Capitolo 9

2.2K 131 30
                                    

ISABEL

Oh santo cielo!

Il tempo si è fermato. Sono certa che se in questo momento mi voltassi verso l'orologio che è appeso sulla parete, vedrei che le lancette sono ferme. È tutto così terribilmente fermo. Neanche i granelli di polvere che ricoprono questo pavimento si stanno muovendo.

L'unica cosa che riesco a percepire che si stia muovendo è il mio corpo. Cazzo, il mio corpo sta tremando dalla testa ai piedi e la mia pelle si sta riempendo di brividi.

Trevor è qui, davanti a me. C'è solo un vetro a separarci.

Cazzo, quanto è bello. Era così bello anche prima?

Mi mordo il labbro inferiore. Ho bisogno di un po' di dolore per rendermi conto che tutto questo sia reale. Sì, ha fatto male perciò...

Porca puttana, è tutto vero! Trev è davvero qui davanti a me

Il suo sguardo va dai miei occhi alla mia bocca e il tremore del mio corpo aumenta considerevolmente.

Fa un passo in avanti e io faccio esattamente la stessa cosa. In un attimo ci ritroviamo seduti, con ancora quel maledetto vetro tra noi.

Trevor poggia i palmi su quel vetro e io faccio la stessa cosa. Vorrei sentire il calore delle sue mani, la loro ruvidezza che mi faceva impazzire ogni volta che mi toccava, invece no. Sento solo quanto sia freddo questo vetro.

Trev stacca una mano e indica quella specie di telefono che è vicino alle nostre orecchie.

Lo afferro e lo avvicino a me. Sento il suo respiro pesante attraverso quell'apparecchio.

Vorrei sentire il suo respiro addosso.

"Ciao, fiorellino" dice e a quel punto non riesco più a trattenere le lacrime.

È così la sua voce. È così. Come ho fatto a essere così stupida da dimenticarla? Come ho fatto a dimenticare quanto siano belli questi occhi? Come ho fatto a dimenticare qualcosa di così bello?

"Ciao, Trev" sussurro.

La mia voce sembra non voler uscire, ma noto subito che il braccio di Trevor si è riempito di brividi.

"Buon compleanno".

Io sorrido.

"Grazie".

Cavolo, non so cosa dirgli. Vorrei dirgli così tante cose, ma in questo momento non me ne viene in mente nessuna. Vorrei solo restare qui a guardarlo. I miei occhi si stanno beando della sua vista.

"Mi sei mancato da morire" dico, tirando su con il naso e tentando di fermare le lacrime per un attimo.

"Anche tu mi sei mancata, fiorellino. Non immagini nemmeno quanto".

Le nostre parole sono sussurri. Sembra che nessuno dei due voglia rompere il silenzio religioso che regna in questa stanza. Ci siamo solo noi.

I nostri sguardi sono fermi sulle nostre mani che vorrebbero toccarsi veramente senza questo maledetto vetro in mezzo.

"Dio, quanto sei bella" dice, guardandomi tutta, o almeno fin dove il vetro gli permette di vedere.

"Tu sei bellissimo" lo correggo. "Sembri diverso...sembri...più grande".

Ha perso molte caratteristiche da ragazzo. Adesso sembra più un uomo. Non è più un ragazzino, ha ventuno anni e sembra...qualcosa di troppo bello per essere vero.

Lui ride per il mio commento e il suono della sua risata fa battere più velocemente il mio cuore. Le farfalle nel mio stomaco stanno facendo un rave party e il mio cervello... be', forse non si è ancora acceso.

Tutte le notti della tua vita 2Where stories live. Discover now