4. Brutte figure.

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Arrossì all'istante pensando alla figura di merda fatta con Harry quel pomeriggio. Io che quasi sbavavo guardandolo e lui che si pavoneggiava come un dio greco. Il mio sguardo era fisso su di lui come il suo era su di me. Un piccolo sorrisetto minacciava di uscire dalle sue labbra accompagnato da un 'ciao bambolina'.

"Jenna? Hai finito di farti le seghe mentali guardando Harry?" Louis con i suoi modi delicati mi svegliò dal mio stato di trans. Solo dopo cinque secondi capì che mi aveva dato della pervertita.

"Non mi faccio le seghe mentali." Cosa stavano pensando questi ragazzi di me in questo momento?

"Vi conoscete?" Louis non la smetteva di muovere gli occhi da me a Harry.

"Purtroppo si." I miei occhi erano più confusi che mai, spaziavano da un lato della stanza ad un altro, ripetutamente. Fissavo i ragazzi. Tensione. Questo si respirava qui dentro. Louis avrebbe potuto anche avvertirmi che aveva ospiti, magari mi sarei preparata, o magari non mi sarei presentata. Cercai con poco successo di dirigere la mia attenzione sulle decorazioni da tavolino, aspettando che qualcuno facesse qualcosa o parlasse per farci uscire da quella imbarazzante situazione.

"Beh, io ho fame, ordiniamo la pizza?" Il biondino era diventato il mio preferito. Prese il telefono e chiese al suo capo di portarci sei pizze. Era abbastanza comodo lavorare per una pizzeria, a quanto avevo capito.

Dopo ore a parlare, potevo felicemente dire che la tensione tra di noi era quasi svanita del tutto. Così come l'imbarazzo. Eccetto per qualche battuta ridicola di Harry che lo rifaceva tornare a galla. Imparai che Niall lavorava in quella pizzeria da due anni e che 'più che prepararle, le mangiava le pizze' aveva detto così.

Liam viveva ancora con i suoi genitori nonostante avesse la mia età, se non più. Aveva pensato di prendersi un appartamento qui vicino ma non credeva di riuscirsi a mantenere da solo.

Zayn aveva un appartamento non lontano da qui, mi aveva invitato a giocare a biliardino qualche volta, diceva che era fortissimo, ma non aveva mai visto giocare me.

Louis era più felice del solito, e il fatto che lui fosse felice e che non lo vedevo da tanto metteva di buon umore anche me.

E poi c'era Harry. Quell'Harry che si ostinava ogni tanto a parlare, con quell'aria da duro. Quell'Harry che faceva battute squallide e poco divertenti. Il suo carattere era in grado di mettere tutti di brutto umore. E ci riusciva benissimo.

Le pizze non volevano arrivare, avevamo iniziato a bere un paio di birre, scherzando sul divano. I ragazzi fecero partire la musica. Li seguii con gli occhi per vederli posizionati al centro della stanza che iniziavano a muovere il fondoschiena. Tutti, tranne io e Harry ovviamente.

Lui era troppo impegnato a concentrarsi su come far apparire quella ruga sulla fronte e a come nascondere le sue fossette che ogni tanto saltavano fuori.

Io ero impegnata a guardare quei quattro idioti che si divertivano come matti e facevano divertire anche me.

Non capivo cosa c'entrava Harry in questo gruppo, erano tutti carini e gentili, e lui era scorbutico e presuntuoso. Non lo avrei mai associato ad un gruppo del genere, era diverso.

Suonò il campanello e Louis si catapultò sulla porta. La faccia scioccata del ragazzo con le pizze non aveva prezzo.

Non riuscivo a non farmi scappare qualche risata, mentre quei tre continuavano ancora a ballare nonostante si fossero accorti della presenza del ragazzo.

Stava diventando imbarazzante. Il ragazzo con le pizze in mano giocherellava con il cartone sopra esse, Harry stava fissando il soffitto, troppo annoiato da quella scena. Perché nessuno faceva niente? Persino Louis era rimasto fermo a guardare.

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