Chapter seventeen

1.4K 56 74
                                    

Una settimana.

Una settimana da quando sono tornata a Miami dopo essere stata a Orlando.

Una settimana dalla mia visita a Emily.

Una settimana dalla tentata violenza sessuale che ho subito.

E una dannata, fottutissima settimana in cui i miei incubi si sono triplicati.

Da quando quel viscido verme ha tentato di abusare di me nella stazione di servizio, con scarsi risultati data la forza che ho dimostrato nel difendermi, non ho quasi più chiuso occhio.

Le notti passate in questi sette giorni si sono rivelate infernali e tortuose. Non appena chiudevo gli occhi un miliardo di immagini di quella sera e del mio passato riaffioravano nella mia testa.

Gli incubi che mi tormentavano prima sembrano essere stati stimolati ulteriormente dall'aggresisone che ho subito e il fatto che io sia riuscita a respingere quell'uomo non ha aiutato per nulla a dare un freno ai ricordi che mi hanno travolta come un'onda anomala.

In questi giorni, poi, non ho fatto altro che studiare per l'esame che avrò tra un paio di giorni, uscire per distrarmi in qualche modo e allenarmi.

Sto spingendo il mio corpo a uno sforzo estremo, eppure sento che questa è l'unica cosa che posso fare per tentare di mettere da parte e obliare almeno un minimo i traumi che mi perseguitano.

«5...6...7...8!» roteo su me stessa, muovendomi a ritmo di musica e controllando che le cheerleaders seguano i miei stessi passi.

La nuova partita si terrà nel weekend contro il Taylor College e ho davvero poco tempo per perfezionare le coreografie. Lily Brown è ancora infortunata, perciò rimango ancora io il capitano in carica.

Rilascio un sospiro affannato, a causa delle lunghe ore di allenamento di questi giorni.

«Ally, possiamo fare una pausa?» domanda Millie Wilson, una ragazza dai capelli bruni, nonché fidanzata dell'ex capitano delle cheerleaders. È affannata e visibilmente stanca, piegata su se stessa.

«No.» rispondo di getto. «Non c'è tempo per riposarsi, dato che sembrate delle galline esaltate quando ballate.» lego i capelli in una coda bassa e rivolgo loro un'occhiataccia, infastidita dai loro sbuffi scocciati.

Se ne faranno una ragione.

«Forza, ripartiamo. Tra poco arriverà la squadra di Basket.» batto quindi le mani, in modo da riunire nuovamente tutte le ragazze dietro di me, e faccio ripartire la musica.

I minuti passano in fretta, l'allenamento si fa sempre più faticoso e rigido, le coreografie più complesse e le mie modifiche ai loro passi più puntigliose.

Dovremo essere perfette sabato, specialmente perché la riuscita di queste coreografie è della bella figura durante le gare con altre scuole farà sì che il rettore Keller abbia un buon occhio su di me più di quanto già non lo abbia.

Di certo non posso rinunciare al timore che alcuni insegnanti provano nei miei confronti e alla posizione di rispetto che ho guadagnato in questi anni...

«E... fine!» faccio roteare il mio corpo in aria in un ultimo salto in avanti abbastanza complesso e che funge da conclusione alla coreografia.

Atterro sulle braccia di alcune ragazze, per poi scendere subito dopo sul pavimento della palestra, agitando i pom pom.

Sposto delle ciocche di capelli che mi erano finite sul volto e tento di regolarizzare il respiro affannato. Era l'ultima coreografia da provare per questa giornata, e l'idea di aver appena concluso gli allenamenti mi provoca un minimo sollievo.

(Un)expectedWhere stories live. Discover now