14 - He's been waiting for you

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SORPRESA! Godetevi il capitolo ;)

***


Luke's pov

«Mi dici o no dove mi stai portando? Siamo in auto da due ore», continuò a chiedere Michael, guardandomi con occhi che - finalmente - non erano più tristi come lo erano stati prima.

«È la trentesima volta che me lo chiedi, e questa è la trentesima volta che io ti rispondo che non ti dirò niente finché non saremo arrivati».

Michael sbuffò. «Uffa, sei cattivo».

Scrollai le spalle. «Io mi definisco una persona che sa creare suspence. Adesso perché non mi racconti un po' di quel tizio? Non mi pare di averlo mai visto in giro», gli suggerii, alzando un sopracciglio.

Michael, che aveva la testa poggiata sul sedile, si irrigidì visibilmente. «Devo farlo per forza?».

«Non necessariamente. Ma mi piacerebbe sapere perché vederlo ti ha fatto stare così male».

Michael sospirò. «Jasper è stato il mio primo fidanzato, anche se penso tu l'abbia già capito», disse tutto d'un fiato, tenendo la testa rivolta verso il finestrino.

Feci due più due nella mia testa, restando sconvolto da ciò che dedussi. Michael aveva quattordici anni all'epoca della sua relazione con questo Jasper, e lui doveva partire per il college. Quindi...

«A quattordici anni hai avuto una relazione con un ragazzo di diciotto?!», sbottai, togliendo gli occhi dalla strada per guardare Michael, che aveva un'espressione colpevole in viso.

«Eh... Sì. La mia unica relazione», rispose, stringendosi nelle spalle.

«Michael, è terribile! Lasciando stare che è illegale, e poi... Lui era più maturo di te, aveva altri interessi - non ci hai fatto sesso, vero?», l'espressione di Michael servì solo a confermare i miei sospetti, «Oh, buon Dio».

«Lo so, lo so, è qualcosa di terribile», borbottò, mordendosi il labbro inferiore, «Ripensandoci vorrei non esserci mai cascato. Ma all'epoca ero così disperato e mi piacevano i ragazzi più grandi e lui mi considerava, Luke».

Alzai gli occhi al cielo. «Non c'entra niente, Michael. Credi che non ci sia passato? Quando avevo tredici anni fantasticavo sugli amici dei miei fratelli maggiori e sapevo che uno di loro - per cui avevo una cotta colossale - era gay. Questo non vuol mica dire che ci abbia provato con lui!», sbottai, scuotendo la testa.

«Tu sei tu e io sono io. Il me quattordicenne non poteva sapere a cosa andava incontro e si è fatto abbindolare, va bene? Adesso basta, non voglio parlarne più», esclamò lui, portando un pesante silenzio nell'abitacolo.

Sospirai, lasciando comunque cadere il discorso mentre continuavo a guidare; la nostra meta si avvicinava sempre di più.

«Adesso mi vuoi dire dove mi stai portando?».

Mi voltai verso Michael, mordendomi il labbro inferiore. «E va bene, tanto siamo arrivati. Michael, benvenuto a New York».

La reazione di Michael fu proprio quella che mi aspettavo. Il ragazzo mi guardò sconvolto, poi guardò la strada avanti a noi, poi guardò di nuovo me boccheggiando, come se stesse cercando le parole giuste da dire. Alla fine se ne uscì con un «Sei serio?».

Scoppiai a ridere. «Fottutamente serio. Allora, suppongo che tu voglia sapere perché ti sto portando a New York».

Michael scosse la testa, incredulo. «Puoi dirlo forte».

Slut Wars || MukeWhere stories live. Discover now