Chapter 3: The Good, The Bad And The Dirty

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Un'altra nottata insonne.
La mia vita sembra un ciclo infinito fatto di caffè, pennelli, maglie sporche di tempera, sesso nel weekend e sigarette.
La rabbia ha la meglio su di me, afferrandomi, strattonandomi, avvolgendomi, e velocemente pennellate di rosso coprono il bianco della tela, facendo finire piccole gioccioline di pittura sul mio viso, suoi miei capelli, sulla mia camicia.
Un sorso di caffè ed ammiro il mio lavoro: un tramonto sanguinolento, crudo, quasi violento, che esprime i miei sentimenti al momento.
Con un sospiro decido che ne ho avuto abbastanza, notando che sono le quattro di mattina, e raccolgo la tavolozza, i bicchieri d'acqua sporca ed i pennelli, portandoli fino al lavandino per lavarli.
Mentre passo il pollice sulle setole, cercando di eliminare tutta la tintura, il viso entusiasta di Cecilia mi torna in mente, e sorrido tra me e me ripensando al suo sorriso davanti ai quadri ed ai colori.
Il signor Hemmings non ha potuto non accontentare la sua principessa, ed ovviamente ha comprato tutti i quadri come stabilito, dandomi anche una mancia di cento dollari oltre ai duemila che ho guadagnato per le mie opere.
Una serata magnifica, eppure una volta arrivato a casa qualcosa di me ha preso il sopravvento, una rabbia sconosciuta, una rabbia mai provata.
Una rabbia non mia.
La mia anima gemella deve aver provato una furia omicida, e di conseguenza io non sono riuscito ad addormentarmi, approfittandone per dipingere le mie emozioni.
E questo è stato.
Un tramonto.
Un sospiro lascia le mie labbra mentre osservo il rosso e l'arancione mescolarsi con l'acqua, seguirsi, rincorrersi, raggiungersi e mescolarsi prima di tuffarsi nello scarico del lavandino, perdendosi per sempre.
"Maledizione!".
È troppo tardi. Mi accorgo troppo tardi di aver perso la concentrazione per troppo tempo sui colori, e quando sposto di nuovo l'attenzione sulle mie mani, mi ritrovo bagnato fino ai gomiti, compresi i miei bracciali che ormai sono fradici.
Con uno sbuffo chiudo l'acqua, lasciando tutto ad asciugarsi sullo scolapiatti (o nel mio caso scolapennelli, visto che non viene mai usato per i piatti), e comincio a togliere i bracciali uno ad uno, posizionandoli sul termosifone nella speranza che si asciughino il prima possibile per poter ricoprire quella parola orribile.
Ma quando i primi tre bracciali -uno rosso, regalo di Ashton, uno di cuoio chiaro, ricordo di una gita a San Francisco, e uno verde, trovato per caso a casa di mia madre- vengono via, non emergono solo i primi tratti del tatuaggio indesiderato, ma anche un leggero rossore tutto intorno.
Con foga rimuovo i restanti, gettandoli dove capita, senza la meticolosità di prima, e quando la parola, il peccato viene liberato, noto con stupore inusuale il rossore che circonda tutto il tatuaggio, ed immediatamente ricordo le parole di Ashton.
'Quando ho incrociato per la prima volta gli occhi di Calum, il tatuaggio si è gonfiato ed é diventato rosso, quando ci siamo tenuti per mano per la prima volta un altro soffione ha fatto la sua comparsa sull'altro polso, e quando finalmente ci siamo baciati, il rossore ed il gonfiore è andato via ed il soffione... È semplicemente soffiato via, rimanendo solo nel luogo originale come lo vedi ora'.
Le sue parole si ripetono all'infinito nella mia mente, come un monito, il monito di qualcosa che verrà.
Stasera ho incrociato lo sguardo con la mia anima gemella.
L'ho guardata negli occhi.
Ma era una mostra, ho guardato centinaia di persone -compresa una bambina- diverse.
Ma la realizzazione continua a scuotermi, cominciando a farmi tremare, come se stessi avendo un attacco di panico, ed in pochi secondi mi ritrovo per terra, le ginocchia contro il petto ed una litania senza senso che lascia le mie labbra.
Era lì.
Era lì.
Era lì, e l'ho guardata.
Se solo avessi saputo prima cosa mi avrebbe aspettato.

Holy || Muke Clemmings Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz