capitolo 1

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ANGOLO AUTRICE:
Scusate per eventuali errori grammaticali ma sono dislessica.

(-.. - pensiero
".." parte di un discorso)

Vi siete mai chiesti cosa si provi ad essere amati?

Io me lo chiedo da quando avevo 3 anni e oggi, che ho 15 anni, non ho trovato ancora una risposta; ormai ci ho rinunciato ma vorrei tanto provare la sensazione di essere amata, almeno per una volta.

Io non ho mai ricevuto amore nella mia vita, ma ho ricevuto qualcos'altro...

A 7 anni, Clara (mia "madre") e John (mio "padre") hanno iniziato a darmi diversi schiaffi e pugni, niente di molto violento.

A 9 anni John ha iniziato a pestarmi duramente e mia madre guardava e rideva.

A 10 anni hanno iniziato a picchiarmi per qualsiasi cosa: se il cibo non era pronto sul tavolo, se cucinavo male, se mangiavo, se bevevo, se rientravo da scuola 2 minuti in ritardo, se parlavo, se osavo dire a qualcuno ciò che mi facevano, se sbuffavo, se li chiamavo madre o padre, se li guardavo negli occhi, se mi facevo degli amici,...
e hanno iniziato anche ad insultare il mio viso e il mio fisico, dicendo che ero grassa e brutta.

Così a partire da quando avevo 10 anni, evitavo di mangiare troppo e mangiavo solo una barretta di cioccolata e bevevo solo una bottiglietta d'acqua al giorno e ogni volta che mi entrava in testa il desiderio di voler mangiare di più, iniziavo a tagliarmi sulle braccia per far andare via il pensiero. E così ho continuato fino ai miei 15 anni.

A 11 anni John ha iniziato ad abusare di me e a violentarmi per 6 mesi.
In questo periodo Clara ha iniziato a incidere con un taglierino delle parole sulla parte bassa della mia pancia...

A 13 anni John ha iniziato di nuovo a violentarmi ma non solo lui, anche i suoi amici...

A 14 anni ha iniziato a vendermi agli uomini per passare una "avventurosa notte" insieme a loro.

In questo momento sono le 4:56 del 28 maggio e mi trovo in bagno a tagliarmi sulle braccia per evitare di mangiare altro cibo.

-oggi c'è scuola e non sono riuscita nemmeno a dormire per mezz'ora- dico sbuffando mentre mi alzo dal pavimento freddo del bagno.

Una volta fasciate le braccia, metto un po' di correttore sul collo e sulla faccia per coprire i lividi, esco dal bagno e mi reco in cucina per preparare la colazione ai miei "genitori".

Mentre preparo la colazione inizio a sentire dei passi pensanti scendere le scale.

-com'è possibile che sia già sveglio? sono ancora le 5:15 del mattino.
La colazione non è ancora pronta, oh nonono! -

-va be, forse c'è la posso fare, ho quas-

"Dove cazzo è la mia colazione?!" sento urlare, seguito subito da un forte rumore.

-Oh, no-

"PUTTANA, PERCHÉ LA COLAZIONE NON È ANCORA PRONTA?!" dice mentre mi tira due schiaffi in faccia

"B-bhe ecco i-.." ed ecco un'altro schiaffo.

"Sei inutile!!"

"Scusa." dico mentre mi inginocchio, cercando di farlo calmare.
"NON.DEVI.PARLARE!!" dice, mentre mi da un calcio ad ogni parola. Prendendomi per i capelli, mi fa alzare per guardarlo in faccia.

"Se parli ancora, ti uccido" dice John con una voce minacciosa.

"HAI CAPITO?!" dice, stringendo di più i capelli e io annuisco velocemente, dopo di che si allontana da me e proprio in quel momento noto la presenza di Clara che mi guarda divertita.
Dopodiché escono di casa, sicuramente per andare a bere.

Riesco ad alzarmi fortunatamente, perciò mi reco in bagno per farmi una doccia.

Arrivata in bagno mi spoglio e mi posiziono davanti allo specchio. Inizio ad osservare le mie cicatrici, i lividi che ho ovunque e le ossa che si vedono attraverso la pelle.
-che schifo- penso e vado subito a farmi la doccia.

(...)

Una volta finita la doccia mi vesto con una felpa larga verde, con un drago dietro, e con un jeans largo.
Metto sempre cose larghe e a maniche lunghe per coprire tutti i segni sul mio corpo, anche se è maggio e c'è un sole che spacca le pietre.

I miei genitori non mi accompagnano nemmeno a scuola perciò mi tocca andare ogni mattina con l'autobus

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I miei genitori non mi accompagnano nemmeno a scuola perciò mi tocca andare ogni mattina con l'autobus.

A scuola, per fortuna, nessuno mi considera perché per loro sono insignificante, e per me va bene così evito di venir picchiata e insultata anche a scuola.

-alla prima ora ho russo, bhe dai è una delle mie lingue preferite-
ah e mi dimenticavo di dirvi che faccio il liceo linguistico e conosco molte lingue come:
Russo, italiano, americano, francese, spagnolo, rumeno, albanese, coreano, cinese, giapponese, indiano e tedesco.

Certe volte ne approfitto per dire cose che non voglio far sentire agli altri.

Durante la seconda ora, bussano alla porta e entra la vicepreside che mi individua subito guardandomi con uno sguardo di pietà e tristezza.

"la signorina Slye è attesa nell'ufficio del preside"

-strano-

Annuisco, rimetto i miei libri nello zaino e mi reco davanti all'ufficio del preside.

Busso e una volta sentito la parola "entra" apro la porta, entro e la chiudo dietro di me.

"buongiorno preside Hollins, mi cercava?" dico mentre mi avvicino alla sua scrivania.

"siediti mia cara, ti devo dare una notizia piuttosto brutta" dice mentre mi guarda con uno sguardo triste.
Io mi siedo su una delle sedie che si trovano davanti alla scrivania, e faccio un cenno con la testa, invitandolo a parlare.

"ecco.. beh.. non so come dirtelo.." dice mentre si gratta la parte anteriore del collo.

"mi dica tutto preside, stia tranquillo" dico, incoraggiandolo a parlare.

"ecco.. mi ha contattato la centrale della polizia dicendomi che stamattina i tuoi genitori hanno fatto un incidente stradale in cui sono deceduti..." dice con uno sguardo compassionevole e di pietà.

-oh, beh.. cazzo-

my mafia family Where stories live. Discover now