Chapter fourteen

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Due ore e mezza di auto. 382,3 km e un viaggio che pensavo si sarebbe rivelato pesante e infinito, ma che invece è passato talmente in fretta da non farmene neanche rendere conto.

I minuti in macchina con Matt sono infatti passati abbastanza velocemente, occupati da piccole liti, battibecchi, battutine e fin troppi sguardi ricambiati.

Ho faticato tanto a non concentrarmi troppo sul suo corpo, sulle sue linee e sul carattere virile della sua figura. Ogni volta che i suoi occhi mi scorgevano a guardarlo, infatti, una strana sensazione all'altezza dello stomaco, che non saprei bene come definire poiché del tutto nuova, si impossessava di me. Nonostante ciò, però, non ho abbandonato del tutto il mio carattere sfacciato e provocatorio. Mi sono dilettata infatti, per tutte queste ore, a scagliargli delle battute pungenti e degli sguardi provocatori.

In fondo è nella mia indole stuzzicare le persone, ma devo dire che con Matt mi diverte in particolar modo farlo.

Tenta infatti di resistermi costantemente e, se da un lato ci sono delle volte in cui riesco a disorientarlo lievemente, dall'altro riesce a restare sempre così maledettamente fermo e impassibile da farmi uscire fuori di testa.

A ogni modo, il viaggio è passato piuttosto in fretta e dopo sole due ore, alle sei e mezza del mattino, ci ritroviamo davanti alla villa totalmente bianca, erta su due piani, di zia Isobel e zio John.

Il cuore inizia a battere in modo sempre più veloce nel momento in cui appuro che tra soli pochi minuti saprò se è successo qualcosa o meno a Emily.

Tiro perciò fuori dalla felpa il telecomando del cancello d'ingresso, che mi è stato dato non appena mia sorella si è trasferita in questa casa, e lo apro. Tuttavia il meccanismo appare fin troppo lento e totalmente in contrasto con la frenesia di ogni mia singola cellula.

Una volta totalmente aperto, Matt guida la Maserati su una passerella per auto in cemento, ai cui lati è presente l'ampio e rigoglioso giardino.

Mi guardo intorno, appurando che è passato diverso tempo dall'ultima volta che sono stata qui. Il giardino però, non essere cambiato molto: l'erba verde si estende infatti per l'intero terreno, apparendo abbastanza semplice ed elegante.

Nel momento in cui Matt parcheggia riesco anche a intravedere l'enorme piscina rettangolare posizionata sul retro della casa, con accanto la zona barbecue, alcune chaise lounge, un tavolo in legno chiaro e, da quanto ricordo, anche delle poltroncine d'esterno.

La Maserati di Matt si accosta accanto alla Chevrolet nera di zia Isobel, nel posto in cui solitamente è parcheggiata da BMW bianca di zio John che, probabilmente, in questo momento sarà già a lavoro. Una volta che l'auto accosta, apro la portiera e mi fiondo sul giardino. L'aria che aleggia risulta più fresca rispetto a quella di Miami, eppure la mia pelle non riesce ad avvertire alcun tipo di brivido esterno, poiché sopraffatta da quelli di terrore e ansia.

Avanzo nel buio che ci avvolge ancora, dato il mese invernale, e mi precipito di corsa verso la porta d'ingresso.

Deglutisco sonoramente e busso più volte, colta dal timore di scoprire la veridicità delle parole all'interno della lettera. Il suono del campanello risuona nella mia testa più volte, con le sfumature di un eco lontano, gremito di incertezza e inquietudine.

Passo una mano fra i capelli e tento di regolarizzare il respiro. Inspiro ed espiro quindi più volte, finendo però soltanto per inebriarmi del profumo Versace Eros di Matt.

È infatti accanto a me, con le braccia incrociate e un cipiglio sul volto. Non so perché la sua aurea appaia così misteriosa e i suoi occhi così cupi, ma non ho neppure il tempo di rifletterci su poiché la porta si apre nello stesso istante, rivelando la figura femminile della governante.

(Un)expectedWhere stories live. Discover now