Giochiamo

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Toni's pov
Lei mi conosce. La realizzazione mi colpisce come un fulmine, un brivido che mi percorre la pelle e mi toglie il respiro. È come se il mondo intorno a me si fosse fermato, mentre cerco di elaborare ciò che ho appena sentito. La televisione continua a mormorare nel background, ma le parole dei giornalisti sono solo un vago rumore di fondo, sommerso dal frastuono del mio cuore. Le punte dei miei piedi diventano improvvisamente l'unica cosa su cui riesco a concentrarmi, incapace di affrontare lo sguardo degli altri. Le mie mani tremano leggermente, mentre il mio cervello continua a ruminare la rivelazione che ho appena ricevuto. La killer ha pronunciato il mio nome. Il mio vero nome. Antoinette Topaz. Per anni interi la mia identità qui a Detroit è stata quella di Lyra Brooks, una ragazza di ventidue anni che vive in una villa con il fratello maggiore e i suoi due amici, e lavora in un diner. Tutti mi conoscono con questo nome; i miei colleghi, i baristi, tutti. Eccetto la killer di cuori a quanto pare. È come se avesse scavato dentro di me, scoprendo la mia vera identità e mettendola in mostra davanti al mondo intero. Ora tutti sono a conoscenza che a Detroit esista un'Antoinette Topaz. Fangs è il primo a rompere il silenzio. 
Fangs: -e questo cosa diamine significa?-
Jughead: -non ne ho la più pallida idea. Sa di Toni. E quindi di tutti noi- il silenzio che segue le parole di Jughead è opprimente. Guardo Fangs, cercando di leggere nei suoi occhi la stessa preoccupazione che sento anch'io nel petto. I suoi lineamenti sono tesi. La sua mano, ancora sporca di sangue, trema leggermente. Per anni nessuno ha mai scoperto la nostra identità o il nostro aspetto e adesso, in soli tre giorni questa dannata killer ha rivelato il mio nome a tutta la nazione. 
Toni: -eppure possiamo sfruttarlo a nostro favore. Il mio nome non è scritto da nessuna. Non ho un certificato di nascita, solo i documenti che mi hanno dato all'orfanotrofio, grazie ai quali sono potuta entrare nell'università. Praticamente non esisto e i poliziotti saranno troppo occupati a cercare una bionda con gli occhi azzurri- Jug annuisce, questa volta più rilassato.
Jughead: -probabilmente sa anche di queste informazioni, quindi perché annunciare il tuo nome a tutto il mondo?-
Toni: -voleva che lo sapessi- dico mentre questa conclusione si instaura nella mia mente. Mi alzo dal divano, fronteggiando i miei amici.
Toni: -voleva arrivare a me e l'unico modo per farlo era tramite il mio nome. Voleva attirare la mia attenzione-
Fangs: -però perché? Ci sta rubando tutte le vittime con una facilità disarmante. A cosa le servi tu?- 
Toni: -dovrò scoprirlo a quanto pare- Jug mi guarda negli occhi e vede che non sto scherzando.
Jughead: -sei impazzita?- si alza e ci fronteggiamo. So esattamente cosa sta per dire.
Jughead: -Toni, quella là fuori non è una delle ragazze che incontri in un bar di sera, ci parli e magari te le fai. Quella è una cazzo di macchina da guerra. Ci ha già rubato tre vittime in tre giorni, con una facilità tale che se ci penso mi viene da vomitare. Sa sparare perfettamente con il cecchino, oggi abbiamo visto che l'avvelenamento è un'altra sua qualità e non sappiamo cos'altro ha in serbo. Potrebbe ucciderti in due secondi e non te ne accorgeresti neanche-
Toni: -stai dubitando delle mie capacità?-
Jughead: -no, ma sto iniziando a capire con chi abbiamo a che fare. Probabilmente lavora da sola e i killer solitari sono i peggiori. Non voglio perderti per una stronzata-
Toni: -va bene e allora cosa faremo? Avanti Jug dimmelo. Lei vuole che io esca allo scoperto, non so per cosa, ma non avrebbe rivelato il mio nome così se il suo obiettivo non fosse proprio questo-
Jughead: -perché una killer di fama mondiale vorrebbe parlare con te?-
Toni: -ti sto dicendo proprio questo. Se non vado, non lo sapremo mai-
Jughead: -ma andare dove? Credi che se adesso tu uscissi e andassi su un qualsiasi tetto lei uscirebbe allo scoperto per fare una chiacchierata?- 
Toni: -a questo punto sì, credo proprio di sì- Fangs si alza lentamente dalla sedia, il suo sguardo fisso su Jughead, come se cercasse una risposta che nemmeno lui sa dare.
Fangs: -amico, forse ha ragione. Continuerà a rubarci le vittime e poi se avesse voluto ucciderla lo avrebbe fatto al primo colpo-
Jughead: -magari vuole farlo quando sono vicine-
Fangs: -o magari ha qualcosa da dirci e finché non la ascolteremo le nostre vittime continueranno a morire per mani altrui- Jughead si passa una mano tra i capelli, i suoi occhi bruciano di dubbio.
Jughead: -non possiamo permettere che il killer ci raggiunga. Magari sa chi siamo, ma per ora non abbiamo nessun indizio che sappia dove siamo. Toni, se te la senti veramente possiamo provarci. Ma dovrai andare da sola. Ti metteremo solo un microfono per poterla registrare, per il resto non potremo trovarci nei paraggi o riuscirà a scovare il nostro covo-
Toni: -bene, sono convinta-
Jughead: -come pensavo...- dice senza forze.
Fangs: -portati il coltello e una delle mie pistole, non si sa mai- annuisco. Il mio respiro accelera. Quattro anni fa la killer di cuori era solo un nome scritto sulla pagina di un quaderno, adesso sto per avercela di fronte. Non so neanche come sentirmi a riguardo, è tutto così strano che la mia mente non riesce ad elaborarlo. Da una parte sono d'accordo con Jug, perché le servo io? Una criminale che sta solo iniziando la sua carriera. Dall'altra però sento che c'è qualcosa sotto. La cosa che mi stupisce di più è che non sto provando paura. Nemmeno un briciolo. Sento solo pura adrenalina. Do un'occhiata alle carte di poker sparse sul tavolino del nostro soggiorno, non riuscendo a fare a meno di ridacchiare. Quello tra me e lei è un gioco mortale ormai. Le carte sono mescolate e le scommesse sono più alte che mai. Ma ogni mano di poker ha un solo vincitore. E se lei vuole giocare, che il gioco abbia inizio.



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