Lo sa

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Toni's pov
Toni: -a che ora attaccheremo domani?-
Jughead: -cinque di mattina. Quanto sei stanca da uno a dieci?- 
Toni: -quattro- annuisce alzandosi e stiracchiandosi.
Jughead: -riusciresti ad andare a lavorare tra un'ora, così che alle quattro e mezza Sweet ti viene a prendere e guiderete subito verso il punto dove colpiremo?- le mie energie si rinnovano molto velocemente e sono sempre stata un animale notturno per cui non dormire per un giorno non è mai stato un problema. 
Toni: -chiamo il mio capo. Di sicuro non avrà problemi, anzi- il diner è aperto ventiquattr'ore su ventiquattro e dato che adesso siamo a corto di personale il mio capo ne sarà entusiasta. 
Jughead: -ottimo. Mi dispiace stremarti così tanto ma non possiamo perdere tempo-
Toni: -nessun problema. Mi conosci, dormo poco in ogni caso- dico dandogli una pacca sulla spalla. Dopo quella conversazione la casa si trasforma in un caos controllato di azione coordinata e tensione palpabile. Fangs torna alle otto, entrando con il suo solito passo deciso. Senza perdere tempo, si mette subito all'opera, ascoltando attentamente le istruzioni di Jughead riguardo ai sistemi di sicurezza e alle posizioni cruciali delle telecamere all'interno dell'edificio. Le sue mani si muovono con precisione, fissando silenziatori sulle pistole con una maestria acquisita solo attraverso anni di addestramento. Io intanto sono immersa nella ricerca, navigando su internet per ottenere ogni dettaglio possibile sulla nostra vittima. Cerco di capire la sua personalità e come potrebbe compromettere il nostro piano. Abbiamo subito concordato che dobbiamo essere il più puliti possibile, ecco perché non sarò io l'uomo d'azione ma Fangs. Con un soggetto come quello di domani non possiamo usare un coltello e dobbiamo evitare il più possibile di mancare il colpo. Quella donna è stata vittima di tre attentati ed è sempre riuscita a cavarsela, perciò è una che cerca in ogni modo di dimenarsi. Domani non ci sarà spazio per incertezze o errori. Dovremo essere perfetti. Come il killer di cuori, penso ma subito elimino questo pensiero. Saremo meglio. Sweet torna un'ora dopo, e non appena viene a conoscenza del banchiere alza gli occhi al cielo senza dire una parola. Il suo silenzio è eloquente, carico di frustrazione e determinazione. Senza perdere altro tempo, si dirige verso il bagagliaio della macchina e inizia a liberare tutto ciò che potrebbe essere d'intralcio domani. I suoi movimenti sono decisi, metodici. Ogni oggetto viene posizionato con cura, mentre Sweet visualizza mentalmente ogni fase dell'operazione che ci attende. Io lo aiuto a spostare alcuni oggetti nel silenzio tombale. Ci siamo divisi in due gruppi; Jug e Fangs che si stanno occupando della parte centrale del piano e Sweet ed io che prepariamo il piano di fuga nel caso in cui qualcosa andasse non come pianificato. Ci scambiamo una fugace occhiata di rassicurazione mentre continuiamo con il nostro lavoro. So che posso contare su di lui e che sarà una forza da non sottovalutare domani. Ogni volta che un piano andava non come sperato è sempre stato lui a tirarci fuori dai casini, con le sue abilità di guida e nascondiglio e la sua calma fuori dal comune. Mai una parola con un tono di voce alto, mai un pugno sferrato contro qualcosa, niente di niente. È l'unico che dopo le missioni si dedica alla cucina o alla lettura mentre noi altri continuiamo a parlare della missione a non finire. Dopo mezz'ora Jug esce nel vialetto.
Jughead: -finito?-
Sweet Pea: -tutto sistemato-
Jughead: -bene. Sweet, va a dormire, devi essere pronto per domani- il nostro amico rientra in casa chiudendosi la porta alle spalle.
Toni: -bene, io vado- mi metto la borsa con la divisa da lavoro in spalla passandomi una mano tra i capelli.
