Chapter 14: Sarah Smiles

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"Guarda, Michael! Ti piace?" Domanda la voce eccitata di Cecilia girandosi verso di me, ancora raggelato al mio posto mentre osservo le braccia di Luke.
Ma come puó essere possibile?
Mille, centomila domande vorticano per la mia mente, aggiungendosi, contraddicendosi, agglomerandosi e distruggendosi con flusso continuo come onde, come la marea.
Mi sforzo di girarmi verso la bambina, abbozzando un sorriso quando la vedo cosí felice e spensierata, e lentamente mi avvicino, osservando ció che ha dipinto.
Blu notte, nero, sprazzi di rosso ed infine una figura grigia, quasi indistinguibile si eleva in un lato, non assomigliando subito al soggetto principale del quadro, ma proseguendo la lettura ci si rende conto che è la vera protagonista.
"È davvero bellissimo, Cecilia. Sono molto oroglioso di te... Che nome vorresti dare alla tua opera?" Domando, posando una mano sulla sua spalla, e lei osserva per qualche secondo la propria opera prima di sorridere piano.
"Mal du monde" è tutto ciò che dice, ed io rimango un attimo interdetto prima che Luke intervenga.
"Significa male del mondo. Lorelai è di origini francesi e ha deciso di crescere Cecilia come bilingue" spiega rapidamente, ed io mi ritrovo ad annuire evitando il suo sguardo prima di guardare nuovamente il quadro della bambina.
"Mi ricordi molto me alla tua età, sai? In quel periodo tutto ciò che dipingevo era tratto dalla mia vita scolastica e da ciò che mi suscitava, e questo dipinto... Nulla, mi ricorda quella parte della mia vita" confesso, non riuscendo a staccare gli occhi dall'opera di Cecilia, quando il cellulare di Luke spezza quell'atmosfera magica che solo l'arte sa creare.
"Credo sia tua mamma, dovremmo andare" sospira l'uomo, lanciandomi un piccolo sorriso di scuse, ed annuisco piano prima di passare loro le giacche, sentendo poi qualcosa stringermi la vita, realizzando dopo qualche secondo che si tratta di Cecilia.
"Grazie mille, Michael. Mercoledí mi insegni a usare meglio i pennelli?" Domanda piano, sorridendo leggermente e facendo sorridere anche me, che accarezzo piano i suoi capelli.
"Ma certo. A mercoledí".
"Grazie di tutto, Michael... Spero che tu possa stare meglio" aggiunge Luke, porgendomi una mano con le maniche nuovamente abbassate, ma nulla riesce a cancellare il peccato originale.
Vorre chiedergli, vorrei chiederglielo, vorrei urlare, vorrei semplicemente fissare il vuoto per ore fino a perdere la cognizione del tempo, ma tutto ciò che faccio è sorridere leggermente, sforzandomi al limite.
"Grazie a voi. Buonanotte".
E con un ultimo sorriso e cenno della testa, padre e figlia lasciano la mia casa, chiudendo la porta alle loro spalle.
Il silenzio mi avvolge, mi soffoca, mi stritola mentre le voci, oh, le voci.
Loro tornano, sibilanti, suadenti, dolci e cattive come sempre, sussurrando piano piano tutti i pensieri che la mia anima nasconde.
Sono più forte di loro, ma non oggi.
L'urlo di un animale ferito squarcia l'aria, lasciandomi ferito, morente sul pavimento.
È proprio quando le cose vanno meglio che devo aspettarmi il peggio.

Holy || Muke Clemmings Where stories live. Discover now