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"Ragazzi è pronta la cena!" La voce di mia madre rimbombò per tutta la casa tanto che mi cadde il cellulare sul piumino del letto e scattai verso la cucina. Mi misi a sedere al mio solito posto vicino a tommy e all'altro mio fratello, Jack, che ha 15 anni.

"Dov'è papà?" Chiesi mentre posavo il tovagliolo rosso sul tavolo, aspettando la risposta.

"Non ci sarà per cena, lavora fino a tardi stasera." risponde mamma con un sorriso malinconico.

Mio padre lavora nella polizia di New York, il suo mestiere è molto importante quindi a volte deve fare i turni di notte e torna a casa alle 6 di mattina del giorno dopo. Quando ero piccola mi portava spesso con lui e mi faceva vedere tutte le pistole e le manette, prendevo il suo cappello e facevo finta di essere un poliziotto. Ho sempre ammirato mio padre, credo che tutte le figlie abbiano un legame speciale con i propri papà. Sono l'unica figlia femmina, lui sente il dovere proteggermi.

Finiti i miei pensieri e tornata sulla terra, mi accorsi che mio fratello grande stava parlando di come fosse stata la sua audizione per entrare a far parte della squadra di calcio e del fatto che alcuni ragazzi fossero raccomandati.

Mio fratello maggiore Matt, è il tipico ragazzo a cui piacciono le ragazze ma sopratutto lo sport. Va all'università solo perché lo vogliono i miei genitori. È venuto a casa qualche settimana e tornerà a scuola fra una settimana più o meno.

"Sei riuscito ad avere un posto in squadra comunque, no?" Chiesi a Matt portando un cucchiaio pieno di cibo alla bocca.

"Mi sembra anche normale, sono bravissimo." poco modesto mio fratello.

Tommy e Jack incominciarono a ridere ascoltando i battibecchi miei e di Matt.

"Ragazzi smettetela." urla la mamma esasperata.

"Allora tommy com'è stato il tuo allenamento?" Domanda mamma.

"È stato bellissimo! Ho un nuovo amico che si chiama Daniel, io e Marty lo abbiamo accompagnato a casa con la macchina perché era venuto a prenderlo." Mia mamma accigliò la fronte non capendo.

"Come mai?" Mi guardò. Se venisse a sapere della mia piccola gita del Bronx, sarei più che morta.

"Ehm, i suoi genitori lavorano e di certo non potevo lasciare un bambino di 7 anni prendere la metro da solo." spiego velocemente.
Lei annuì semplicemente.

"E dove vive?" Maledizione perché improvvisamente tutto questo interesse.

"Nel quartiere più brutto di New York. Il nostro quartiere è molto più bello. " disse ingenuamente precedendomi, non sapendo che mi sta solo mettendo nei guai.

"Mamma hai cucinato benissimo, dovresti farlo più spesso questo pasto è buonissimo." cercai di cambiare argomento.

"Martina Collins guardami." urla e tutti improvvisamente si zittiscono.

"Parleremo questo più tardi." dice con tono severo e io annuisco.

Appena finito portai Tommy a letto, mi feci una doccia, mi lavai i denti cercando di temporeggiare anche se sapevo che avrei dovuto affrontare mia madre in ogni caso.
Tutte le volte che sono nella doccia la mia mente prende il volo pensando a sciocchezze varie, ma questa volta vagava per il ragazzo figo. Se non fosse stato per il fatto che mi ha spaventata a morte, probabilmente mi sarei innamorata di lui a prima vista o mi sarei sciolta davanti ai suoi piedi. No vabbè, in realtà no, però era davvero bello da mozzare il fiato.
Una volta uscita, realizzai he mi era venuta la pelle d'oca solo al pensiero di quei ragazzi. Indossai il mio pigiama rosa e mi spazzolai i capelli prima di andare in camera.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora