12. Clienti indesiderati.

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Mi svegliai stanca dalla cena della sera precedente. Si era trasformato tutto in un caos, persino mamma e Steve avevano partecipato alla battaglia.

Io riuscì a battere Niall perché più che tirare il cibo, se lo mangiava. Non mi scontrai con Harry, ero arrabbiata con lui, era sempre disposto a farmi fare brutte figure.

Quella sera salutai i miei genitori, sarebbero dovuti ripartire subito. A quanto pare il proprietario della casa che avevano preso aveva trovato un offerente maggiore e dovevano risolvere la situazione. Mi promisero che mi sarebbero venuti a trovare di nuovo, con più calma.

I miei capelli puzzavano ancora di pesto e di uovo marcio, nonostante io mi fossi lavata quattro volte. Oggi sarei dovuta andare a lavoro, anche se non mi sentivo in vena.

Ero arrabbiata, confusa, triste e anche divertita. Arrabbiata con Harry, confusa dal suo comportamento, triste dal fatto che i miei genitori mi avessero lasciato così presto e divertita della battaglia di ieri sera.

Alla fine anche i proprietari si scontrarono contro di noi, solo per farci smettere, fino a quando non ci cacciarono a suon di calci nel culo.

Risi pensando a come quei poveretti avessero fatto a pulire tutto quel macello, in fondo era stata colpa nostra.

O forse no, tutto era iniziato con il cameriere che aveva buttato la pizza in faccia al povero Niall, forse perché non lo voleva vedere, per divertimento, o forse per sbaglio. Dubito che Niall gli avesse fatto qualcosa.

Poi l'altro cameriere con la birra addosso a Louis, e poi il caos.

Risi ancora una volta visualizzando nella mia mente l'immagine di un Niall caduto a terra tutto bagnato e mi alzai.

Mangiai velocemente un paio di pancakes e mi diressi verso il mio posto di lavoro. Oggi era una bella giornata, quindi non portai la macchina, volevo camminare.

Rimasi immobile per un paio di minuti, o forse di più, alla vista di un Harry che si spogliava, osservandolo dalla finestra.

Forse stava iniziando a uscirmi la bava, o forse no, anche se era odioso aveva un corpo davvero attraente.

Agitai la mia testa per farla tornare alla realtà, e mi incamminai cercando di non pensare allo spettacolo a cui avevo appena assistito.

Le mie gambe con indosso i jeans super attillati arrivarono velocemente al supermercato.

Ero sempre più preoccupata, era un mese e mezzo che ero qui e ancora non ero riuscita a realizzare il mio sogno. Non avevo fatto nulla per raggiungerlo, in realtà.

Stavo ferma aspettando che l'opportunità mi cadesse giù dal cielo, solo che non eravamo in un film. Le cose si dovevano guadagnare.

Indossai la mia divisa, che mi stava a pennello e presi posto nel mio sgabello, dietro ad una delle casse.

I clienti passavano, a pranzo mangiai un sandwich che dovetti comprare li.

C'era un tizio che aveva comprato tantissimi tipi di formaggi, dei biscotti, del burro, delle fragole.

Cheesecake pensai nella mia mente.

"Carta o contanti?" Chiesi mentre facevo scorrere i prodotti sotto il banner.

"Ciao bambolina." Alzai lo sguardo per ritrovarmi osservata da due meravigliosi occhi verdi. Occhi con cui però ero arrabbiata.

"Tu!" Mi alzai, puntandogli un dito contro il petto.

"Io." Prese la mia mano puntandosela più forte nel petto.

"Tu, sei un bastardo, come ti è venuto in mente di dire quelle cose davanti ai miei genitori?" Tolsi la mano dalla sua.

Superhero [h.s.]Where stories live. Discover now