Chapter 5: Let's Kill Tonight

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Osservo rapito dalla bellezza funerea e distrutta la cenere che cade dall'ormai mozzicone di sigaretta tra le mie dita, concentrato su come potrei riportare questa sensazione d'impotenza su una tela, cercando di capire da cosa parta.
Forse dal colore grigio della cenere, un colore spento, opaco, privo di brillantezza, una brillantezza che non ha mai avuto e mai avrà. Oppure dal fatto che cada, rendendola schiava di una forza che la richiama a sè, quella di gravità.
"Michael".
Una voce maschile, leggermente roca, tremendamente piacevole richiama la mia attenzione, facendomi alzare lo sguardo dal mozzicone, quando incrocio lo sguardo divertito di Luke affacciato al finestrino di un'elegante macchina sportiva.
Sorrido leggermente, buttando la sigaretta finita per terra, e pestandola velocemente con il tacco dello stivale entro nella macchina, ispirando l'odore di fresco dell'abitacolo.
"Scusa, ero perso nel mio mondo" mormoro, accavallando piano le gambe, mentre Luke sorride leggermente, facendo poi scivolare sugli occhi un paio di occhiali da sole dall'aria costosa.
Probabilmente questa macchina vale dodici anni del mio stipendio.
"Sembravi molto concentrato sulla tua sigaretta. Anche a me capita a volte".
"Cecilia ieri sera mi ha detto che avevi una cattiva abitudine come la mia".
Il suo sorriso s'intenerisce alla menzione della bambina, probabilmente il suo punto debole come ogni padre: "Cecilia a volte parla troppo, ma è una bambina molto dolce".
"Ti somiglia molto".
Luke scuote piano la testa, svoltando a sinistra, i suoi occhi perennemente sulla strada, ma la sua attenzione rimane sulla nostra conversazione.
"In realtà ha preso molto del carattere di sua madre, di mio ha solo l'aspetto" confessa, ed io annuisco, non sapendo più cosa dire.
Dopo un paio di minuti di silenzio non molto confortevole parcheggia, togliendosi poi gli occhiali da sole dagli occhi.
"Non sapevo dove portarti a pranzo, quindi ti ho portato nel mio posto preferito".
Che buffo contrasto crea l'abito elegante gessato di Luke, perfettamente stirato ed inamidato, probabilmente confezionato su misura, con l'ambiente tremendamente informale e colorato del McDonald's in cui mi ha portato, e sorrido tra me e me nel notare i suoi occhi riempirsi di gioia infantile quando scorge il menù.
"Sembra che tu sappia già cosa ordinare" esclamo, mettendomi in coda dietro un uomo tarchiato che puzza leggermente di grasso per automobili, facendomi storcere il naso, quando sento il biondo emettere una risatina davanti alla mia espressione che deve essere piuttosto buffa.
"Vengo qui ogni venerdì a pranzo quando vado a prendere Cecilia, di nascosto perchè Lorelai non approva i grassi animali e questo genere di cose" spiega, ed io annuisco, non riuscendo davvero a capire il punto di vista di sua moglie.
Non appena ordiniamo -mi chiedo come faccia Luke ad essere magro perchè mangia davvero, davvero tanto- decidiamo di sederci in un angolino leggermente isolato, allontanandoci dagli schiamazzi dei bambini e dai conseguenti richiami dei genitori.
"Allora, Michael, ti ho detto che ho una proposta per te, per questo siamo qui" annuncia Luke, fermandosi poi per prendere un morso del suo panino, ed io lo osservo incuriosito, sbocconcellando un nugget di pollo.
"Cecilia vorrebbe imparare a dipingere come, e cito: 'l'artista che ha dipinto i colori', e si dà il caso che i colori in questione siano i tuoi. Quindi mi chiedevo se ti andasse di darle un paio di lezioni a settimana. Il compenso puoi deciderlo tu, ovviamente, ma vorrei pianificare i giorni".
Lo ascolto attentamente mentre parla, non tanto per quello che dice, perchè il direttore mi ha già spiegato la situazione, quanto per i piccoli gesti inconsapevoli che compie, come il modo simile a quello di un bambino d'intingere le patatine nel ketchup o il sorriso mentre assapora il panino.
"Per me non c'è nessun problema, anzi, è un piacere. Ho conosciuto per poco Cecilia ma mi sembra una bambina adorabile. Per il compenso davvero non ho nessuna richiesta, puoi deciderlo tu. Per quanto riguarda i giorni, io sono libero il sabato e la domenica tutto il giorno, il mercoledì solo il pomeriggio perchè è il mio riposo settimanale" rispondo, sorridendogli leggermente, sorriso che viene immediatamente ricambiato con entusiasmo.
"Grazie per aver accettato, Cecilia sarà così felice! E se per te va bene, direi mercoledì pomeriggio e sabato pomeriggio" replica Luke, raggiante, facendomi ridacchiare prima di prendere una patatina.
Inconsciamente, mi ritrovo a volerne sapere di più dell'uomo dal viso d'angelo davanti a me.

Holy || Muke Clemmings Where stories live. Discover now