15 - Ragazzi in fuga

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Sto postando troppo ma avete fatto arrivare la storia a 700 voti quindi suppongo ve lo meritiate (ma quanto me la credo)


***


Michael's pov


Mi lasciai trascinare da Luke sulle scale del palazzo dove abitava suo fratello fino ad arrivare alla sua auto; saliti su di essa Luke partì a tutta birra noncurante dei limiti di velocità, rallentando soltanto quando imboccammo l'autostrada. Durante tutto il tragitto lo fissai in silenzio, non sapendo cosa dire. Andava tutto bene soltanto dieci minuti fa, anzi, andava meglio di quanto avessi pensato, ed ora eravamo in auto diretti verso casa senza aver sfruttato il tempo insieme, senza aver fatto metà delle cose che avevamo in programma (prima fra tutti lo scopare alla grande, avevo belle cose in mente da fare con Luke). Tutto per colpa di un lui misterioso, che aveva spaventato sia Jack che Luke. Avrei tanto voluto chiedergli chi fosse, ma non mi sembrava il caso.

O almeno, non mi sembrò il caso finché non notai che Luke correva troppo veloce in autostrada, procedendo a zig-zag e tremando da capo a piedi.

Decisi di fermarlo, giusto perché ci tenevo a non causare un incidente. «Luke, fermati, stiamo andando a zig-zag. Finiremo contro qualche auto», dissi scuotendolo, senza ottenere risposta, «Luke! Ascoltami! Ci schianteremo se non vai in linea dritta!».

Fu come se il biondo si fosse risvegliato da un coma, anche se in parte. Meccanicamente tornò a guidare in linea dritta, parcheggiò l'auto in una stazione di servizio e la spense. Poi ricominciò a tremare guardando il vuoto. Allungai una mano per stringere una delle sue come per dargli conforto, ma al minimo tocco lui si ritrasse come se l'avessi avvicinato con un taser.

«Mi spieghi cosa succede?», gli chiesi, preoccupato, «È assurdo vederti così».

Luke scosse la testa, rifiutandosi di parlare mentre i tremiti del suo corpo aumentavano in modo esponenziale. Al che aprii la portiera dell'auto ed uscii infilandomi il cappotto. Presi quei pochi spiccioli che avevo in tasca e mi voltai, diretto alla stazione di servizio. Ci sarei andato se non fosse stato per Luke che mi chiamava con voce tremula.

«Dove vai?».

Mi voltai di nuovo verso di lui, sorridendogli rassicurante. «Ho fame. Tu vuoi qualcosa?».

Luke si morse il labbro inferiore, poi estrasse una banconota di dieci dollari dalla tasca e me la porse. «Tutto ciò che riesci a trovare. Voglio roba dolce, ti prego», mi disse, ed io non riuscii a fare a meno si notare quanto tremasse la sua mano. Sembrava talmente fragile, come se si sarebbe spezzata da un momento all'altro.

Uscii dal negozio con una busta carica di schifezze, tutte cose dolci come mi aveva chiesto Luke ed un tubo di Pringles (non avevo resistito, amo le Pringles). Quando mi sedetti di nuovo in auto fui invaso dal calore del riscaldamento e fui costretto a sfilarmi il cappotto, facendolo cadere nei sedili posteriori. Passai la busta a Luke che ne scandagliò il contenuto attentamente prima di prendere una busta di caramelle gommose.

«Adesso mi spieghi cosa è successo?», gli chiesi, rubandomi un orsetto gommoso.

Luke mi guardò con occhi vitrei mentre masticava una manciata di caramelle. «Devo per forza?», mi chiese, sbattendo le ciglia.

Quasi mi si sciolse il cuore a quella visione; ancora una volta, Luke mi sembrava un puro ed innocente bambino ignaro delle cattiverie del mondo - esattamente ciò che non era. Non potevo farmi abbindolare da lui, però, era ciò che voleva.

Slut Wars || MukeWhere stories live. Discover now