13. Pubblica sicurezza (II)

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«Anche voi due dovrete seguirmi per accertamenti.» dispose il comandante, rimasto solo nei pressi dei due giovani. «In considerazione di quanto ho visto e sentito, ritengo non necessarie misure coercitive nei vostri confronti. Tuttavia, non esiterò a rivedere la mia posizione, nel caso intendiate opporre resistenza.» concluse, puntando nuovamente il teaser che, nel frattempo, aveva recuperato i due elettrodi.

Nathan valutò la situazione. L'MK-II era un modello inadatto alla corsa; tuttavia, aveva già visto la rapidità e la precisione con cui il sorvegliante era in grado di azionare la propria arma. Quest'ultima, però, poteva sparare soltanto un colpo alla volta, e necessitava di un certo tempo per essere ricaricata: uno di loro due avrebbe forse avuto la possibilità di allontanarsi.

Cosa doveva fare? Chi rischiava di più da quell'arresto?

Se suo padre lo avesse ritrovato, avrebbe di certo fatto in modo di riparare all'errore della volta precedente, ponendo fine alla sua esistenza. Era pur vero che, però, lui non poteva sapere se Allison avesse qualche trascorso con la giustizia, tale da farle rischiare il carcere o la pena di morte, che veniva somministrata con fin troppa leggerezza nei confronti di chi proveniva dai bassifondi.

Doveva forse concederle cavallerescamente di mettersi in salvo al suo posto? Forse glielo doveva.

Fu di nuovo Bubi a trarlo d'impaccio. Non visto, era sgattaiolato alle spalle di chi minacciava il suo bambino. Con il braccio sano, infilò il manico di uno dei mestoli di Allison dietro al ginocchio dell'avversario, e applicò una leggera torsione nel punto giusto. L'articolazione cedette di schianto, e il robot si ritrovò genuflesso a terra prima ancora di capire cosa fosse successo.
Nathan prese Allison per un braccio e la scosse.
«Scappiamo!» propose.
Dato che non c'erano esseri umani in pericolo, il guardiano diede priorità alla propria sicurezza, e sprecò il primo colpo contro l'unica cosa che potesse minacciarla: Bubi.
Per fortuna, però, il travestimento in qualche modo schermò l'androide, proteggendolo dalla scossa elettrica.

***

Gli ascensori carichi di persone vennero azionati e, mentre un solo agente restava a guardia dei prigionieri, gli altri si gettarono all'inseguimento dei fuggiaschi: per quanto fossero lenti, sapevano correre, dopotutto. Ed erano tutti armati.

Guardandosi intorno, il rampollo di casa Mayer si rese conto che il loro maldestro tentativo di mettersi in salvo aveva poche speranze di riuscire: Bubi arrancava, appesantito dalla copertura metallica; le sue ruote faticavano a fare presa nel terreno arido e sabbioso, concepite com'erano più per il pavimento di una cameretta che per gli ambienti esterni; lui stesso non si era ancora ristabilito del tutto e, nonostante fosse riuscito a raggiungere una buona andatura un po' zoppicando e un po' saltellando, era certo di non poterla mantenere a lungo.

Avevano bisogno di un mezzo di trasporto, altrimenti erano spacciati.

Seguendo l'ispirazione del momento, puntò con decisione un vecchio camioncino a scoppio, sul cui cassone un commerciante di parti di ricambio per androidi aveva esibito la propria merce.
Il ragazzo sapeva tutto sui veicoli antichi, pur avendoli visti soltanto al museo e nei libri.
Allison cercò di trattenerlo, quando lo vide arrampicarsi al posto di guida.
«Sei pazzo? Questo coso avrà duecento anni!»

«Salta su!» Replicò lui, per tutta risposta.
Il fatto che il furgone sembrasse ben conservato e, soprattutto, le tracce lasciate dalle ruote nel terreno arido, avevano fatto pensare al ragazzo che potesse trattarsi di qualcosa di più che un mero espositore per il mercato.
Pregando di non essersi sbagliato, si mise al volante e girò la chiave.

Il motore tossì, girò a vuoto alcune volte e, infine, si avviò.
Il proprietario lo raggiunse sbraitando, deciso a farlo smontare.

Nathan gli aprì lo sportello addosso con un calcio, colpendolo proprio in faccia e facendolo stramazzare al suolo.
Mentre richiudeva la portiera, si sforzò di combattere il rimorso: l'unica colpa di quel poveraccio era essersi trovato sulla sua strada.

Innestò la retromarcia e, mentre già il veicolo aveva iniziato a muoversi, gridò alla sua compagna: «Prendi Bubi!»
Si fermarono a mezzo metro dal robottino che arrancava pietosamente nella sabbia, ormai quasi raggiunto dai guardiani.

La giovane si accucciò, infilò le mani nei fori nella scocca della tata artificiale da cui fuoriuscivano le braccia meccaniche e, facendo perno sulle gambe, la tirò a bordo d'impeto, stando attenta a farlo ricadere accanto a sé, anziché addosso.

Il camioncino ripartì sgommando.

Il più vicino dei due guardiani sparò, ma gli elettrodi colpirono la sponda del vano di carico, staccandosi subito.

Allison tolse a Bubi la sua coperta di ferro e, con un gesto identico a quello con cui i pescatori dell'antichità gettavano le proprie reti, la lanciò contro l'inseguitore.
La trappola improvvisata lo colpì alla testa, avviluppandovisi intorno; l'automa incespicò, perse l'equilibrio, e infine rovinò lungo disteso sul fianco, facendo inciampare e cadere anche quelli che lo seguivano.

Nathan guardò nello specchietto: gli inseguitori avevano qualche difficoltà a rialzarsi, incastrati tra loro com'erano; l'autocarro aveva ormai preso velocità.
Valutato che le possibilità di raggiungerli erano scemate, il capo decise di richiamare tutte le unità, anziché farle allontanare troppo dall'unica via di ritirata disponibile.

Mentre inseriva la quinta, il giovane non riuscì a reprimere un largo sorriso.
«Ah no, papà? La realtà aumentata non serve a niente? I simulatori di guida vintage sono solo uno spreco di tempo?»
Destreggiandosi tra macerie, cumuli di immondizia e collinette punteggiate di ciuffi d'erbaccia ingiallita e Bambosso dei Sopravvissuti, cominciò a ridere, senza riuscire a fermarsi.

  «Ah no, papà? La realtà aumentata non serve a niente? I simulatori di guida vintage sono solo uno spreco di tempo?» Destreggiandosi tra macerie, cumuli di immondizia e collinette punteggiate di ciuffi d'erbaccia ingiallita e Bambosso dei Sopravv...

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SPAZIO AUTORE

Godiamoci uno dei rari momenti in cui Nathan non è del tutto inutile XD

Ho cercato di fargli usare la testa, e devo dire che è stato bravo a cavarsela, considerato che nessuna delle situazioni in cui si era cacciato era particolarmente buona!

Che altro dire? Non ho resistito alla tentazione di scrivere un capitolo di azione.

Spero vi sia piaciuto anche se il taglio di questa storia è leggermente diverso e, come sempre, grazie a chi vorrà farmi notare eventuali inesattezze o parti poco fluide.

BAZZA DI TORDO 2172Where stories live. Discover now