𝚜𝚙𝚘𝚛𝚝 𝚛𝚘𝚖𝚊𝚗𝚌𝚎
Niente al Newton College è come sembra.
L'unico obiettivo che Abigail Pearson si è posta è passare l'anno senza attirare l'attenzione della squadra di hockey, ma i suoi piani vengono messi a dura prova dall'arrivo di un n...
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LOGAN
L'ultima cosa di cui avevo bisogno era infortunarmi a tre giorni dalla trasferta.
E nemmeno durante un'azione su ghiFwh accio, che avrebbe reso il tutto frustrante ma meno imbarazzante.
No, mi sono stirato un muscolo scendendo dal tapis-roulant durante il riscaldamento. E solo perché ho visto una macchia arancione passare dalla finestra sotto di noi e ho mancato l'appoggio del piede scendendo dall'attrezzatura.
Oliver mi ha guardato confuso mentre mi offriva la mano per alzarmi e io, senza niente di meglio da dire per giustificarmi, ho dovuto inventare la scusa di aver visto una figa pazzesca. Da come lui ha annuito, immagino non sia la prima volta che succede.
Ho finto di non essermi fatto nulla per tutto il tempo in cui ho lavorato sulla panca, ma è bastata una smorfia mentre mi alzavo per far scattare il coach Miller, che mi ha spedito dalla dottoressa prima ancora che potessi protestare.
Non dovrei aver problemi a giocare sabato, ma fino ad allora l'unico ghiaccio a cui mi posso avvicinare è quello da tenere sulla caviglia.
Quando entro nel mio appartamento, vengo subito distratto dallo squillo del mio telefono. Il volto di mio padre mi sorride dallo schermo e, per un attimo, sono tentato di non rispondere e fingermi addormentato - morto? - per qualche ora prima di richiamarlo. Ma so che se non riceverà risposta manderà i soccorsi a casa mia, sotto forma di pompieri, polizia o, peggio, del Coach Miller.
Perciò afferro un impacco di ghiaccio dal freezer e accetto la chiamata.
«Segugio!»
«Ciao Papà» gli dico, buttandomi sul divano. La conversazione può andare solo in due direzioni: preoccupazione, se è di buon umore, o rimprovero, se si è svegliato dalla parte sbagliata del letto.
«Il coach Miller mi ha detto che ti sei fatto male. Stai bene? Ti hanno visitato?»
Buonumore, per fortuna. Perché in questi casi basta che lo rassicuri dell'unica cosa che lo preoccupa. «Sono stato dalla dottoressa poco fa. Ha detto che non è niente di grave, se resto a riposo per i prossimi giorni dovrei riuscire a giocare senza problemi.»
Lo sento tirare un sospiro di sollievo e alzo gli occhi al cielo. Il mondo potrebbe anche venire giù domani e a lui interesserebbe solo sapere se le partite di hockey vengono ancora giocate e, se sì, dove mi deve portare per essere in pista al momento del face-off.
«Non sottovalutare gli infortuni, Logan. Se hai bisogno di fare terapia posso trovarti un contatto in zona."
«Non credo ce ne sarà bisogno.»
«Ti mando comunque il suo numero, nel caso volessi provare-»
«Come vanno le cose da voi?» Lo interrompo, sperando di riuscire a fargli cambiare discorso. Non capisco se sono io a essere diventato più insofferente del solito ai discorsi sull'hockey, o se nessuno è più in grado di parlare d'altro.