» continuai guardandola negli occhi e prendendo a toccare le venature del copriletto.

Non mi resi conto delle mie parole, mi resi conto solo della forza con cui Bonnie fece scontrare il palmo della sua mano con il mio viso.

«Sei uno stronzo!» urlò incontrollata con le lacrime che le rigavano il viso.

«Avevi promesso che non l'avresti mai fatto!
Mi avevi detto che non ti saresti mai legato a lei, in nessuna maniera!» continuò tirando dei forti pugni sul mio petto.

Opposites with Similar heartsWhere stories live. Discover now