Chapter fifteen

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⚠️ATTENZIONE⚠️
🔞Questo capitolo contiene scene esplicite🔞

«Perfetto, andiamo!» la vocina di Emily appare euforica e infantile, e leggermente affannata dai salti con i quali percorre le scale.

«Yli, così mi staccherai un braccio!» esclamo divertita, mentre mi tira dal braccio per farmi andare più veloce.

Scendiamo quindi le scale, ritrovandoci nel grande ingresso. I mobili eleganti ci circondano con eleganza e raffinatezza, ostentando una ricchezza propria di zia Isobel e zio John.

Infilo la giacca di pelle, sciogliendo i capelli mori dalla coda in cui li avevo raccolti, e mi dirigo alla porta.

Proprio quando, però, sto per aprirla e uscire insieme a Emily, ecco che la piccola vola via in cucina, pronunciando un impercettibile "Un attimo!".

Aggrotto quindi le sopracciglia, non capendo perché abbia improvvisamente cambiato direzione, fino a quando non mi sporgo oltre la soglia della stanza e... lo vedo.

Matt sta sorseggiando un caffè, appoggiato all'isola della cucina, mentre guarda con attenzione lo schermo del telefono.

Assottiglio le palpebre e, stupita, osservo Emily che si precipita verso di lui. Lo afferra dalla felpa e lo tira verso l'uscita.

Per poco non gli cade il cellulare a terra, a causa della foga con cui quella piccola peste lo trascina.

Aggrotta infatti le sopracciglia e posa il caffè sul ripiano della cucina, mentre io strano gli occhi.

Ma che diavolo-

«Vieni anche tu con noi, forza!» esclama Emily, aumentando lo sforzo nel momento in cui Matt pianta i piedi sul pavimento e rimane immobile.

La sua forza appare evidentemente maggiore rispetto a quella di mia sorella, eppure lei digrigna i denti e cerca di spostarlo.

«No, no, no, io non vengo da nessuna parte!» la voce di Matt è sicura e perentoria, completamente disinteressata dal fatto di star parlando con una... bambina.

Roteo gli occhi al cielo divertita.

«Invece sì, ci divertiremo un mondo!» continua Emily, scostandosi una ciocca di capelli biondi dagli occhi.

«Non ci conterei tanto.»

Scuoto il capo e sbuffo, rassegnata ormai alla sua antipatia verso i bambini. Dovrei esserne infastidita, in realtà, ma il suo atteggiamento è talmente buffo che non fa altro che farmi... sorridere.

Soprattutto per il modo in cui Emily continua a trascinarlo verso la porta della cucina, seppur con scarsi risultati.

«Dai, pago tutto io!» continua la peste, alzando di tanto il tono della voce.

«E con cosa? I soldi del monopoli?»

Il volto di Matt non tradisce alcuno sforzo nel restare fermo, poiché gli basta indurire leggermente i muscoli delle gambe per immobilizzarsi sul posto.

«No, con quelli di Ylla!»

Sghignazzo e inumidisco il labbro inferiore. Con un movimento del capo sposto poi i capelli su una spalla e punto i miei occhi in quelli di Matt. Lui fa la stessa cosa e, accorgendosi della mia presenza, mi rivolge uno sguardo d'aiuto.

«In realtà lei sa benissimo che oggi ho un sacco da fare. Vero... Ylla?» pronuncia il nomignolo assegnatomi da Emily con incertezza, non capendo da cosa derivi.

Cerca comunque di convincermi con delle occhiate supplichevoli ad annuire e a confermare la sua tesi. Mi implora infatti con lo sguardo di liberarlo dalle "grinfie" di Emily, eppure non fa altro che aumentare il sorriso divertito sulle mie labbra.

(Un)expectedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora