Capitolo 43

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In quel lasso di tempo era come se avessi vissuto una vita parallela

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In quel lasso di tempo era come se avessi vissuto una vita parallela.

Io dormivo, non riuscivo a muovermi, nemmeno ad aprire gli occhi, ma sapevo, sapevo tutto ciò che stava succedendo attorno a me.

Sapevo che Bonnie era distrutta, che piangeva e che le sue lacrime cadevano sul mio corpo.

Sapevo che Mason, che Thomas e che Harry non stavano giocando più a Cod, perché volevano aspettare che io mi svegliassi per stracciarmi durante le partite.

Sapevo che Fallon, che quella piccola ragazzina impertinente scappava di casa e che Mason la andava a prendere per farla entrare di nascosto in quella stanza d'ospedale.

Lei, avevo sentito il cuore vibrare quando le sue manine toccavano il mio corpo o quando i suoi capelli solleticavano il mio petto coperto da ventose di macchinari.

Quando lei era vicino a me, volevo aprire gli occhi e volevo dirle che l'amavo e che non l'avrei più lasciata.

Lottavo, lottavo contro il mio stesso corpo per riuscire a stringerle la mano, ad afferrare il suo corpo e avvicinarlo al mio, ma non ci riuscivo.

C'era qualcosa che bloccava i miei movimenti e mi sentivo male.

Stavo male, perché lei piangeva su di me, si dimenava ed io volevo fare qualcosa per cessare il suo dolore, ma non potevo, ero rinchiuso nel mio stesso corpo.

Quel pomeriggio mi alzai dal letto e inghiottii circa tre pasticche, una serviva ad alleviare il dolore, un'altra ad espandere i vasi sanguigni e l'altra ancora a tenere la pressione sotto controllo.

Mi avvicinai allo specchio, barcollando leggermente e spogliai il petto.

Avevo passato gli ultimi dieci giorni a cercare di non guardare le condizioni del mio braccio, ma dovevo vederlo, era giunto il momento.

Passai lo sguardo prima sul petto e poi, sul braccio.

Mi salì un conato di vomito, ma dovetti continuare a guardarlo e a soffrire.

Il braccio era integro, ma possedeva diverse cicatrici.

La pelle era rossa, a tratti violacea ed era dannatamente raggrinzita.

Tutti i miei tatuaggi che si trovavano in quella zona, erano spariti, non c'era neppure più un tratto bruno a decorarlo, solo cicatrici su cicatrici.

«No, ti prego no.» piansi gettandomi sul pavimento, sentendo le ginocchia dolere.

Guardai ancora il braccio e iniziai a tirare dei forti pizzichi su quella pelle, sentendo un dolore immane espandersi.

Opposites with Similar heartsWhere stories live. Discover now