40. [A] Se voi foste qui

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Se vi va di chiacchierare oltre ai commenti, ci vediamo su IG e TT (@jackieswriters)

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ABIGAIL

Addio, spero che
il cielo tra te e me non si rannuvolerà.

Van Gogh




Logan recupera il borsone, io lo zaino e insieme usciamo dalla casa senza incontrare più nessuno della famiglia.

Mentre scendiamo i gradini della veranda, cerco di trovare il coraggio di girarmi e tornare dentro, arrabbiarmi con loro, fargli sapere quello che penso davvero.

Ma la verità è che non sono arrabbiata. Vorrei esserlo, con tutte le mie forze, ma non ci riesco.
Ho cercato di chiudere fuori loro, le loro parole, le loro azioni per così tanto tempo che non ho mai lasciato spazio per processare quello che mi hanno fatto.

Forse un giorno ci riuscirò.
Forse, come dice Logan, nemmeno se lo meritano.

In ogni caso, oggi ho solo bisogno di mettere più distanza possibile tra me e questa casa.

«Dove vuoi andare?» chiede dopo aver accesso la macchina.

«Lontano da qui» ammetto e lui annuisce e parte.

Per un po' rimaniamo in silenzio, mentre la strada vuota si apre davanti a noi.
Tutti devono essere già nelle loro case, davanti ai loro pranzi, insieme alle loro famiglie.

E io ho portato via Logan dalla sua per farlo assistere al casino che è la mia.

Apro la bocca per scusarmi, ma lui mi precede.

«Non mi scuserò per averti difeso» dice, con una decisione che mi fa domandare da quanto ci stesse rimuginando sopra. «Ma mi dispiace se ho esagerato. In quel momento... non ero molto lucido.»

«Sono io a dovermi scusare. Non avrei dovuto portarti lì.»

«Non avrei voluto essere in nessun altro posto, Abigail» replica, appoggiando una mano sulla mia coscia. «Non se l'alternativa era che tu affrontassi quel pranzo da sola. Non so nemmeno come tu abbia potuto sopravvivere a tutti quelli precedenti.»

«Una grande dose di pazienza. E la consapevolezza che non potevo cambiarli.»

«Sono proprio delle stronze» sibila lui, scuotendo la testa. «E Michael è un codardo. Non ne sapevo niente

«Non gli ho mai detto nulla, Logan, non è colpa sua-»

Lui si volta appena verso di me. «Eri tu la bambina, non lui. Era compito suo chiedere. Che bastardi» conclude, tornando a guardare la strada.

Io appoggio una mano sulla sua e gli accarezzo le nocche con il pollice, per dirgli con il tocco quello che vorrei ammettere con le parole.

Che ha ragione, che avrebbe dovuto fare lui uno sforzo, che avrebbe dovuto provarci.

Frozen AttractionTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang