Capitolo 39

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Avevo fatto il possibile per non farmi scoprire da Harry. Mi ero messa d'accordo con mia madre che avrebbe retto il gioco. Infatti, saremmo uscite insieme e mi avrebbe accompagnato fino a casa di Luke, ma poi se ne sarebbe andata.

Perfetto. Ero pronta.

Mi ero alzata due ore prime per avere tempo per prepararmi.

Scesi al piano di sotto in cui mia madre aveva già preparato il caffè. La ringraziai e bevvi la mia tazza pregando che tutto sarebbe andato per il meglio.

Poco dopo anche Harry si sveglió. Aveva dormito con me quella notte.

"Buongiorno." Mi disse sorridente e io mi sentivo in colpa.

"Giorno." Dissi ricambiando il sorriso.

"Oggi dovete fare quelle cose?" Borbottò ancora assonnato.

Io e mia madre annuimmo.

Finii velocemente il mio caffè e ritornai in camera per vestirmi con calma. Quando sentii la porta aprirsi sobbalzai.

"Sono solo io." Disse Harry guardandomi in modo strano. Forse sospettava qualcosa.

"Lo so, scusami." Sussurrai.

"È solo che sono veramente stanca." Cercai di far svanire il suo cipiglio. Lui annuì semplicemente.

Mi pettinai i capelli cercando di sembrare decente.

Harry era rimasto sul letto a guardarmi e prima di andare lo raggiunsi e gli diedi un bacio veloce.

"Ci vediamo più tardi." Uscii dalla stanza prima di sentirmi ancora più in colpa e raggiunsi mia madre. Non volevo trattarlo così, ma il suo sguardo sospetto mi intimidiva.

"Andiamo." Mi disse aprendo la porta di ingresso e uscimmo.

Prendemmo la sua macchina e mi accompagnò fino alla casa di Luke.
La salutai e la ringraziai.

Suonai il campanello e aspettai sentendo delle imprecazioni attraverso la porta.

"Arrivo arrivo. Solo un attimo."
Soffocai una risata, ma mi ricomposi quando la porta si aprì.

Salutai Luke che mi fece entrare. La sua casa rispecchiava a pieno la sua personalità. Era molto il disordine, piena zeppa di cose.

"Scusa il casino." Disse Luke arrossendo.

"Non ti preoccupare." Gli dissi.

"Sono la prima ad arrivare?" Gli chiesi cercando di far togliere il suo sguardo dalla mia pancia. Era chiaramente confuso.

Lui annuì.

"Quando arriveranno anche gli altri vi parlerò anche di questo." Cercai di spiegare.

"Vivi da solo?" Luke si sedette sul divano e mi invitò a fare lo stesso.

"Si. Da quando avevo 16 anni."

"E i tuoi genitori te l'hanno lasciato fare?" Gli chiesi stupita.

"I miei sono morti. E non volevo essere affidato ai servizi sociali. Infatti mi aveva aiutato Louis che era maggiorenne." Mi si spezzò il cuore. E pensare che io ero venuta per dirgli che non potevo più vederli. La situazione non poteva andare peggio di così.

"Oh, mi dispiace tanto." Mi immaginai un Luke distrutto dalla sua grande perdita, ormai solo, senza più nessuno accanto. Ma poi la luce ritornò ad illuminargli la vita, quella luce era Louis. Quel ragazzo era qualcosa di unico.

"Non ti preoccupare. Tanto tra un po' mi trasferirò dalla mia ragazza." Sorrise  ancora di più al pensiero della persona che si era presa cura di lui.

"Sono contenta."

Subito bussarono alla porta ed entrarono una Sam e un Louis esuberanti, presi da una conversazione su una band 'da urlo', come diceva Sam.

"Oh porca puttana! Sei sparita e ti ripresenti incinta?!" Rise Sam. Ovviamente ci eravamo chiarite dopo quella festa.

Louis le tirò una gomitata.

"Ah non sei incinta? Scusa non volevo, pensavo davvero che lo fossi.." Per un attimo pensai di farla sentire in colpa e di non dirle nulla, ma scacciai subito quel pensiero.

"No Sam, sono incinta davvero." Risi per la sua sbadataggine. "Ve lo volevo dire oggi a tutti quanti." A parte Louis ovviamente, visto che ne era già a conoscenza.

Tutti si sederono sui divani in attesa che io parlassi e non potei non notare il dolce sorriso di Louis.

"È da qualche mese che lo sono. E volevo solo scusarmi con voi perché non ci sono mai. Solo che ho tante cose a cui pensare." Cercai di spiegarmi.

Loro mi compresero e mi offrirono il loro aiuto se ne avessi avuto bisogno. Alla fine non ero riuscita a dirgli che non dovevo più vederli. Ma in qualche modo mi sarei giustificata per le mie assenze.

Quando però dovetti ritornare a casa, mia madre non c'era. Dopo un po' mi salì il panico. La chiamai.

"Dove sei?" Quasi urlai all'apparecchio.

"Scusa tesoro, ho un problema con la macchina." Ci voleva solo questa.

"Ok, fa niente. Tornerò a piedi."
Riattaccai, ma quando vidi Louis e Sam che stavano per ripartire con la loro macchina mi feci coraggio e li raggiunsi.

Pregai che Harry mi avesse ascoltato e non mi avesse vista.

"Ehm, scusate mi potreste dare un passaggio?" Cercai di sorridere, ma ero molto preoccupata.

Loro mi risposero di sì senza esitazioni e mi fecero salire.

Louis accompagnò prima Sam, visto che era più vicina e poi passò a casa mia.

"Allora, ce lo farai conoscere questo Harry prima o poi?" Mi disse Louis sorridendo.

"Ehm, è un ragazzo un po' riservato. Vedremo."

Lo salutai e uscii dalla vettura raggiungendo in fretta casa mia.
Avevo paura che Harry avesse visto.
Forse era uscito, forse dormiva, ma di solito quello lo faceva solo quando era con me.

Pregai con tutta me stessa, ma quando entrai in casa lui era lì con gli occhi neri, la fronte aggrottata e i muscoli tesi. 

Aveva visto.

Dark Eyes  ➳ h.s.Where stories live. Discover now