Capitolo 17: Per una buona ragione

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" Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità" Jk Rowling, "Harry Potter e la pietra filosofale" 

Quando arrivai a casa, notai subito la panda gialla di mia mamma parcheggiata in giardino, cercai di fare il più piano possibile, legai la bici, presi le chiavi e le inserii lentamente nella serratura con movimenti fluidi e attenti.

Fu tutto inutile, perchè appena aprii la porta, vidi mamma e papà in piedi, in salotto e con le braccia conserte, che nella comunicazione verbale signifano soltanto guai in vista.

- Scusate...- sussurrai

- Ti rendi conto di quanto siamo stati in pensiero per te? No, evidentemente non ti rendi affatto conto!- Urlò mamma, iniziando a gesticolare e a camminare per casa, un' abitudine di quando era nervosa, che io avevo ereditato.

- La mamma ha ragione- disse poi mio padre, che in queste situazioni stava attento ad ogni parola che usciva dalla sua bocca e si assicurava sempre di sostenere mamma.

- Dove sei stata?- Mi chiese lei, continuando a girare intorno al tavolo con passi svelti, ma non ebbi il tempo di rispondere che proseguì: - Dio! Potevi morire!-

- Mamma!- La chiamai

- Potevi essere già morta e nessuno lo avrebbe saputo in tempo!- Continuò

- Mamma!- Replicai

- No, niente mamma. Potevi farti male! Finire in ospedale o... o sotto terra!- 

- Mamma, non esagerare-

- Esagerare? Esagerare? Mi prendi in giro? Te ne sei andata e noi stupidi, convinti che andavi dal dottore ti abbiamo detto "Va bene tesoro, ci vediamo dopo!" e tu... oh, tu non torni più! Te ne vai a spasso, tu!- le sue mani si agitavano veloci mentre parlava.

- Tesoro, aspetta, lasciala parlare, almeno capiamo cosa le passa per la testa- si intromise papà, ma se ne pentì un istante dopo, perchè la mamma lo fulminò con i suoi occhi blu, scuotendo la testa ricoperta di boccoli biondi a destra e a sinistra in segno di resa.

- Sono andata da Anna e poi da Tommaso- dissi allora

- E non potevi andarci prima o dopo o... Cristo! Non potevi andarci un altro giorno e... e...- La mamma si fermò e si appoggiò a una sedia, esausta.

- E dircelo- concluse papà, avvicinandosi a me.

- Dovevo farlo oggi, dovevo farlo subito- mi spiegai.

- Rosa, è successo qualcosa? Qualcosa che dovremmo sapere? Insomma, quello che voglio dire è: hai un motivo valido per giustificarti, si o no?- 

- Sì, papà. Sono miei amici e dovevo vederli. Questo è un motivo valido- risposi convinta

- No, non lo è. Non lo è e basta! Gli amici li vedi sempre, non ti abbiamo mai dato restrinzioni, Rosa e forse è proprio questo il problema- Si intromise mamma con voce dura.

- Mamma, tu non capisci!- Urlai, la rabbia mi assaliva, avrei potuto spiegarmi meglio e loro forse non si sarebbero arrabbiati,  ma la verità è che proprio non mi andava. Avevo sedici anni e volevo una vita mia, volevo fare le mie scelte e poi magari anche sbagliare, ma sempre senza dover dare spiegazioni. Ma come ho già detto, avevo sedici anni e gli adulti, che stavano in piedi davanti a me e mi guardavano negli occhi, avevano il compito di proteggermi e volevano che condividessi la mia vita fuori casa con loro. 

- Cosa devo capire, Rosa? Spiegamelo.- 

- Non capisci e basta, non c'è nulla da spiegare, tanto per voi Anna e Tommaso non sono nulla!- 

Ricordi a gallaWhere stories live. Discover now