CAPITOLO 4

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Buongiorno a tutti ❤️❤️❤️

ALESSIA

Cammino fino ad arrivare dinanzi alla lapide di mia sorella. Mi siedo e fisso la sua foto che la raffigura bella e solare, con i suoi lunghi capelli biondi e gli occhi celesti.

«Ciao sorellona...» Piego il capo.

FLASHBACK

"«Chi è?»

Suonano alla porta ed è notte fonda, la mamma va ad aprire ed io sobbalzo quando la sento urlare.

Scendo velocemente dal mio lettino e svolto l'angolo.

«Cosa? Noooooooo! Noooooooo!» urla e si dispera tra le braccia di mio padre mentre cinque poliziotti li osservano.

***

Una lacrima riga il mio viso, subito dopo sorrido e le parlo come ho sempre fatto in tutti questi anni, sfogandomi sui miei problemi, come se fosse ancora viva.

Ricordo i pomeriggi piovosi passati a piangere, ero arrabbiata con lei e le chiedevo il perché avesse permesso a Samuele di farle del male, la colpevolizzavo, fino a quando ho capito che, purtroppo, era rimasta intrappolata all'interno di una storia tossica e malata che l'ha condotta verso la morte.

Mia sorella è stata vittima dell'uomo che diceva di amarla.

«Alla fine, grazie alla mia psicologa, a Federica e a papà, ho deciso di andare da lui a Roma e prendere in mano la mia vita.

La nonna e la zia si prenderanno cura della mamma che non sta bene...credimi è stata una decisione sofferta ma questo allontanamento servirà ad entrambe, voglio che la mamma si curi realmente.»

Piego il capo e osservo i miei capelli che ricadono sulla spalla.

"No mamma, a me piacciono i miei capelli neri!

Tesoro, guarda quanto sei bella bionda, sei identica ad Anita."

Avevo solo quattordici anni quando ha iniziato a tingermi i capelli di biondo.

«Quando andrò a Roma...forse tornerò al mio colore naturale» sussurro sfiorando una ciocca.

Prego per lei e subito dopo mi incammino a piedi per le strade che conducono verso le periferie.

Ricordo quel periodo come fosse ieri, le fiaccolate, la gente che veniva davanti a casa nostra, i giornalisti, gli scoop, i riflettori puntati su di noi e poi succedeva di nuovo, un'altra ragazza uccisa, il gossip si spegneva per correre dietro all'ultima notizia di cronaca.

Ormai la morte di mia sorella è stata dimenticata, solo noi familiari e qualche amico stretto la ricorda piangendo il proprio dolore.

***.

Mi fermo spaventata perché mi trovo davanti alla casa abbandonata dei Bassi, osservo i disegni e le scritte dispregiative nei loro confronti:

"Sparite dal paese mostri!"

"Se non ve ne andate vi facciamo sparire noi!"

"Vostro figlio Dylan deve fare la stessa fine di Anita, meglio finirlo da piccolo prima che diventi un assassino come suo fratello!"

"Dylan, lo stesso sangue contaminato del killer."

Già anni fa avevo visto queste scritte, ma all'epoca non mi fecero nessun effetto, adesso invece mi mettono tanta angoscia e tristezza.

Queste minacce sono terribili e devono essere state traumatizzanti per un bambino di dieci anni che, alla fine dei fatti, non aveva nessuna colpa. In modi differenti abbiamo sofferto tutti quanti.

VITE SEGNATEWhere stories live. Discover now