Capitolo 19

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ISABEL

Da quando mi sono laureata il tempo è passato più in fretta. Non sono stata ferma un minuto e sono veramente felice di come stanno andate le cose.

Grazie al mio voto di laurea è stato più facile venire a contatto con personalità più influenti nel mondo dell'editoria, inoltre si è diffusa la voce della mia libreria e dei progetti che continuo a portare avanti.

Sono riuscita ad allestire un piccolo bar. Mi occupo di tutto io ed è un po' difficile, ma non sono certa di riuscire a prendere qualcuno con me. Spesso viene Christine a darmi una mano, soprattutto durante le ore dei compiti dei bambini e delle presentazioni dei giovani scrittori. Mi rifornisce di biscotti e dolcetti. Il suo è un aiuto troppo prezioso. Non ho idea di cosa avrei fatto senza la mia Christine.

Questo pomeriggio mi ha detto che non riuscirà a passare. Mi dispiace perché è da un po' di giorni che non la vedo, ma ha iniziato ad avere qualche problema di salute e sono sempre più preoccupata. Ha raggiunto la settantina e non vuole smettere di lavorare. È sempre in giro, sempre al lavoro e io tento di convincerla ad andare in pensione, ma lei non vuole mollare. Dice che se andasse in pensione si annoierebbe, ma non può nemmeno continuare con questi ritmi.

Sono appena le quattro del pomeriggio e io sto aspettando che i bambini arrivino per fare i compiti.

Da quando ho finito l'università posso dedicarmi a tempo pieno alla mia libreria e le cose sono diventate molto più facili. La sera non vado a dormire stanca morta, anche se dormo ancora su quel maledetto divano.

Devo impegnarmi per trovare una soluzione migliore, ma voglio aspettare di avere più risparmi perché quelli che ho sono per le emergenze. Non si può mai sapere quello che potrebbe succedere ed è sempre meglio essere pronti.

Di certo smettere di pagare la retta universitaria e l'abbonamento per i mezzi pubblici è stato un grande aiuto, ma ho dovuto aiutare anche Christine, che si è ammalata e che ha tenuto il suo forno chiuso per un mese. Le ho dato una mano a tirare avanti in quel periodo e alla fine ho dovuto rinunciare a un nuovo divano, magari più comodo, per me.

Sto guardando alcuni libri che sono stati consegnati questa mattina e che devo ancora sistemare, quando sento suonare la campanella sopra la porta.

Mi volto e mi rendo conto che i primi bambini stanno iniziando ad arrivare. Faccio accomodare loro nella saletta, mentre accolgo i genitori ai quali preparo qualche caffè, qualche cioccolata calda e qualche tè, mentre ad alcuni ho anche venduto un libro.

Subito dopo aver finito con i genitori, vado nella saletta e dedico tutto il pomeriggio ai bambini.

Più passano i giorni e più mi rendo conto di quanto mi piaccia passare il tempo con loro. Non sono mai stata una grande amante dei bambini, ma spesso mi ritrovo a guardarli incantata. A volte tirano fuori delle idee geniali e io rimango sempre più sorpresa dalle loro capacità. Mi piace la purezza che c'è nei loro pensieri, i rapporti di amicizia che riescono a stringere, il modo in cui i più grandi tentano di aiutare i più piccoli.

"Isabel" mi chiama uno di loro.

"Dimmi, Fred" rispondo.

Ormai li conosco tutti. Alcuni di loro vengono a fare i compiti nella mia libreria da anni e io li adoro tutti, dal primo all'ultimo.

"Non è che mi aiuteresti con questa cosa?"

"Certo, dimmi cosa devi fare".

"Devo scrivere un tema sulla mia famiglia" mi dice.

Conosco bene la sua situazione. Non ha più i genitori. Sono morti l'anno scorso a causa di un incidente stradale e lui è stato affidato ai nonni. Loro sono amorevoli e gentilissimi, ma quel piccoletto sente una mancanza infinita per i suoi genitori.

Tutte le notti della tua vita 2Where stories live. Discover now