Capitolo 27: L'amicizia può morire?

21 7 3
                                    

"Per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura"

"Harry potter e la pietra filosofale", JK Rowling 

A quel punto Tommaso si voltò e finalmente dopo giorni che mi sembrarono secoli, mi guardò.

I suoi occhi si posarono sui miei, non riuscivo a vedere bene la sua espressione a causa delle lacrime, che mi appannavano la vista, ma ero certa che anche lui si sentiva come me. 

Lo capii forse dall'intonazione della voce, più profonda, piena di nostalgia e di qualcosa che gli premeva forte sul cuore fino a romperlo, più avanti avrei scoperto si trattasse di senso di colpa. 

Abbassò la testa e fu come se gli precipitasse dal collo, pesante come un macigno e si schiantasse sul pavimento decorato della chiesa. Tornò al suo posto, ultima fila a destra, circa sei posti distante da me, nascosto dietro una colonna, si scorgevano solo le sue spalle large. Lo osservai allontanarsi lentamente e mi chiesi più volte se quelle spalle fossero davvero sempre state così o se era stato tutto quel dolore ad averle espanse. 

Quando non riuscii più a vederlo, capii che era arrivato il mio turno di parlare e fu proprio in quell'istante che successe di nuovo: fu come precipitare nel vuoto e poi, proprio quando il suolo si faceva talmente vicino da poter essere sfiorato, spiccare il volo. 

Come dall'alto, nascosta tra le soffici nuvole rosa del tramonto, lontana dal mio corpo, da Tommaso, da Anna, da quella chiesa e dal funerale, osservai me stessa raccogliere l'ultimo briciolo di forze e coraggio, che le era rimasto.

- Tommaso oggi ha voluto ricordare Anna in un modo davvero tenero, come solo un amico sarebbe in grado di fare. Ha permesso a tutti noi di sentirla più vicina, grazie alle sue parole. 

Ebbene, abbiamo parlato di prime ed ultime parole e se c'è una cosa che ho imparato è che queste non sono tanto importanti come le persone le fanno sembrare.

Qualcuno di molto importante potrebbe dirci un giorno delle prime parole banali, scontate, prive di significato, allo stesso modo si può morire nel silenzio. 

Credo che sia successo proprio questo ad Anna: è morta nel silenzio.

Tommaso odia il silenzio, una volta me l'ha confidato, dice che sia solo un vuoto terribilmente soffocante. 

Grazie ad Anna ho imparato tante cose, una di queste è che con un vero amico si può stare anche in silenzio. 

Questo perchè non esiste imbarazzo, si è consapevoli che l'altro è proprio dove ci troviamo, nel momento giusto e ci capirà se qualche volta non avremo voglia di parlare.

Con un amico si può stare anche in silenzio, perchè spesso non si ha bisogno delle parole, ci si capisce con uno sguardo, un gesto... sono fortemente convinta che quando non hai più niente da dire ad un amico è perchè gli hai già raccontato tutto più volte e non c'è nulla che egli non sappia di te, della tua famiglia, di ciò che ti piace fare... 

Ecco perchè io, a differenza del mio amico Tommaso, non odierò mai il silenzio, però, ho capito anche che non sempre questo è voluto. 

Quello che voglio dire è che un giorno il silenzio fra noi ed Anna è cambiato. 

Ho studiato in scienze che ogni cosa si evolve, nasce, cresce, si riproduce e muore, ma non pensavo che valesse anche per questo.- 

Mentre parlavo al microfono, fissavo un punto in lontananza, più precisamente una tessera del mosaico posizionato sull'ultima parete della chiesa, qualcuno si girò per vedere cosa attirava tanto la mia attenzione e non riuscì a capire dove si era incantato il mio sguardo. In realtà per me, quella microscopica tessera rossa, dalle punte arrotondate, rappresentava la mia vita in quel momento, talmente complessa da essere fatta di mille pezzetti, ma io ne riuscivo a vedere uno soltanto. 

Mentre la guardavo, era un po' come guardare Anna, tutti che vedono lei e i suoi particolari bellissimi e incantevoli, come gli occhi color del mare, i capelli neri come la notte senza stelle, il corpo longilineo e grazioso, ma nessuno che notava mai il resto. 

Tutti quei milioni di piccolissimi tasselli venivano spaventosamente ignorati da chiunque: le sue paure, le sue crisi, i suoi pianti, le chiamate improvvise, le corse verso casa, l'ansia per Cate... eppure tutto ciò era sempre stato davanti i miei occhi, come avevo fatto a non accorgermene? Come avevo potuto non notarlo?

Speravo che in quella piastrina lucida della chiesa ci fosse la risposta, che magicamente comparissero le parole giuste, quelle che avrebbero riportato indietro Anna, me e Tommaso, quelle che ci avrebbero salvati. 

- Anche io avrei una domanda da fare a te, Anna, anzi ho molte domande. 

"L'amicizia può morire? E se questo accade, cosa succede dopo a chi ci ha creduto sempre fino in fondo?"

Per molti l'amicizia è soltanto una cosa astratta, non si può toccare e perciò, non può morire. Non può mica essere sparata al cuore con un colpo di pistola, perchè un cuore non ce l'ha. A pensarci bene non può nemmeno essere strangolata, perchè non ha una gola. Non puoi spingerla giù dalle scale, avvelenarla, tirarle una martellata in fronte. Ninete di niente.

L'amicizia però, secondo me, può annegare.

Può annegare in un mare di silenzi forzati, in una marea di:

"Anna, cosa succede?"

"Anna, che hai?"

"Anna, dimmi cosa c'è che non va!"

"Insomma, Anna, qual è il problema?"

"Anna, cosa mi nascondi?"

"Anna, cos'è che proprio non vuoi dirmi?" 

Il tuo silenzio, Anna, l'ho odiato, più di qualsiasi altra cosa al mondo, perchè era forzato, ogni volta sembravi quasi decisa a dirmi qualcosa, ma poi la risposta era sempre la stessa e te la leggevo negli occhi: "Scusa, ma proprio non te lo posso dire. Scusami, ma davvero non te lo voglio dire." 

Oggi ti dico addio per l'ultima volta, un saluto forzato che non avrei mai voluto fare e mi chiedo se ti ho mai conosciuta per davvero.

Dimmi, Anna Guerra, sei tu la bimba che giocava a nascondino con me nella cabina di legno?

Sei tu la bambina che diceva a tutti di allacciarsi le scarpe altrimenti cadevano e si facevano male? 

Sei tu la ragazzina che mi disse di nascondermi nello spogliatoio per saltare le lezioni di nuoto?  

Sei tu l'adolescente che mentre guardavamo Rapunzel mi disse di sentirsi come la Sirenetta?

Sei tu la ragazza che un giorno mi disse "morirei per te"?

Sei tu la piccola donna che oggi mi guarda dall'alto? Sei davvero tu, Anna? Perchè se la risposta è un sì, ti prego, continua ad esserlo per sempre.-





Ricordi a gallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora