CAPITOLO 10

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Buongiorno 😘

DYLAN

Lo fisso stupito.

«Questa volta potrai vincere molti soldi Dylan e potrai usarli per lo studio, io sono sicuro che vincerai l'incontro.»

Vincere l'incontro, avere dei soldi da investire per il mio futuro.

Sorrido contento.

«Va bene e chi sarebbe l'avversario?»

Fabrizio sospira.

ALESSIA

Mentre Dylan parla con il suo allenatore, io riesco a sentire il loro discorso. Quindi parteciperà a un vero incontro?

«Va bene, e chi sarebbe l'avversario?»

«Manuel Dino.»

«Cosa? Di nuovo lui?»

«Dylan quel ragazzo è campione regionale e...»

«Non voglio affrontarlo!»

«Ma perché?» domanda il suo allenatore.

Continuano a discutere, ma non riesco ad ascoltare altro.

Subito dopo si posizionano di nuovo bene sul ring, parlano ancora ma non riesco a sentirli.

DYLAN

«Basta così! Forza tutti a fare la doccia!»

Scendo dal ring e mi avvicino alla sedia dove mi accomodo e respiro a pieni polmoni.

«Tieni, l'asciugamano!»

«Grazie!» lo prendo e asciugo il sudore.

Subito dopo mi blocco, quella voce...e questo asciugamano.

Alzo lo sguardo e sobbalzo.

«Che ci fai qui?» domando stupito.

«Ero preoccupata, pensavo fossi malato, sono due giorni che salti le lezioni.

Emetto un respiro profondo.

«Gargamella senti...»

«Mi chiamo Alessia.»

«Va bene, Alessia ascoltami bene, devi starmi lontana, sono stato chiaro?»

«E perché?»

«Perché invadi i miei spazi!» ribatto stranito alzandomi dal mio posto.

ALESSIA

Ci resto quasi male, sembra realmente seccato dalla mia presenza. Si allontana frettolosamente ed entra negli spogliatoi.

«Sei la sua fidanzata?»

Sobbalzo, mi volto e guardo il suo allenatore.

«Ciao sono Fabrizio.»

Porge la mano, sorrido e la stringo alla mia.

«Non hai risposto alla mia domanda; sei la sua ragazza?»

«Oh no! Sono una compagna di classe.»

«E una compagna di classe cosa ci fa qui?»

«Ero preoccupata, non viene a scuola da due giorni!»

«Accidenti a lui!» borbotta stranito.

«Comunque, se vuoi aspettarlo puoi sederti lì!» indica una sedia fuori dalla porta dello spogliatoio.

MEZZ'ORA DOPO.

Tutti stanno andando via, e Dylan ancora deve uscire, sbuffo spazientita.

Mi alzo dal mio posto e busso alla porta.

«Dylan!»

«Che palle!» lo sento lamentarsi.

Apro la porta e lo vedo di spalle, e sento un odore fortissimo di fumo.

«Non posso crederci! Stai ancora fumando quella roba!» dico stranita.

«Cazzo...» dice mentre la spegne e si volta fissandomi con occhi rossi e gonfi.

«Ma te non ciai un cazzo da fa' che rompere le palle a me?» domanda seccato.

«Dylan, se sono qui è solo per parlare con te ed affrontare il nostro passato.»

«Passato?» chiede fingendo di non comprendermi.

«Sì, io ho bisogno di affrontarlo...ho bisogno di andare avanti abbattendo i miei demoni» sussurro a voce bassa.

«Senti ragazzina, sei un tipo strano, non so a cosa ti riferisci.»

«Dylan, ti prego, lo so che hai sofferto anche tu.»

Tento di capirlo, di captare qualche emozione ma niente, sembra freddo e senza alcuna reazione.

«Hai finito di rompermi le palle» chiede seccato.

«Ti prego... smettila di fingere, sono io Alessia la sorella di Anita.»

Non appena nomino mia sorella lui sobbalza e si avvicina troppo alla mia persona.

Lo fisso sconvolta mentre posa le mani sulle mura ai lati del mio viso. I capelli castani scuri ribelli e bagnati che cadono sulla fronte. Il suo sguardo è cattivo, alza le sopracciglia e continua a studiarmi mettendomi in seria difficoltà

Avvicina la sua bocca al mio orecchio e riesco a sentirne il profumo intenso e virile mischiato con l'odore del tabacco.

«Non ti voglio qui nella mia scuola! Non ti voglio nella mia zona! Ti voglio fuori dai coglioni!» dice con la voce ferma, fredda e impostata che mi fa provare dei brividi dietro alla schiena.

«Questa non è la tua scuola!

Non è la tua zona! E non ho intenzione di andarmene» rispondo

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Non è la tua zona! E non ho intenzione di andarmene» rispondo.

Mi scruta con i suoi occhi color nocciola, passa lo sguardo sulle mie labbra e si lecca le sue, facendomi imbarazzare terribilmente.

«Oh! Dylan, ma che cazzo fai? Anche nei bagni della palestra devi scopare?»

Qualcuno entra, lui si allontana e sorride dando una pacca alla spalla di questo ragazzo.

«Sei impazzito? Mi ci vedi a scoparmi una come questa?»

Scoppia a ridere mentre mi indica con disprezzo.

«Cosa fate nello spogliatoio a quest'ora?»

Un uomo della vigilanza inizia ad urlarci contro mentre io resto inerme e lo osservo allontanarsi nel lungo corridoio della palestra.

Esco dalla palestra e mi guardo intorno, ormai si è fatta sera e non riesco ad orientarmi.

Posso chiamare mio padre e farmi venire a prendere.

Accidenti! Ho la batteria scarica e non ho neanche dei soldi con me.

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