2.l'incubo

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"Come ti chiami?" Chiese Fira a Brian appena si fu sistemata sul banco.
"Brian, tu sei... Fira, giusto?"
"Si"
"Da dove vieni?"
"Vengo da un posto molto distante da qui. È anche molto diverso rispetto a... Come si chiama questa città?"
"Ocremota... Visto che ti sei appena trasferita, se vuoi, oggi possiamo uscire, così ti faccio fare il giro turistico della città."
"Non saprei, ho parecchie cose da fare".
Mentre Fira parlava con Brian fissava di nascosto Jack e Gimmi con fare interrogativo, come se si aspettasse una risposta anche senza aver fatto alcuna domanda.

Quella stessa notte, Brian fece un sogno diverso dal solito. Più che un sogno, sembrava un lontano ricordo, come se stesse ricordando dei momenti di una vita passata. Era un bambino e giocava con Fira, Jack, Gimmi e con altri bambini in una città così magica e spettacolare che sembrava uscita da un libro di fiabe. Si trovava in una valle ricca di fiori e piante di ogni tipo. Era circondata da due ruscelli che si univano in un lago situato dietro l'enorme castello che, dal punto più alto della città, dominava la valle. Il resto della città era formato da case modeste, botteghe, mercati e in centro c'era la piazza più particolare che avesse mai visto. Al centro c'era una gigantesca statua di ghiaccio. Rappresentava la testa di un drago che sputa fuoco. Per terra, intorno alla statua c'era un mosaico su cui erano disegnate diverse ali di tutti i colori, che formavano la scritta: "BENVENUTI A ZETADIC". Sul perimetro della piazza c'erano molti fiori che Brian non aveva mai visto e che profumavano l'ambiente. Nella città regnava la felicità, infatti c'era una grande festa. Per le vie si incontravano persone che ballavano, cantavano, facevano giochi di prestigio o acrobazie. Nessuno era triste. A Ragon parve di essere entrato in quel mondo perfetto di cui parlano le favole che gli venivano raccontate da bambino. Poi il sogno cambiò. La città in festa si trasformò in una città in fiamme. I poveri abitanti terrorizzati scappavano in cerca di un posto sicuro. Le vie della città venivano ricoperte da cadaveri. Nel frattempo un'ombra oscura e malvagia cavalcava una creatura mostruosa e lanciava fiamme contro il castello per cercare di abbatterlo. Brian sentì un urlo e poi qualcuno gli ordinò di scappare, di mettersi al riparo. Si ritrovò a correre per salvarsi da qualcosa che non aveva ancora identificato. Gli sembrò di conoscere la città così bene da sapere dove andare per scappare, anche se era la prima volta che la vedeva. Poi l'ombra misteriosa si stagliò davanti a lui. Cadde. E tutto diventò improvvisamente buio.

Brian si svegliò madido di sudore e con il fiatone, come se avesse corso davvero. Guardò l'orologio: erano le 7.00. Tra poco avrebbe dovuto iniziare a prepararsi per andare a scuola. Continuava a pensare al sogno e a come gli sembrasse tutto così reale. Gli sembrava di aver vissuto realmente quelle situazioni. Di aver già visto quella magica città. "Come si chiamava?" Pensò nel frattempo "Zetadic", gli venne subito in mente.

L' ISOLA DEI DRAGHIWhere stories live. Discover now