CAPITOLO 18

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Buongiorno 😘

DYLAN

Sento la pressione dentro di me, ho la voglia di emergere e battere quel coglione che se la ride sul ring, ma ho anche una paura tremenda di perdere il controllo e di agire in modo incontrollato, causando la fine della mia carriera.

Sento la pressione dentro di me, ho la voglia di emergere e battere quel coglione che se la ride sul ring, ma ho anche una paura tremenda di perdere il controllo e di agire in modo incontrollato, causando la fine della mia carriera

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Sospiro e salgo sul ring. Non appena mi notano, tutte le ragazze iniziano ad urlare il mio nome, mi volto in cerca di lei che è seduta di fianco a Federica e Mustafa.

L'arbitro dà il via, l'incontro inizia e ripeto più volte a me stesso di non cadere alle basse provocazioni di Manuel, perché è un bastardo, come la prima volta, a voce bassa, mi chiama con il mio vero cognome, facendomi capire che conosce il legame che c'è tra me e Alessia. Quando tenta di manovrare la mia mente, resto scoperto e mi colpisce più volte facendomi barcollare all'indietro. La voglia irrefrenabile di prenderlo a calci nel culo è fortissima, ma quando guardo lei comprendo che la posta in palio è troppo alta.

ALESSIA

La gente esulta, urla, le ragazze sono tutte in delirio per Dylan e ogni volta che sferra un colpo gridano come pazze.

L'incontro dura molto, ogni tanto sembra distratto da qualcosa che Manuel gli dice ma dopo riprende il controllo di sé stesso.

Lo osservo quando molleggia con le gambe, si mette in posizione di attacco o di difesa, è sudato, i muscoli in tensione e lo sguardo tetro e freddo.

Porto una mano al cuore che batte fortissimo.

All'improvviso, dopo l'ennesimo contrattacco Manuel cade a terra e tutti iniziamo il conteggio.

«Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove e dieci!»

Le urla intense e forti rimbombano nell'intero casale.

Fabrizio alza la mano di Dylan e si abbracciano.

Tutti battono le mani, compresa me che salto e grido il suo nome.

Lui mi guarda e sorride facendomi morire dalla voglia di raggiungerlo e abbracciarlo.

«Dylan!» Claudia va da lui e lo stringe forte.

«Quella è una zoccola» borbotta Federica.

«Zoccola o no, se Alessia non si sveglia, lo perderà» commenta Mustafa.

Sto morendo di gelosia, vorrei essere io quella tra le sue braccia.

«Dammi retta amica ma, vai a prendertelo.»

Federica mi passa una birra che bevo tutto d'un sorso.

«E come?»

«Lo chiami, trovi un posto dove appartarti e gli salti addosso.»

«Sei pazza?»

«Realista, se continuerai così lo perderai sul serio.»

***

Siamo tutti in palestra dove è stata allestita la festa in onore di Dylan. I ragazzi sono impazziti, cantano, si lanciano le bevande addosso, esaltano Dylan che si toglie la maglietta facendo delirare le varie oche che ci sono qui dentro.

Sbuffo spazientita e afferro un'altra bottiglia di birra.

DYLAN

Nonostante tenti di non controllarla non ci riesco.

Questa sera la trovo molto più femmina; indossa una magliettina a collo alto nera, e una minigonna bianca, le gambe lunghe, snelle e lisce in bella mostra, i capelli biondi tinti sciolti.

Mi avvicino a lei e le tolgo la bottiglia dalla mano.

«Sei troppo piccola per bere» dico e lei mi guarda con quell'espressione buffa e adirata, scoppio a ridere.

«Abbiamo la stessa età!» afferma mettendo le braccia conserte.

«No, io sono più grande.»

«Solo di pochi mesi» borbotta.

Subito dopo emette un respiro intenso.

«Senti, io devo parlarti» dice portando una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

«Dimmi.»

«Non qui.»

«E dove?»

«Vieni.»

Mi prende dal polso facendomi rabbrividire, questo contatto mi fa battere forte il cuore.

Resto stupito quando sposta la tenda che divide un piccolo sgabuzzino dalla sala.

«Che c'è? Perché mi hai portato qui?» chiedo stupito.

Mi fissa, la fisso.

«Che...che c'è? Perché mi guardi così?» chiedo sulla difensiva.

Resto scioccato quando mi afferra dalle guance e preme la bocca contro la mia. 

VITE SEGNATEWhere stories live. Discover now