CAPITOLO 11

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Buongiorno 😘

DYLAN

«Come mai Gargamella era qui?» domanda Stefano mentre siamo dentro un bar e ci prendiamo da bere.

«Che cazzo ne so!» rispondo seccato.

«Guarda la barista che culo e come ti guarda» dice Stefano.

Osservo la ragazza che ci serve, ha un toppino bianco attillato che mostra le sue forme prosperose.

Le faccio l'occhiolino e lei sorride.

Le faccio l'occhiolino e lei sorride

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UN'ORA DOPO

«Un altro?» ammicca Michela.

«Grazie» biascico dopo l'ennesimo bicchierino di rum.

«A che ora stacchi?» chiedo.
«Tra poco.»

Guardo Stefano.

«Se vuoi possiamo darti un passaggio a casa, ho la macchina» dice il mio amico.

«Va bene.»

Mentre continuiamo a parlare, il mio cellulare squilla, guardo il display è Claudia.

«Cazzo vuole a quest'ora?» dico stranito e non le rispondo.

«Fratè! Sta chiamando anche me.»
«Deve essere successo qualcosa, rispondi.»

Stefano risponde.

«Va bene, okay, ci sentiamo domani, buonanotte.»

«Che succede.»

«Una cazzata.»

«Oh, stronzo che cazzo fai?»

Da fuori si iniziano a sentire le discussioni tra giovani ubriachi.

«Allora? Cosa voleva Claudia.»

«Era seccata, non può uscire perché la figlia del patrigno non è rientrata e non l'hanno sentita.»

Mi fissa, lo fisso.

«Come non l'hanno sentita.»

«Il telefono è irraggiungibile.»

«E cazzo! Lo dici così!» affermo adirato mentre mi alzo in piedi.

«Dove vai?»

«A cercarla! Tu paga il conto!»

«Ma che cazzo te ne frega! Non eri tu quello che non la voleva in mezzo alle palle?!» domanda alterato.

Ma non gli rispondo ed esco fuori, guardo a destra e sinistra. Vedo due ragazzi a terra che si fanno di coca, e altri tre che bevono e litigano.

Svolto l'angolo e percorro la strada che conduce alla palestra.

ALESSIA

Cammino all'interno di una via isolata, vedo due ragazze e un ragazzo che parlano tra loro.

«Scusate, posso chiedervi un favore?»

«Vuoi del fumo?» chiede il ragazzo porgendomelo.

«No, mi sono persa e ho il cellulare scarico, potreste farmi fare una telefonata?»

«Ma certo, tieni.»

Una delle ragazze mi porge il suo cellulare.

«Grazie mille.»

Mentre lo sto per prendere, il ragazzo mi strattona forte per prendere il mio zainetto.

«Cosa fai!»

«Dammelo!»

Mi bloccano in due, mi spingono con violenza a terra e con il mio zaino scappano.

Mi alzo dolorante con un forte dolore al sedere.

Guardo a destra e sinistra, è tutto buio, e tetro.

Inizio ad avere paura. Mi siedo su dei gradini e porto le ginocchia al petto.

Voglio tornare a casa, ho paura.

FLASHBACK

Osservo le mie scarpe da ginnastica e fisso mio padre con lo sguardo perso e sconvolto mentre mia madre è stata ricoverata.

Siamo seduti su delle sedie bianche nella sala di attesa dell'ospedale.

In una stanza c'è mia madre che è svenuta e nella camera mortuaria c'è mia sorella.

Dicono che Anita sia morta, morta...ma cos'è la morte?

Prendo il mio cellulare e inserisco la parola MORTE su Google:

La morte è la permanente cessazione di tutte le funzioni biologiche che sostengono un organismo vivente. Si riferisce sia a un evento specifico, sia a una condizione permanente e irreversibile. Con la morte, termina l'esistenza di un vivente o più ampiamente di un sistema funzionalmente organizzato.

Quindi io non potrò più vedere, né parlare con Anita?

Mi alzo dal mio posto e cammino dentro i corridoi di questo posto fino ad arrivare ad un'insegna: camera mortuaria.

Fisso l'ingresso, buio e tetro. Inizio ad avere paura, la mia visione è lampeggiante, ho le palpitazioni, dolori al petto, mal di testa, sudorazione, agitazione, una forte nausea e sensazioni di vertigini.

Voglio tornare a casa, svegliarmi nel mio letto e rendermi conto che tutto questo sia stato solo un terribile incubo.

VITE SEGNATEWhere stories live. Discover now