Chapter 7: Hallelujah

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È un'altra di quelle sere.
Le mie mani sono fredde, quasi gelate mentre stringo il pennello, creando nuove forme ancora rozze, quasi senza senso.
Si sa cosa si dice di chi ha le mani fredde.
Mani fredde, cuore caldo.
Non posso vantare di averne uno.
Una strana rabbia mista a malinconia mi assale, facendomi stringere ancora di più il pennello.
Una rabbia non mia.
Rosso.
Rosso carminio.
Nero.
Nero carbone.
In uno scatto innaturale, quasi animalesco spingo via il pennello, facendolo rimbalzare contro la parete, su cui emerge una chiazza nera, prima che si posi sul pavimento.
Finalmente ha trovato la sua pace.
Io, al contrario, non riesco a trovare la mia.
Quasi febbricitante, incapace di intendere e volere, accecato dalla rabbia mi siedo per terra, cercando di calmarmi.
Non so cosa mi sia preso, è come se non avessi più il controllo di me.
I miei occhi sono vuoti, appannati, quasi senza vita, quando mi accorgo come riemergendo da una lunga apnea di dove sono puntati.
I miei bracciali sono sul pavimento, gettati via con rabbia, e molteplici graffi rossi coprono il mio tatuaggio.
Adesso il mio peccato sembra ancora più infernale.
Poi, d'un tratto, le lacrime.
Lacrime calde, lacrime copiose, lacrime di cui non conosco l'origine scorrono sulle mie guance, squassando il mio corpo con singhiozzi forti ed inarrestabili.
La tristezza prende il posto della rabbia nelle vene, e cosí, senza motivo, mi ritrovo a singhiozzare stringendo le mie ginocchia, dondolandomi come un bambino.
La mia anima gemella in questo momento deve essere uno straccio se io stesso, che sento un decimo di quello che prova lei, sono in questo stato, e nonostante sia cosí fermo sul mio punto, a non volerla conoscere, mi chiedo se non possa farla star meglio.
Non appena i singhiozzi si attenuano e le lacrime smettono di appannare la mia vista prendo il mio cellulare, cominciando una ricerca quasi senza senso su Google.
Incredibilmente, però, trovo qualcosa.
'Se si prova felicità, questa viene provata anche dalla propria anima gemella, cosí come tristezza, rabbia, gioia, nervosismo, preoccupazione e piacere sessuale'.
Guardo l'ora, notando che sono solo le undici di sera, e tirandomi su lentamente, dopo aver rimesso i braccialetti al loro posto, decido che non esiste nulla di migliore per dimenticarsi di tutto della mia solita routine.
Cosí, afferrando le chiavi, il cellulare e il portafoglio, mi dirigo verso la mia meta prediletta del sabato sera.
Il Balooba.

***
La musica a tutto volume mi impedisce di sentire i miei stessi pensieri mentre butto giù il terzo shot da quando sono arrivato, arricciando poi il naso quando il liquore forte, troppo forte scivola giù per la mia gola.
Questo è stato il mio sabato sera negli ultimi tre anni.
Alcol, gente e ragazze.
Dal soppalco su cui sono, seduto al mio solito tavolino, riesco a vedere chiunque entri.
Ragazzine di sedici anni uscite di nascosto con abiti troppo corti ed attillati, ventenni in cerca di divertimento per una notte, addirittura degli uomini piuttosto maturi che vengono qui solo per bere e dimenticare i problemi a casa.
Nonostante la mia età, mi sento come loro.
Qui non importa l'età, il sesso, l'anima gemella.
L'unica cosa che importa è il divertimento, ed é esattamente ciò che cerco.
All'improvviso i miei occhi vengono catturati da una figura sulla porta d'ingresso, ed un leggero sorriso curva le mie labbra quando noto di chi si tratta.
Alzandomi in piedi, mi faccio strada tra le persone, guadagnandomi occhiatacce o cenni maliziosi, e dopo pochi secondi mi ritrovo vicino al bancone, accanto a lui senza che se ne sia reso conto.
"Non ti facevo tipo da questi posti" esclamo, cercando di ottenere la sua attenzione, e so di essere riuscito nel mio intento quando Luke sobbalza per poi girarsi.
"Oh, è la prima volta che vengo" risponde, arrossendo però leggermente, come se fosse stato colto in flagrante.
Annuisco piano, rivolgendomi poi al barista, che ormai mi conosce, alzando due dita, e lui mi rivolge un cenno prima di riempirmi due bicchierini.
"Beh, visto che è la prima volta, questo lo offro io" propongo, e lui annuisce, sbattendo piano il suo bicchierino contro il mio facendo sfiorare le nostre dita.
Non appena butto giù, stringendo piano gli occhi, sento qualcuno afferrarmi il braccio, scivolando poi fino alla mia mano, toccandola.
"Hey, Michael. Ti ricordi di me?" Domanda la ragazza, sorridendomi maliziosa, e per quando possa sforzarmi a ricordarla nella marea di volti che hanno attraversato il mio letto, so che non ce la farei.
"No" rispondo, leggermente infastidito, quando sento un braccio attorno alla mia vita che mi stringe con delicatezza.
"Scusaci, non abbiamo tempo per quelle che cercano una sveltina. Smamma, ragazza" interviene Luke, facendomi sorridere sotto i baffi alle sue parole, e la ragazza dai capelli neri  ovviamente tinti sbuffa, andandosene senza aggiungere altro.
"Ora dovrò chiamarti mio eroe?" Domando, inarcando un sopracciglio mentre Luke toglie il braccio dal mio bacino accennando una risata.
"No, no, chiamami Luke, ma tu puoi chiamarmi quando vuoi" sorride, facendomi un occhiolino, ed io scoppio a ridere prima di chiedere un altro giro.
Sarà una lunga serata.

Holy || Muke Clemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora