Capitolo 14: Comunicazione non verbale

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" Poi mi bacia, ed è solo un bacio. Niente di pù. Ma in quelche modo significa più di tutto il resto." Jennifer Niven, "Respiro solo se tu"

Per raggiungere i bagni e le docce in campeggio, bisognava percorrere una viuzza stretta e poco illuminata. Prima in incontrare Asia, io ed Anna ci andavamo insieme dopo cena.

Sono sempre stata una persona abitudinaria e non avevo intezione di rinunciare alla mia quotidianità, soltanto perchè la mia amica si era affezionata ad un'altra. 

Tommaso quel giorno era rimasto in camera a leggere ed io un po' per orgoglio, un po' per timore, non avevo osato disturbarlo ancora ed ero andata in piscina a prendere il sole. 

Mi tolsi i vestiti ed infilai l'accappatoio, stringendolo bene in vita, presi shampoo e bagnoschiuma e mi incamminai verso le docce, ripensando alla discussione avuta la mattina con Tommaso.

Quella sera si era fulminato un altro lampione, perciò metà della strada era inghiottita dal buio, camminavo lentamente, sentivo mille brividi correre sulle mie gambe nude, il mio respiro rimase bloccato in gola, finchè non passai la casa di Simone e dei suoi amici, più avanti c'era una casetta molto piccola con forse solo una o due stanze, che Asia aveva preso per sè, si era allontanata molto dagli altri e pensai fosse per quella lite con Simone. 

Sentivo un gufo in lontananza sbattere le ali, mentre le zanzare in gruppo cercavano di attaccarmi le gambe, io mi dimenavo invano, cercando di scacciarle. 

- Che strana danza è mai questa?- Una voce roca e profonda invase l'aria, riuscivo a visualizzare nella mente la sua espressione, il suo sorriso sbilenco, mentre con una mano si accarezzava i capelli rossi.

- Ciao Simone- dissi senza nemmeno voltarmi 

- Ciao Rosa, come stai?- 

- Bene, grazie- 

Lui sorrise e cercò di stuzzicarmi: - Sai, solitamente dopo il "bene, grazie" si chiede "e tu"?- 

Sbuffai sonoramente mentre velocizzavo il passo: - E tu?-

- Mah, non c'è male- mi stava dietro, capii troppo tardi che era intenzionato a restare, - Stai cercando guai, eh?-

- Come, scusa?-

- Giri nuda in un campeggio, al buio, di notte- mi fece presente, squadrandomi dall'alto in basso, percepii di nuovo i suoi occhi su di me, diventai rossa e per una volta il buio fu dalla mia parte e nascose il mio imbarazzo. 

- Lo vedi?- dissi, facendogli notare il mio accappatoio per smentire le sue parole

- Purtroppo sì, non ne avevi uno più sobrio? Il viola non ti dona e poi porta sfortuna- sentenziò con voce monotona

- Sei venuto fin qui per farmi la critica?- Chiesi irritata

- No, anzi volevo scusarmi- per un attimo non credetti alle mie orecchie, poi continuò - Sai, per quella sera... mi dispiace, non avrei dovuto, ho rovinato tutto, avremmo potuto passare due settimane a divertirci insieme, invece a causa mia ci siamo separati ed odiati a vicenda- 

- Accetto le scuse, ma non ti perdono- la mia voce era fredda, tagliai corto, perchè ero, o meglio eravamo quasi arrivati alle docce, volevo solo dimenticare Simone e lasciarmi sommergere dal getto di acqua calda.

- Aspetta, non andare- nel pronunciare quelle parole mi prese dolcemente per un braccio, senza stringere, mi fece  voltare verso di lui. 

Ero spalle al muro, due passi più avanti c'erano le porte automatiche dell'ingresso ai bagni e alle docce, sentivo freddo e non volevo assolutamente parlare ancora con lui.

Ricordi a gallaWhere stories live. Discover now