Jorge Pov
"È abbastanza per te, principessa?" Le sussurrai ad un orecchio, notando come rabbrividì sotto al mio sguardo.Inclinò il capo di lato, allacciando il suo sguardo con il mio. "Più che abbastanza."
La baciai nuovamente. "Puoi lasciar andare la mia maglietta adesso." Ridacchiai contro le sue labbra, sentendo la sua presa allentarsi.
"Oh, certo, scusa." La lasciò andare immediatamente, ridacchiando.
Mi scostai da lei, sapendo che non sarebbe andata a finire bene se fossimo rimasti così vicini - almeno per quanto riguardava il mio amico li sotto - e mi sdraiai accanto a lei.
"Hey, quel tatuaggio è nuovo?" Si appoggiò sui gomiti, puntando lo sguardo sulla mia clavicola. "Non l'avevi ieri."
"L'ho fatto stamattina. Mi annoiavo." Spostai leggermente la maglietta in modo che potesse vederlo meglio.
"Così ogni volta che non sai cosa fare, dici 'mi faccio un altro tatuaggio, perché no?'come se non ci fosse nessun problema." Ridacchiò, passando leggermente il dito sul tatuaggio, come se avesse paura di farmi male.
"In verità, era da tempo che avevo in mente di farlo." Sorrisi, guardando il mio nuovo tatuaggio. "Puoi toccarlo normalmente, non rimarrà nulla sulle tue dita e non ti attaccherà nessuna malattia."
Fece per roteare gli occhi, come al suo solito.
"Lo so, idiota. Non ti fa male?" Aggrottò le sopracciglia, ritraendo il dito. "È un po' gonfio."Risi alle sue parole e mi strinsi nelle spalle, la pelle era giusto leggermente gonfia. "Non tanto." Era ancora un po' rosso, ma non era molto grande, per cui non mi aveva fatto tanto male.
"Certo tu sei un ragazzo forte." Mi derise, dandomi un piccolo pugno sulla spalla. "Comunque, che cosa significa?"
"È l'anno di nascita di mia madre in numeri romani." Spiegai, guardandolo. Era abbastanza carino, se ve lo state chiedendo.
"Aww." Fece la faccia da cucciolo. "È così carino!!" Continuò battendo le mani eccitata, sedendosi sul mio stomaco.
"Cosa ti ho detto riguardo al chiamarmi 'carino'?" Le afferrai delicatamente i polsi per impedirle di continuare a pizzicarmi le guance come faceva mia nonna quando ero piccolo e mi diceva che ero così cucciolo.
Era già abbastanza sapere che fossi diventato così dolce per lei, non avevo bisogno di sentire quella parola con la 'C' in tutte le nostre conversazioni. Ma, nonostante ciò, sembrava essere la preferita di Martina.
"Beh, smettila di esserlo allora!" Sbottò compiaciuta, cercando di sfuggire alla mia presa e continuando a strizzare le mie guance con uno strano sorriso dipinto in volto.
M'imbronciai, ma lasciai comunque le mie mani posate sui suoi fianchi. Il fatto che indossasse un vestito di maglia e le sue cosce fossero totalmente scoperte - mentre era seduta su di me, non mi aiutava per niente dato che mi sentivo sessualmente frustrato.
"Mi fanno male le guance ora." Mi lamentai, rimanendo imbronciato, ma desiderando il concentrarmi su questo invece di quello...
"Aww, vedi? Adorabile." Mormorò, strofinandomi leggermente le guance per alleviare il dolore. Ignorai l'ultimo commento ed iniziai a muovermi contro ai suoi fianchi. "Quanti tatuaggi hai?"
"Solo un paio, tu?" Domandai ingenuamente, ricevendo in risposta un'occhiata di sufficienza da parte sua. Ne ricevo parecchie...
"Non fare l'idiota, sono seria."
"E io sono Jorge." Abbozzai un sorriso.
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Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."