26. Arresto (I)

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Nathan rientrò per la prima volta in casa propria trascinandosi dietro Edgard, che aveva legato con delle fascette da elettricista trovate in una cassetta per gli attrezzi di uno sgabuzzino e, per sicurezza, anche imbavagliato, ficcandogli in bocca uno straccio polveroso rinvenuto in un cantuccio.

La prima cosa che fece fu disattivare X1, il maggiordomo di suo padre. Sapeva per certo che, avendo supervisionato l'amputazione del suo dito senza battere ciglio, l'androide doveva aver subìto delle modifiche alla prima legge. Per fortuna, nemmeno il genitore si fidava completamente del suo assistente, e teneva sempre in tasca un telecomando di emergenza.

Appena lo vide, Nathan azionò il comando a distanza e lo spense, senza dargli nemmeno il tempo di parlare.

Fece quindi inserire Bubi nell'impianto domotico, attraverso il quale il minuscolo robot, secondo le sue istruzioni, spense tutti gli altri servitori meccanici e disinserì l'assistente virtuale e la IA che gestiva ogni aspetto della casa, dal condizionamento all'illuminazione, passando per la gestione delle mail e il sistema di allarme.

«Se posso permettermi, signorino Nathan, direi che avete avuto delle ottime intuizioni. Ora la casa è certamente sicura.»

«Ne ho abbastanza di macchine che vogliono uccidermi.» sentenziò il giovane. Fino a poche settimane prima, non avrebbe potuto nemmeno immaginare una vita senza il costante ausilio delle intelligenze artificiali, ma dopo la vita in quella casetta, in compagnia di Allison, le sue priorità erano cambiate. Ripensare a lei gli fece male al cuore, e dovette ripetersi ancora che forse era meglio che le cose andassero così.

Rimanere concentrato su quei compiti pratici gli sarebbe certamente stato d'aiuto.

«Scarica gli schemi tecnici di ogni cosa possa nuocerci in casa: le smonteremo e toglieremo loro le batterie, anche quelle tampone, a cominciare da X1. Dopodiché, procurati tutto il materiale che ti è necessario per programmare una nuova interfaccia di controllo della casa. Voglio che sia tutto soggetto al mio controllo manuale, dalle serrature delle porte, alla ventilazione. Rimuovi completamente la vecchia IA e l'assistente virtuale, fai in modo che non possano mai più essere riaccese.»

Certo, forse era un tantino paranoico. Ma aveva scoperto, muovendosi nelle terre selvagge, come prendere maggiori precauzioni prima di mettersi in viaggio potesse fare la differenza tra la vita e la morte.

Chiusero Edgard in un ripostiglio, incuranti dei suoi pietosi mugolii; spostarono una ingombrante chaise longue davanti alla porta e ci misero sopra anche un antico e pesantissimo vaso ornamentale, di modo che, se anche il prigioniero fosse riuscito per miracolo a liberarsi, non avrebbe potuto uscire di là senza fare rumore.

Quindi si misero al lavoro con impegno.

Ormai Bubi stava facendo pratica in quel tipo di attività, e riusciva a supportare Nathan con sempre maggiore facilità ed efficacia, intuendo quando doveva tenere e quando lasciare, quando avvitare e quando fare forza.

Al termine, il ragazzo si stese sul magnifico divano a dodici posti, sul quale non aveva mai visto più di tre persone. Ripensò a come era sempre stata vuota d'affetti la sua vita, fino al giorno in cui una sconosciuta e il suo lupo l'avevano salvato, e a come lei avesse messo in gioco tutta sé stessa per aiutarlo.

«Provo a dormire un po'» mormorò, cercando di non farsi travolgere dalla malinconia.

«Nel frattempo, tu ordina sullo store online la memoria più grande che pensi di poter supportare, e un nuovo blocchetto di ricarica. Priorità 1, facciamo fruttare quell'abbonamento. Installerò i componenti appena arriveranno e, quando ti sarai ricaricato del tutto, andremo a denunciare mio padre...» esitò un attimo «e a trovare Alley.»

