Chapter 20: Build God, Then We'll Talk

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Le dita di Luke percorrono pigre il retro della mia schiena, quasi come se volessero imprimersi ogni dettaglio di essa, dai piccoli nei pallidi, proprio come la mia pelle, alla cicatrice dovuta ad una caduta da bambino.
Quando ancora era normale.
In questo momento guardo i suoi polsi, il peccato tornato ad essere uno, quello originale, e sento l'energia potente creata da questa connessione che ha un che di magico, di misterioso, di sconosciuto, di spaventoso ma di affascinante.
D'altronde, è proprio nel brutto che si riesce a trovare il sublime, quella grandiosa potenza che fa sentire piccoli gli uomini ma giganti gli spiriti.
Continua, Luke, a far danzare le sue dita sulla mia pelle mentre lo osservo, in silenzio, guardando come la sua espressione di pace compaia sul suo volto, con ogni probabilità identica alla mia.
Rimango in silenzio, guardando tutti i dettagli di quella pelle quasi di porcellana, rosea fino a sembrare di una bambola, prima di parlare.
"Sei mai stato ad una mostra di quadri impressionisti?".
Luke alza lo sguardo dalla mia schiena ai miei occhi, le sue labbra dolcemente socchiuse, mentre scuote la testa, gli occhi blu innocente come quelli di un bambino.
Etereo.
"Perchè?".
Silenzio un'altra volta mentre rincorro il pensiero di prima, cercando acciuffarlo, correndo così veloce che... Finalmente lo afferro.
"Sei come un quadro di Monet".
"Monet? Mi stai paragonando a Monet?".
"Non a Monet, ma a un quadro di Monet".
"Non è la stessa cosa? In ogni quadro c'é l'artista".
Sorrido davanti a quella risposta che potrebbe sembrare giusta, una risposta innocente, intelligente, eppure sbagliata.
"C'è lo stato d'animo dell'artista. Quello che prova nel momento in cui dipinge. Ma è raro trovarvi dentro l'artista. Sì, magari le sue idee politiche o filosofiche, ma mai la sua essenza. Ai veri artisti piace nascondersi. Solo coloro che creano una finta arte senza passione si espongono".
Luke tace alla mia risposta, annuendo leggermente, prima di tirarsi su, guardandomi con curiosità negli occhi.
"Perchè mi paragoni a un quadro di Monet?".
Sorrido.
Era la domanda che aspettavo.
"Perchè i suoi quadri trasmettono un senso di pace che riesce a tranquillizzare gli animi più tumultuosi e gli spiriti più tormentati. Perchè dentro di lui c'è qualcosa che ha un sapore di antico, un rimando a qualcosa che c'era e non c'è più, di bello ma passato. Qualcosa che ti dice di viverti ora il momento prima che sia troppo tardi, di abbeverarti della vista della natura ora prima che tutto vada perduto nell'inverno, sia letterale che figurato".
Luke ascolta le mie parole come se pendesse dalle mie labbra, e non appena finisco di parlare si avvicina quanto basta per lasciarmi un semplice bacio a stampo, eppure riesco a vedere cosa c'è dietro.
Tranquillità.
Pace.
Quella pace che sarebbe in grado di farti scivolare nel sonno eterno con l'anima leggera ed il sorriso sulle labbra.

Tra un paio di capitoli questo tipo di narrazione dovrebbe finire perchè ci saranno dei risvolti diversi. Comunque sia, scusate per i capitoli lenti e languidi, ma servono per capire meglio Michael e in un certo senso anche il suo rapporto con il mondo, con Luke e con l'arte.

Holy || Muke Clemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora