"-Hai visto le stelle, Enajat?-
-Cosa c'entrano le stelle?-
-Contale, Enajat.-
-E' impossibile, sono troppe-
-Allora comincia- ha detto la mamma -altrimenti non finirai mai-"
"Nel mare ci sono i coccodrilli" di Fabio Geda
Lessi quella lettera la sera stessa, dopo il funerale e fu come se tutto si svuotasse di significato, come se il mondo decidesse di darmi il colpo di grazia.
Ripiegai il foglio di carta intriso di lacrime a tal punto che non si riuscivano più a distinguere alcune parole, lo appoggiai sul comodino e senza pensarci, come d'istinto, aprii la finestra della mia stanza per vedere le stelle.
Quella notte il cielo era coperto da grosse nuvole nere, che annunciavano un temporale di fine estate, l'intero vicinato sembrava inghiottito dal buio. Uno strano silenzio avvolgeva ogni casa, rimasi sorpresa, perchè solitamente le persone d'estate vanno a dormire più tardi, ma quella sera sembravano essere già tutti sprofondati nel sonno, catturati dalla morsa di Morfeo.
Con il naso all'insù, guardavo le nuvole, aspettando che si spostassero, mi sarebbe bastato vedere le stelle anche solo per un secondo. Volevo soltanto assicurarmi che Anna non le avesse portate via con sè.
Il mare sembrava essersi quietato, sentivo il rumore in lontananza trasportato dal vento e l'eco prodotto dagli stretti vicoli del paese. Ascoltavo quel suono e mi accorgevo che mai più sarebbe stato lo stesso, il rumore delle onde per me significava soltanto dolore.
Ripensai a ciò che era successo quel pomeriggio, alle parole dei ragazzi, ai sensi di colpa che emersero l'uno dietro all'altro. Ero confusa e nonostante avessi giurato a me stessa che non avrei mai più parlato con le stelle, ancora una volta mi rivolsi a loro:
- Mi manca tanto... come si vive senza una persona importante? Ma soprattutto, come si può diventare grandi, da soli? Lei mi amava, voi lo sapevate? Lei mi amava... ed io? Io cosa ho fatto? Sono stata capace di amarla? Tutti amavano Anna e adesso nessuno avrà più il coraggio di alzare il capo per guardarvi la notte. Maledette stelle, lei vi adorava e voi ve la siete portata via... non mi perdonerò mai di aver permesso che salisse su quel pedalò. Se potessi tornare indietro le direi: "Dai, Anna, ma che vuoi fare con quello? L'acqua e fredda e dicono siano tornate le meduse... non vorrai mica farti pungere?" e l'avrei trascinata via, avremmo corso tutti e tre, fino a non avere più fiato, sollevando la sabbia e ridendo come bambini all'uscita di scuola.
Tutto ciò però, non è mai successo e l'unica cosa che mi resta da fare è immaginare di averla salvata, di poter prendere la bici di nascosto e pedalare verso casa sua, entrare ed esclamare: "Anna! Allora? Le hai viste le stelle stasera?"-
Un forte tonfo interruppe bruscamente il mio monologo, seguì un fumo bianco proprio lì, dove avevo appoggiato i miei pensieri, dopo di chè tutto si accesse di una luce intensa e rossa, che si espanse tra le nuvole. Erano fuochi d'artificio, che veloci saettavano nel cielo, esplodevano e rilasciavano migliaia di scintille colorate, che frigolavano cadendo giù. Qualcuno stava festeggiando, pensai ed iniziai a immaginare che quei fuochi provenissero da un diciottesimo, in cui il festeggiato e i suoi amici ballavano e cantavano ubriachi, per poi essere sorpresi e sussultare come me, ai primi boati.
- Ricordi a galla... - dissi sottovoce.
- Fuochi d'artificio!- esclamò la piccola Anna nella mia testa, saltellando e facendo ondeggiare la frangetta sugli occhietti vispi.
- Ma non è vero! Stai imbrogliando! Ti inventi i ricordi, noi non li abbiamo mai visti insieme!- Strepitò il piccolo Tommaso, indispettito e con le sopracciglia corrugate.
- Non sto imbrogliando, li abbiamo visti al mio diciottesimo- disse Anna con convinzione.
- Ma tu hai undici anni- le fece notare lui.
- E quindi? Al mio diciottesimo, quando sarò grande, vedremo insieme i fuochi-
- Ma non funziona così il gioco- Il bambino sbuffò, poi si rivolse alla piccola me, che lo guardava incantata - Rosa, spiegaglielo di nuovo, non capisce niente questa qui!-
- Non è vero, ho capito benissimo!-
- No, invece!-
- Si, invece!-
- Anna, devi dire un ricordo, quindi una cosa che è successa in passato, in cui c'entrino qualcosa i fuochi d'artificio, capito?- Le spiegai allora.
- Sì, ma se questa cosa succederà sicuramente, al 100%, allora perchè non posso dirla adesso?-
- Perchè non è un ricordo!- Ribattè arrabbiato Tommaso.
- Stai zitto tu!-
- Ma stai zitta te!-
- Tommaso ha ragione, Anna, non è ancora un ricordo, perchè deve ancora succedere, stai parlando del futuro- cercai di fare chiarezza per l'ennesima volta.
- Hai ragione, è nel futuro- la piccola Anna sottolineò l'ultima parola e lanciò uno sguardo di sfida a Tommaso - ma visto che succederà un giorno, poi sarà passato, giusto?-
- Giusto- dissi.
- Se io so che a casa mangerò la pasta per pranzo, dopo che l'avrò mangiata, sarà passato, giusto?-
- Giusto!- Esclamammo in coro io e Tommaso - finalmente ti entra qualcosa in quella zucca vuota- aggiunse poi lui, ricevendo in risposta una linguaccia.
- Bene, allora dopo che avremo visto i fuochi d'artificio al mio compleanno, sarà passato, quindi sarà un ricordo... un ricordo a galla!-
Io e Tommaso ci guardammo perplessi, Anna se ne andò sorridendo vittoriosa.
- Aspetta! Non hai la certezza che succederà! Quindi ho ragione io- la fermò lui.
- Oh, sì che ho la certezza-
- E come?- Il piccolo Tommaso la guardò dall'alto in basso, mettendo il muso e incrociando le braccia.
- Non lo so, però lo so-
- Quello che hai appena detto non ha senso, diglielo Rosa!-
- Sì, non ha senso- dissi allora.
Quando anche l'ultima luce nel cielo si spense, tornai a parlare a quelle stelle nascoste:
- Avevamo ragione io e Tommaso quel giorno, quella storia dei fuochi non aveva senso... non poteva avere la certezza che sarebbe successo... ed ora non ci sarà mai nessuna festa dei diciotto anni per lei.
Anna ha sempre creduto nella nostra amicizia fin dal primo momento, ci avrebbe messo una mano sul fuoco, che saremmo restati amici per sempre. Perchè nessuno l'ha avvisata che niente di tutto ciò in cui credeva, esiste?-
Sospirai, chiusi la finestra e andai a letto. Con la testa appoggiata sul cuscino, chiusi gli occhi e nella mente mi scorse veloce un ricordo di quella stessa estate, in cui Anna ci confidava di voler vedere il mare prima di morire.
-La vita è solo un fottutissimo paradosso.-
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Ricordi a galla
RomanceRosa è una ragazza di 16 anni, che come ogni anno trascorrerà l'estate con i suoi amici da una vita: Anna, testarda, orgogliosa e sicura di sè e Tommaso, gentile, affettuoso, amichevole e sempre pieno di domande. Tutti e tre molto diversi, ma a tene...