***

Si addormentò come un sasso e, quando si svegliò, dopo un paio d'ore di sonno tormentato, praticamente ogni abitante di Eurasia-2 aveva ormai visto almeno una volta i video caricati da Bubi, in cui il capofamiglia delle industrie Mayer dichiarava i suoi piani.   

Il minuscolo automa non era rimasto inattivo, durante il suo riposo: era riuscito a risalire agli spostamenti dei files compromettenti, stabilendo che erano archiviati in una memoria fisica di un ufficio della E.U. Robotics and Cybernetics.

Allison gli aveva insegnato ad assegnare la giusta priorità ad ogni cosa che c'era da fare, e Nathan si sforzò di applicare il metodo anche in quei frangenti così drammatici.

Come promesso, sostituì con la nuova porta di ricarica il rattoppo di fortuna con cui aveva mantenuto in funzione Bubi fino a quel momento e, dopo aver duplicato i dati, montò anche la nuova memoria, per dargli la possibilità di scaricare e archiviare qualsiasi cosa gli fosse potuta servire.

Quindi, sempre con l'auto a noleggio, andarono a recuperare le informazioni nascoste e, dopo averne scaricato una copia dentro a Bubi e un'altra nel suo precedente hard disk, accuratamente formattato in precedenza, si diressero al tribunale, trascinandosi dietro il colpevole.

La notizia dell'arresto di Edgard Flynn si era diffusa in modo dirompente, come un'esplosione.

Quando fecero il loro ingresso nell'atrio principale, lo trovarono già gremito di giornalisti umani e olocam automatiche. Uno stuolo di robovigili aprì un cordone per farli passare, e lui e Bubi camminarono a testa alta, spingendo davanti a loro l'imputato in malo modo.

Il giovane espose le accuse in modo chiaro e sintetico, quindi Edgard venne preso in consegna da due robot.

«Non finirà così!» grugnì, livido di rabbia. «I soldi sono potere! Io ho il potere, e non sarai tu a fermarmi, né nessun altro.»

Nathan avvicinò il volto al suo, e gli sussurrò: «Il denaro è sempre stato di mamma. Non c'è nulla di tuo e, ora che sei indagato per svariati crimini, compreso il mio tentato omicidio, sei stato interdetto, ed è tutto tornato in mano mia, fino all'ultimo centesimo. L'unico potere che ti rimane è quello di rimanere in silenzio, e conservare quel briciolo di dignità che ti resta.»

Edgard sgranò gli occhi, sconvolto da quella risposta, ma lui non gli diede il tempo di rispondere, e soggiunse alla coppia di automi: «Portatelo via.»

Prima di uscire, rilasciò una dichiarazione, accertandosi che ogni emittente presente all'ingresso fosse in grado di raccogliere la sua testimonianza.

Ci teneva a impedire che il caso potesse essere in qualche modo insabbiato. Anziché concentrarsi sulla sua vicenda personale, snocciolò tutti i nomi coinvolti, sapientemente estrapolati da Bubi dall'enorme mole di dati: amministratori delegati, pezzi grossi della finanza e della politica, teologi e filosofi.

«L'elenco dei cospiratori verrà pubblicato sul sito internet della Mayer's Investment» proclamò alla fine «in modo che nessuno possa sottrarsi alla giustizia. Sempre sul sito, caricherò anche le scansioni degli accordi sottoscritti da questi "signori"» insistette, calcando l'accento su quest'ultima parola «che, per evitare di essere in qualche modo intercettati, hanno firmato addirittura dei contratti cartacei, come i migliori massoni dell'antichità.»

Se ne andò senza rispondere a nessuna domanda, si ficcò in auto e ordinò come destinazione la clinica privata.

BAZZA DI TORDO 2172Where stories live. Discover now