6 - Pretty Little Liars

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Michael's pov

«Imparerai mai a fare il nodo della cravatta?», sospirò mia madre, facendomi arrossire mentre annodava la cravatta della mia divisa.

«Hey, non farmelo pesare più di quanto non lo faccia già. So di essere un completo disastro», borbottai, facendo ridere mia madre.

«Non sei un completo disastro tesoro, non sai annodare una cravatta per bene ma non è un problema - credo», disse, baciandomi una guancia, «Adesso devo andare. Divertiti a scuola!», disse, afferrando la sua borsa e correndo in salotto.

Mi appoggiai al bancone della cucina mentre sentivo la porta di ingresso sbattere, osservando il cielo grigio dalla finestra mentre finivo la mia tazza di caffè. Oggi aveva tutta l'intenzione di piovere, a quanto pareva.

Siccome avevo già fatto colazione, salii di sopra per lavarmi i denti. Non appena chiusi il rubinetto sentii bussare alla porta; presi la giacca della divisa e la borsa prima di scendere di sotto. Non appena aprii la porta un bambino mi saltò letteralmente addosso, abbracciandomi le ginocchia.

«Charmander!», strillò Mark, il nipote di Luke, sorridendomi.

Lo presi in braccio. «Hey, che ci fai qui?», gli chiesi, sorridendogli. Non che se ne sia accorto, eh, fissava soltanto i miei capelli.

«Voleva vedere il suo Pokemon preferito», borbottò Luke, appoggiato contro la soglia della porta, «Ho dovuto usarlo come ricatto, altrimenti non si sarebbe addormentato ieri sera».

Feci spallucce. «Entra, Luke», dissi, facendo entrare il biondo che mi guardò incerto prima di mettere piede in casa.

Portai entrambi in cucina, Mark era ancora in braccio a me. «Avete già fatto colazione?».

«Certo», rispose Luke con un'alzata di spalle, «Mia madre non mi avrebbe mai fatto uscire di casa senza mangiare. Ah, a proposito, voleva darvi questi come ringraziamento per la cena di ieri», aggiunse, estraendo un contenitore di plastica dalla sua borsa dei libri e porgendomelo.

Lo afferrai con un sopracciglio alzato. «Cosa sono?», chiesi, aprendo il contenitore. Sembravano degli innocui dolcetti, anche se non fossi del tutto sicuro al riguardo.

Luke rise. «Non sono velenosi, sta tranquillo. Li ha fatti mia madre, sono i suoi dolcetti alla cannella. Li fa sempre per Halloween», spiegò, sorridendomi, «Su, assaggiane uno».

«Ho appena lavato i denti», rifiutai, posando il contenitore sul tavolo, «Li mangerò dopo scuola, okay?».

Luke scosse la testa. «Insisto. Provane uno, sono buonissimi».

«Oh... Okay», mi convinsi, prendendo un dolcetto ed addentandolo. Le mie papille gustative fecero dieci salti all'indietro, «Oh. Sono deliziosi», borbottai, divorando il dolcetto che avevo assaggiato e prendendone un altro.

«Sta attento, non mangiarli tutti!», rise Luke, facendomi arrossire, «Conservane uno per i tuoi genitori».

«Mmh, dovrei», affermai a bocca piena, «Ti inviterò a cena più spesso se significa che avrò di nuovo questi meravigliosi dolcetti».

Luke rise, prendendo suo nipote in braccio. «Ti va di venire a scuola con me?», mi chiese, facendo scendere Mark per terra. Il bambino si mise a correre per andare in salotto; mi chiesi da dove prendesse tutta quell'energia a quell'ora del mattino.

Feci spallucce. «Ormai sei qui, perché no?», accettai, infilandomi la giacca. Seguii Luke e Mark fuori casa, chiudendo la porta di ingresso a chiave prima di salire nell'auto di Luke.

Slut Wars || MukeWhere stories live. Discover now