Martina Pov.
Mi portai le ginocchia al petto e fissai il vuoto. Se avessi iniziato a camminare avanti e indietro, probabilmente avrei assomiglia a quelle strane persone che, nei film, indossano camicie di forza e vengono rinchiuse in manicomio.
Tuttavia, trovai un senso di calma quando iniziai ad oscillare su me stessa. In seguito ai miei movimenti, era come se anche i pensieri si movimentassero,evitandomi cosi di focalizzare il tutto sul momento in cui diedi del mostro al mio ragazzo.Giuro che avrei venduto la mia anima se avessi potuto tornare indietro e rimangiarmi quelle parole, impe addirittura di aprir bocca. Perché nell'istante in cui le pronunciai, sapevo che avrei combinato un disastro. Alla grande. E la parte migliore? Non lo pensavo nemmeno. Non credevo alle mie parole, ma le dissi ugualmente. E avevo ferito Jorge e ci vuole parecchio per ferire Jorge e ciò mi ferì maggiormente, tutto aveva un senso.
A conciliare il tutto, le parole di Alvaro e Pattie mi fluttuavano ancora nella mente. Dopo aver smesso di piangere, mi asciugai le lacrime con un fazzoletto e mi allontanai dalla recinzione dove Jorge mi aveva lasciato, dirigendomi poi verso la sua famiglia. Era sparito, non lo vidi da nessuna parte. Mi domandavo se stesse piangendo anche lui e cancellai all'istante quell'immagine dalla mente, perché l'unica volta che l'avevo visto piangere ovvero il giorno in cui Alvaro era tornato mi aveva spezzato il cuore.
Tremavo dal nervoso quando mi ritrovai accanto a Alvaro.
Che avesse notato qualcosa di strano? Sapeva già che tra jorge e me c'era qualcosa che non andava? Una serie di domande m'invasero la mente. Stavamo ancora insieme? Le sue ultime parole significavano che stava definitivamente rompendo con me?
Pregai Dio che non fosse cosi Martina."Come stai?"Alvaro mi salutò con un mezzo abbraccio. Okay, quindi non sospettava che ci fosse qualcosa che non andava.
"Dov'è mio fratello?" domandò Cande avvicinandosi a me analizzando il mio viso e il senso di protezione nella sua voce mi fece sentire orribile. Beh, ancor più orribile. Significava che lei gia sapeva. Jorge gliel'aveva detto? Dubitai di quello. Ma Cande era abbastanza intelligente da scoprirlo da sola. Quando la pressione iniziò a farsi sentire, trovai una scusa per andarmene. "Ora devo tornare dalla mia famiglia, ma volevo salutarti nel caso in cui non ti vedessi prima che tu parta. Jorge mi ha detto che partirai per l'Afghanistan martedì." dissi, cercando di sussultare mentre pronunciavo il suo nome, ma la tristezza coinvolse comunque le mie parole.
Avrei tanto voluto che Alvaro potesse restare, cosicché lui e la sua famiglia non fossero stati costretti ad attraversare quel periodo d'incertezza, senza sapere se il giorno dopo sarebbero stati ancora insieme. Alvaro mi abbracciò forte come un padre avrebbe fatto ed avvertii gli angoli degli occhi pizzicare, perché in poco tempo mi avevano accettato come se facessi parte della famiglia. Prima di lasciarmi andare, mi strinse il braccio e pronunciò quelle parole che tutt'ora erano incise nella mia mente.
"Non so cosa tu abbia fatto a mio figlio, ma, di qualunque cosa si tratti, continua a farla. Non l'ho mai visto cosi felice in vita mia e lo dobbiamo a te, Martina. Lo hai cambiato in meglio."
Se solo lui sapesse il motivo per il quale non era più felice... Una lacrima mi rigò il viso e l'asciugai. Dovevo smetterla di piangere come una bambina ed iniziare a reagire. Cambiai posizione sul letto e mi sdraiai, fissando il soffitto. Non era solo colpa mia.
Se Jorge non avesse fatto tutto ciò a Michael, non saremmo in questa situazione ora. Cosi mi ero comportata come una stronza, ma non potevo voltare le spalle a mio fratello di carne e di sangue come aveva detto Matt e tornare da Jorge come se niente fosse successo. Non era cosi e in quel momento non lo sarebbe mai stato. Un singhiozzo ruppe il mio respiro, facendomi rabbrividire.
Ero consapevole del fatto che stavo addossando tutta la colpa a Jorge solo per cercare di tramutare il dolore in rabbia. Era piu cercare di odiarlo quando credevo fosse la cosa giusta da fare. Il problema: sapevo che non lo era. Solo Dio lo sapeva beh, almeno tanto quanto ne sapeva Jorge perché lui era presente alla gara quella sera, tutto quello che gli stava succedendo l'aveva incasinato con quelle persone, e ne avrebbe pagato le conseguenze se non avesse eseguito gli ordini di Anthony. Avrei dovuto dargli l'opportunita di spiegare, dissi tra me e me, come se in quel momento avesse potuto fare la differenza. Mi coprii il viso con le mani e presi un respiro profondo, pensando che pote aiutarmi a mantenere alla larga un attacco d'ansia. Ma non servì. Questa volta, nel momento in cui dei pallini rossi e blu iniziarono a formarsi dietro alle palpebre per la troppa pressione con le quali i miei polsi ci stavano premendo contro, mi ritornarono alla mente le parole che mi avevano aiutato a ragionare.
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Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."