Jughead: -fa' attenzione. Alle quattro e mezza Sweet verrà a prenderti- ci diamo il cinque ed io esco dal vialetto, lasciandomi alle spalle la villa ed immergendomi nel silenzio notturno delle strade deserte. Ogni passo risuona nell'aria tranquilla, accompagnato solo dal sussurro del vento tra gli alberi e il lontano rombo di qualche automobile di passaggio. L'atmosfera è carica di tensione, ma mi sforzo di mantenere la calma e la determinazione che hanno guidato ogni nostro piano. Quando arrivo al diner, trovo il mio collega che sta giusto per andarsene. Non abbiamo mai parlato veramente, ma credo sia un tipo a posto. Per quanto qualcuno possa essere apposto in questa città. Ci scambiamo un saluto ci circostanza e poi mi dirigo verso i camerini cambiandomi rapidamente in divisa, sentendo il tessuto familiare aderire alla mia pelle. Il mio turno inizia con una frenesia controllata, mentre servo pochi clienti con un sorriso sulle labbra. Ogni movimento è calcolato, ogni parola misurata. Ma anche mentre mi occupo delle mie mansioni, la mente è costantemente rivolta alla missione imminente. L'orologio sembra avanzare più lentamente del solito, e ogni minuto che passa mi sembra un'eternità. Guardo fuori dalla finestra ogni tanto, guardando le strade buie. Alle quattro e mezza, dopo essermi cambiata e aver ceduto il posto alla mia collega, vedo finalmente la macchina del mio amico parcheggiare di fronte al diner. Il mio cuore batte più velocemente mentre mi avvicino alla porta.
Sweet Pea: -pronta?- mi chiede con uno sguardo serio ma risoluto. Annuisco con determinazione, sentendo un brivido di adrenalina correre lungo la mia spina dorsale. Finalmente è ora. Guidiamo per le strade deserte e dopo un quarto d'ora di macchina arriviamo all'edificio.
Toni: -Fangs, ci sei?- dico nel microfono.
Fangs: -guarda su-  alzo lo sguardo e lo vedo rannicchiato sopra il parapetto di una casa abbandonata, vestito tutto di nero, la maschera calata sul viso.
Jughead: -ottimo, io sono a qualche metro di distanza in un bar. Vi ricordo che quello che abbiamo di fronte è un ufficio, quindi ci sono molte persone all'interno. Fangs, dovrai fare molto silenzio ed attenzione. Non giocare con lei, colpisci e vattene. Meno tempo ci mettiamo, meglio è. Il colpo deve essere letale e veloce, niente di più. Toni, tu ed io saremo connessi per tutta la durata della missione. Mi dirai esattamente cosa sta succedendo, ok?-
Toni: -ricevuto- dico decisa. Continuo a guardare l'edificio che abbiamo davanti. Le luci sono accese. Là dentro ci sono persone che stanno già lavorando. Molte si sono svegliate da poco, ed è proprio per questo che Jug he deciso di colpire adesso.
Jughead: -Sweet, parcheggia più verso l'incrocio. Lì non ci sono telecamere ed è più facile partire in caso di inseguimento- Sweet fa come gli dice con una manovra rapida e precisa.
Jughead: -cinque minuti e iniziamo. Fangs, cosa vedi?-
Fangs: -dalla mia postazione riesco a vedere cinque persone al piano terra. Non so se ce ne siano altre-
Sweet Pea: -ce ne sono altre tre, sedute-
Fangs: -il secondo piano è tranquillo, le donne delle pulizie stanno ancora pulendo. Al terzo piano è accesa solo una luce-
Jughead: -bene, è la nostra vittima quella. Riesci a vederla?-
Fangs: -no, le persiane sono abbassate per metà- sentiamo Jug imprecare. A quanto pare questa missione è davvero difficile.
Jughead: -bene, dovrebbe esserci un balcone. Riesci ad andarci senza che- prima che riesca terminare la frase Fangs è già saltato atterrando come un gatto sul balcone. Nessun movimento sospetto, nessuno se n'è accorto.
Fangs: -detto fatto-
Jughead: -bene, procedi- mi contorco sul sedile. Quando sono io l'uomo d'azione non provo nessuna preoccupazione, ma quando sono gli altri ed io devo restare a guardare impotente, un senso di inquietudine di pervade. Non so come faccia Jug a guardare tutto dalle telecamere senza innervosirsi.
Jughead: -è entrato?-
Toni: -sì, adesso- non stacco gli occhi dalla finestra. Ho la visuale su tutta la vetrata, solo la tenda mi impedisce di vedere all'interno. Non potrò essere utile in caso succeda qualcosa.
Toni: -Jug, non si vede niente, vuoi che salga sul parapetto?-
Jughead: -ci riesci senza destare sospetti?-
Toni: -sì- esco dalla macchina e abbassandomi percorro la distanza che mi separa dal parapetto dell'edificio dove si trovava Fangs un attimo prima. Mi accuccio e riesco finalmente a vedere la stanza.
Toni: -non vedo nessuno dei due- non appena finisco di pronunciare quella frase sento il suono di un proiettile seguito da quello di vetri rotti. È troppo forte, non può essere una delle pistole silenziate di Fangs. È lui, penso mentre rotolo su un fianco. Lo sparo proveniva dal lato ovest dell'edificio.
Toni: -Fangs!- mi fiondo giù per le scale saltando gli ultimi cinque gradini e mi precipito sul lato opposto dell'edificio. Non può scapparmi anche questa volta. La rabbia cresce dentro di me ed aumento la velocità dei miei passi.
Jughead: -Toni, che succede?- la sua voce è il panico più totale.
Toni: -non lo so! Sto andando a vedere. Hanno sparato- vedo un'abitazione proprio di fronte l'edificio e inizio ad arrampicarmi sui mattoni irregolari. Arrivo in cima e non trovo nessuno. Dannazione.
Jughead: -ha colpito Fangs. Stiamo in macchina, non è grave. Sweet Pea sta venendo a prenderti- non appena vedo la macchina scendo e mi fiondo immediatamente dentro. Sento il suono di una sirena ma è troppo lontana per notarci. Sfrecciamo a cento all'ora senza dire una parola. Mi giro verso Fangs alla ricerca di ferite e vedo sangue che gli cola lungo il braccio destro. Jug gli sta tamponando la ferita
Toni: -stai bene?- annuisce con un ghigno.
Fangs: -ho superato di peggio, questo non è niente- arriviamo a casa e subito aiutiamo Fangs ad arrivare al soggiorno. Sweet Pea taglia la maglia e vedo sangue zampillare sul pavimento. Il proiettile l'ha solo sfiorato quindi non ci sarà bisogno di estrarlo. Jug bagna la ferita con l'acqua ossigenata e Fangs emette un mugugno di dolore stringendo i denti. La sua sopportazione del dolore è pazzesca. È stato colpito moltissime volte e non l'ho neanche mai visto perdere i sensi a causa del dolore.
Jughead: -allora? Cos'è successo?-
Fangs: -sono entrato e l'ho trovata già a terra. Non c'era nulla, né sangue né tracce di strangolamento o collo rotto. C'era la carta e in quel momento ho subito capito che il killer fosse ancora nei paraggi. Mi sono subito affrettato fuori dalla finestra per chiamarvi ma il proiettile mi ha mancato sfiorandomi la spalla ma ha distrutto il microfono- Jug ed io ci scambiamo uno sguardo
Fangs: -allora?-
Jughead: -non ti ha mancato amico. Voleva colpire il microfono, era questo il suo obiettivo. Sapeva che eravamo tutti nei paraggi perciò se ci avessi avvisati avremmo potuto in qualche modo vederlo e riconoscerlo- la stanza cade nel silenzio. Mentre i miei amici medicano Fangs io mi affretto ad accendere la televisione. Come pensavo, la notizia si è già diffusa. Sbuffo sedendomi sul divano, i gomiti poggiati sulle gambe.
: -come si suol dire, non c'è due senza tre e anche oggi il killer di cuori non ci ha risparmiato. Nell'ufficio amministrativo di Detroit solo qualche minuto fa è stato ritrovato il corpo di Lara García, sessantenne Argentina che viveva a Detroit da ormai cinque anni ed assisteva il sindaco della città con le sue consulenze economiche riguardo il debito. È stata trovata morta nel suo ufficio privato. Non ci sono segni di lotta né di strangolamento. La scientifica presume che si tratti di avvelenamento- mi giro di scatto verso i nostri compagni.
Fangs: -quel killer è proprio un esperto in tutto eh?-
: -forse per la prima volta abbiamo un indizio su chi sia quest'assassino. O meglio, assassina- Toni: -ve l'avevo detto- dico orgogliosa del mio intuito.
: -la segretaria dice che poco prima dell'omicidio è venuta una donna. Capelli biondi e occhi azzurri. Crediamo vivamente che possa essere lei il killer di cuori. Ha detto che doveva urgentemente parlare con la signora García a causa di un errore di calcoli riguardante alcuni fogli che doveva presentare al sindaco. Non abbiamo suoi documenti e le telecamere oggi hanno riscontrato problemi tecnici, quindi l'unico indizio che abbiamo di lei è il nome. Infatti ha affermato di chiamarsi Antoinette Topaz-


Heart KillerWhere stories live. Discover now