CAPITOLO 7

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Buongiorno a tutti😘 ed ecco il primo incontro 🫣

ALESSIA

«Non puoi capire! Siamo stanchissime» dico mentre, io e la mia amica, siamo in videochiamata con Alessio.

Alessio è cresciuto con noi. Ricordo che, prima dell'omicidio in cui è stata vittima mia sorella, lui e Dylan era unitissimi.

«Una giornata intera a fare shopping! E guarda qui!» indico tutti gli abiti sparsi a terra.

«Santo cielo! La tua matrigna ha speso tanti soldi!»

«Mi ci vedete con questi minivestiti? O con queste minigonne?» dico divertita.

«No!»

Scoppiamo tutti a ridere.

***

«Tesoro, vieni che c'è tua madre al telefono!»

Mio padre bussa alla porta.

***

«Come sto?» domando agitata.

«Bene, ma perché non indossi una di quelle gonne che ti ha comprato la tua matrigna?» chiede Federica.

«Mi sentirei troppo a disagio, questi jeans neri mi fanno un bel culo! No?» domando ridendo.

«Sì, hai un culo da sogno» risponde mentre lo palpa e scoppiamo a ridere.

«Pensi che lo incontreremo?»

«Spero di sì, ho davvero bisogno di trovarlo per scusarmi con lui e chiudere per sempre con quel capitolo della mia vita.»

DYLAN

«Bassi! Forza alzati!»

La voce di una guardia mi fa spalancare gli occhi. Cazzo, mi sono addormentato.

Resto stupito quando vedo che è giorno. Ho passato qui la notte?

Apre la celletta e mi invita a seguirlo all'interno di un ufficio dove trovo Alessandro un assistente sociale, un avvocato e Fabrizio, il mio ex allenatore di pugilato.

***

Li fisso sconvolti.

«Non ho capito!»

«Hai capito benissimo, o torni ad allentarti tutti i giorni come facevi prima e ti togli da mezzo alla strada, oppure io ti faccio spedire in un carcere minorile.»

Sono basito mentre fisso l'assistente sociale e l'avvocato.

«La tua situazione è molto critica e non ho più intenzione di coprire le tue bravate!» aggiunge Alessandro.

«Torna ad allenarti nella mia palestra ed evita il carcere» afferma Fabrizio.

***

Fabrizio si ferma davanti al mio liceo e mi fa scendere.

«Allora ti aspetto dopo le lezioni in palestra.»

«Va bene.»

ALESSIA

«Lei è Alessia Sandri. »
La professoressa mi presenta ai miei compagni, vedo tutti studiarmi e vociferare.

Purtroppo, Federica è capitata in un'altra classe.

«Alessia, vai, siediti.»

Cammino in mezzo ai banchi e mi sento terribilmente a disagio, perché mi fissano tutti e ridono?

Mi fermo davanti all'unico banco a due posti vuoto.

È pieno di scritte e disegni osceni, tra cui un pene e frasi volgari.

«Oh! Non puoi sederti lì, quel banco è esclusivo!»

Un ragazzo mi riprende.

«Sandri, non ascoltarlo e siediti!» dice la professoressa.

Poggio la cartella dietro la sedia e mi accomodo.
Durante la lezione, resto molto attenta alla spiegazione.

All'improvviso, l'attenzione viene catturata dalla porta che si apre e tutti fissano in quella direzione.

Indossa un jeans chiaro strappato sulle ginocchia, una t-shirt bianca attillata, è altissimo; ha un viso scavato e scolpito, la bocca sensuale, il naso leggermente incavato e due occhi a mandorla di un colore nero profondo e gelido, i capelli sono castani scuri, ha un taglio chiamato di precisione, per uno stile urbano e ricercato allo stesso tempo. La carnagione è abbronzata tendente all'olivastro. Possiede una bella presenza, particolare e perfetta nella sua imperfezione.

Il mio cuore inizia a battere fortissimo per l'emozione che sto provando in questo momento. Sono sicura che, se non fossi seduta, rischierei di svenire.

Dylan è la macchia nera nella mia anima, lui è il mio senso di colpa più grande, avere il suo perdono sarebbe come rinascere una seconda volta.

«Aleandri! Sempre in ritardo!»

«Mi scusi prof!»

«Vai a sederti.»
Quando passa in mezzo ai banchi batte il cinque con tre ragazzi e fa l'occhiolino e sorride alle ragazze ma non appena mi fissa il suo sguardo cambia, il sorriso si spegne, diventa serio, e freddo.

»Quando passa in mezzo ai banchi batte il cinque con tre ragazzi e fa l'occhiolino e sorride alle ragazze ma non appena mi fissa il suo sguardo cambia, il sorriso si spegne, diventa serio, e freddo

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